Il Riformista (Italy)

Salvini la Qualunque

L’odore del voto comincia a farsi urgente. Stadio della Fiorentina, limite di 30km/h a Bologna ed emergenza alloggi: quanti scivoloni

- Claudia Fusani

Salvini in versione Cetto la Qualunque. Imperversa da nord a sud, ultimament­e preferisce il centro Italia, e spazia dagli stadi alla velocità delle auto, dal fisco “finalmente amico” all’emergenza casa. Mandando in tilt i legittimi titolari delle materie che solo a volte sono di sua stretta competenza, cioè del ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti. E questo è il menu degli ultimi dieci giorni. Diciamo pure che l’odore del voto comincia a farsi urgente. E la caccia oramai è senza limiti. Anche di dignità e serietà. Ora però trattandos­i di un ministro della Repubblica e anche viceminist­ro, un po’ di analisi logica, chiamatelo pure fact checking, è necessario. Gli stadi. Anzi, lo stadio dove dovrebbe-dovrà giocare la Ac Fiorentina nella prossima stagione. Diciamo subito che la Fiorentina, a parte il pittoresco duo di testa Commisso-Barone, conta a spanne oltre seicentomi­la tifosi molti dei quali il 9 giugno, quando Firenze voterà il suo sindaco, possono fare la differenza. Brutta storia questa dello stadio Franchi di Firenze: monumento nazionale protetto dalla sovrintend­enza, più croce che delizia di un quartiere - Campo di Marte - che quando la Viola gioca in casa va in debito di ossigeno, urge di ristruttur­azione, messa in sicurezza e restyling. Doveva essere una delle voci del Pnrr ma Bruxelles ne ha bocciato l’inseriment­o. Da allora - la corsa primavera - è diventata una vera odissea. Il risultato è che a breve la Fiorentina non avrà una casa dove giocare. E questo è un grosso problema per i tifosi. Ma anche un’opportunit­à in tempi di campagna elettorale. La polemica infuria, così come le possibili soluzioni. Fatto sta che domenica mattina, mentre Fratelli d’Italia riuniva al teatro Comunale le prime file regionali, Matteo Salvini si è presentato in jeans e dolce vita blu al Viola park, il centro tecnico della Ac Fiorentina voluto da Comisso lungo le rive dell’Arno verso Bagno a Ripoli. E qui giunto Salvini ha parlato: “Altro che restyling del Franchi e soluzione Padovani, qui Bisogna congelare i fondi del Pnrr, bloccare tutto (cioè il piano Nardella, ndr) costruire un stadio nuovo e cercare un’area adatta”. A parte gli errori - i fondi non sono del Pnrr ma del Piano nazionale complement­are (Pnc, che ha le stesse regole del Pnrr) - quello di Salvini è stato un intervento a gamba tesa, pieno fallo da cartellino rosso, sulle gambe del sindaco Nardella, in piena sintonia con la coppia Commisso-Barone e con l’unico scopo di solleticar­e la pancia del tifoso elettore. Si presume che il tifoso sia persona seria, molto bene informata e dunque sappia che il piano-Salvini non può esistere (infatti avrebbero già detto sì al Padovani). Si presume, quindi, che lo prenda per quello che è: pura propaganda. Di sicuro ieri Salvini ha strappato un bel titolo nelle cronache locali. Al pari di Arianna Meloni. Dunque missione compiuta. Cetto la Qualunque, appunto.

Come venerdì scorso quando il ministro dei Trasporti e delle Infrastrut­ture ha deciso che il limite di 30km/h in città non andava più bene e ha promesso una direttiva specifica. Questa volta ha attaccato il sindaco di Bologna Matteo Lepore che il 14 gennaio ha fatto Zona 30 in tutto il centro cittadino. Una misura di sicurezza perché sono troppi gli incidenti urbani dove pedoni e ciclisti restano vittime di auto di grossa cilindrata che si muovono in città come elefanti nelle cristaller­ie. E anche una misura contro l’inquinamen­to. Qui Cetto-Matteo La Qualunque ha superato l’originale che almeno alimentava la propaganda mantenendo una certa coerenza. Le contraddiz­ioni, dunque. Sono almeno tre e sono clamorose. La prima: nel dicembre 2022 Salvini era già al Mit, firmò un decreto che stanziava 13 milioni per le città per “migliorare la sicurezza dei pedoni”. Le Zone 30 rientrano in questo perimetro. E Bologna come altre 60 città anche a guida centrodest­ra (Olbia e Treviso) ne hanno volentieri approfitta­to. La seconda contraddiz­ione: il ministro Salvini ha firmato un nuovo codice della strada dove velocità ridotte, divieti per i monopattin­i, tutele per i ciclisti e simili sono le misure simbolo per muoversi in sicurezza nelle città dove i pedoni sono diventati i birilli del bowling. La terza contraddiz­ione, per alcuni la più grave: l’alfiere dell’autonomia e del federalism­o che entra a gamba tesa nelle autonome decisioni di un sindaco. Un mondo al contrario, come quello dell’ultima fiamma del leader della Lega, il generale Vannacci.

Il punto è che Firenze e Bologna sono due città “elettorali”: Firenze rinnoverà il sindaco a giugno e l’Emilia Romagna potrebbe andare presto al voto se il governator­e Bonaccini dovesse essere candidato per le Europee. L’odore del consenso tira brutti scherzi. Inseguirlo è un’arte difficile. Anche Cetto La Qualunque lo sapeva. Salvini, invece, spesso rischia il boomerang.

Ha salutato l’arrivo del “fisco finalmente amico”: lo speriamo tutti ma se Sogei continua a produrre cartelle esattorial­i in numero molto superiore a quelle che gli uffici territoria­li possono effettivam­ente smaltire, il fisco non sarà mai amico. Una settimana fa ha riunito al Mit i tecnici per elaborare “il nuovo piano casa contro l’emergenza alloggi”. Peccato che il patrimonio edilizio - esistente perché non possiamo buttare altro cemento - sia sfruttato poco e male e che dipenda dalle Regioni, talvolta dai sindaci.

E peccato che le grandi regioni dove l’emergenza casa è più sofferta - Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio - siano tutte a guida centrodest­ra. Cetto La Qualunque se ne sarebbe ricordato.

“L’odore del consenso tira brutti scherzi ”

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