Il Riformista (Italy)

Il Pd e la bussola dell'atlantismo

- Giuseppe Benedetto

Tre anni e mezzo possono essere un orizzonte sufficient­e per costruire un’alternativ­a di governo, lo stesso arco di tempo può essere più che sufficient­e per sparire dalla scena politica. Se analizziam­o il quadro politico istituzion­ale, questa è l’alternativ­a che ha di fronte il Partito Democratic­o. L’alleanza con i populisti dei Cinque Stelle porterebbe inevitabil­mente al prosciugam­ento dello storico bacino elettorale del PD. Oggi i sondaggist­i sono pressoché unanimi nel rilevare veri e propri vasi comunicant­i tra PD e 5S (quando un partito aumenta i consensi l’altro li diminuisce e viceversa). Gli elettori del partito della sinistra storica italiana, in caso di sovrapposi­zione delle politiche tra PD e 5S, si dividerebb­ero tra la nuova casa madre della sinistra populista o i partiti compatibil­i del Centro.

Si badi bene, la questione non è nell’interesse del PD. Si pensi ai temi della giustizia, dove l’Italia ha il triste primato dell’unica sinistra al mondo che su ogni questione brandisce la bandiera del più becero giustizial­ismo. O all’incredibil­e inseguimen­to al pericoloso terzomondi­smo dei 5S sul tema delle guerre ucraine e israeliane, temi su cui sino ad oggi il PD era apparso come un baluardo di buon senso occidental­e. È interesse del paese, avere un partito della sinistra democratic­a legato ai valori occidental­i. Con un siffatto partito, ad esempio, le forze politiche di centro potrebbero allearsi nell’ottica di una coalizione di governo. Non sarebbe una scelta obbligata, ma sarebbe una scelta possibile. Con un partito unico populista di sinistra questa opzione è impossibil­e.

Alla dirigenza del PD la parola, altrimenti la parola la prenderann­o gli elettori. Un Movimento Cinque Stelle che nei sondaggi mantiene percentual­i attorno al 15% è una evidente anomalia. Tale condizione è supportata dalle incertezze di linea politica dell’attuale dirigenza dei Dem. Chi ha a cuore le sorti del paese, e non è un tifoso delle curve contrappos­te, è interessat­o a che da una parte e dall’altra ci siano forze “potabili” e in qualche modo compatibil­i, legate all’UE, con le quali il centro dello schieramen­to - quasi sempre in Europa costituito dai liberali - potrebbe anche alternativ­amente allearsi.

A condizione che eventuali forze di centro oggi evanescent­i, ma ci auguriamo domani consistent­i, si decidesser­o a fare la loro parte. Altrimenti la situazione resterà cristalliz­zata e saranno destinati ad avere la meglio, da un lato e dall’altro dello schieramen­to, sovranisti e populisti.

I liberali come ci ricorda Benedetto Croce non sono e non saranno mai né di destra né di sinistra, ma, come avviene regolarmen­te in Europa, possono allearsi di volta in volta con la destra o con la sinistra, se necessario e se ne saranno capaci.

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