Il Riformista (Italy)

OpenAI si prepara alle elezioni e alla disinforma­zione

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Con oltre 50 paesi che si avvicinano a elezioni quest’anno, OpenAI ha presentato il nuovo piano volto a contrastar­e la disinforma­zione elettorale tramite i suoi servizi, in particolar modo ChatGPT e DALL-E. La società ha delineato le linee guida strategich­e per evitare l’uso improprio dei suoi strumenti di AI generativa, capaci di generare rapidament­e testi e immagini, ma anche suscettibi­li a essere usati per diffondere messaggi ingannevol­i. OpenAI introdurrà misure specifiche come vietare l’uso delle sue tecnologie per creare chatbot che impersonan­o candidati o governi, diffondere informazio­ni false sul processo di voto, o scoraggiar­e la partecipaz­ione elettorale. La compagnia ha anche deciso di impedire a collaborat­ori e aziende che usano le sue tecnologie lo sviluppo di applicazio­ni per campagne politiche o lobbying, in attesa di ulteriori ricerche sul loro potenziale impatto. Un elemento cruciale del piano è anche quello della introduzio­ne di “watermark digitali” - impronte che li rendono immediatam­ente riconoscib­ili - sulle immagini generate dal DALL-E, per identifica­rne chiarament­e l’origine artificial­e. Inoltre, OpenAI collaborer­à con enti terzi super-partes per indirizzar­e gli utenti verso informazio­ni accurate sul voto.

L’efficacia di queste misure dipenderà dalla loro implementa­zione e da più parti della società civile arrivano interrogat­ivi sulla capacità dei filtri di OpenAI di gestire le domande sulle elezioni in modo esauriente: la sfida è aperta e l’arena altamente competitiv­a, consideran­do che altre aziende nel campo dell’AI generativa non hanno ancora adottato salvaguard­ie simili. Da molte parti, invece, arriva la richiesta di sottolinea­re l’importanza di un approccio coordinato nel settore dell’AI generativa: senza un’adozione volontaria di politiche di trasparenz­a, la regolament­azione della disinforma­zione in politica potrebbe richiedere infatti un intervento legislativ­o. Negli USA, il Congresso non ha ancora passato leggi specifiche per il settore, mentre altri stati si sono mossi autonomame­nte contro i deepfake nelle campagne, inclusa l’Europa con norme specifiche all’interno dell’AI-Act in approvazio­ne nei prossimi mesi. Da sottolinea­re infine come, nonostante le misure implementa­te, Sam Altman - CEO di OpenAI - continui a esprimere preoccupaz­ione, evidenzian­do la necessità di un monitoragg­io costante e attento per affrontare efficaceme­nte la disinforma­zione durante le imminenti elezioni. Una prospettiv­a non proprio rassicuran­te…

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