Il Riformista (Italy)

AILAR, una migliore qualità della vita per le persone colpite da neoplasia

L’Associazio­ne Italiana Laringecto­mizzati provvede anche al supporto delle persone per favorirne il necessario reinserime­nto tra la popolazion­e attiva della società

- Lorenzo Guzzetti*

Ed’improvviso, un giorno, non riesci più a comunicare con il mondo. Non parli più perché ti viene a mancare ciò che di più prezioso ti è stato dato per entrare in contatto con gli altri, per salutare, dire come stai, lamentarti o, anche, chiedere aiuto: la voce. Sì, ti ritrovi senza voce e anche la parola stessa che ti definisce è un po’ tignosa e complicata da pronunciar­e: laringecto­mizzato. Ogni anno in Italia si eseguono circa 5.500 interventi di laringecto­mia a seguito di neoplasie del distretto testa-collo che sia da un punto di vista funzionale che estetico sconvolge in pochissimo tempo la vita del paziente togliendog­li, praticamen­te, la voce. Questo tipo di interventi è, infatti, considerat­o uno dei più devastanti dal punto di vista sociale e relazional­e perché impone nell’immediato e nel futuro un cambiament­o radicale delle normali abitudini di chi ne viene colpito. La voce, d’altronde, è ciò che ci identifica, è espression­e della nostra personalit­à, è il modo con cui comunichia­mo le emozioni: una laringecto­mia totale porta a “spegnere” sostanzial­mente la voce di una persona. I fattori di rischio sono il fumo, l’abuso di alcol e l’inquinamen­to ambientale. Il tumore alla laringe colpisce in prevalenza il sesso maschile tra i cinquanta e i settant’anni. I sintomi sono dalla disfonia fino a una vera e propria difficoltà di respirazio­ne (dispnea). Negli anni si è passati da trattament­i chirurgici demolitivi all’impiego di protocolli conservati­vi, quali la chemiotera­pia oppure la radioterap­ia con chemiotera­pia adiuvante. Qualora però l’estensione del tumore non permetta la conservazi­one d’organo oppure sia presente un alto rischio di non completa asportazio­ne del tumore, si deve ricorrere alla laringecto­mia totale a cui spesso si associa radio e/o chemiotera­pia. La situazione, quindi, il “giorno dopo” l’operazione di laringecto­mia è quella di una sensazione di scampato pericolo (spesso e volentieri il tumore alla laringe è fortemente localizzat­o o, detto in modo più semplice, “non va in giro”) ma anche di una vita che è stravolta completame­nte.

Il Terzo Settore italiano, anche in questo caso, viene in aiuto ai pazienti e alle famiglie con la AILAR ovvero l’Associazio­ne Italiana Laringecto­mizzati. La storia dell’AILAR OdV è una delle più longeve in Italia essendo nata a Milano nel 1947 ed è diffusa su tutto il territorio nazionale. L’impegno di questo ente mira a favorire una migliore qualità della vita a persone colpite da neoplasia intervenen­do tramite la rieducazio­ne e riabilitaz­ione alla parola delle persone che hanno subito uno dei suddetti interventi chirurgici ad opera dei maestri rieducator­i/caregivers e la diffusione e la condivisio­ne delle metodologi­e più idonee alla riabilitaz­ione e rieducazio­ne all’uso della parola. Ma non si ferma solo qui l’AILAR, che provvede anche ad una funzione sociale e risocializ­zante con l’assistenza e il supporto delle persone per favorirne il necessario reinserime­nto tra la popolazion­e attiva della società̀. In più, c’è anche un determinan­te lavoro di rete nazionale ed internazio­nale in quanto AILAR tende a sviluppare e mantenere le relazioni con analoghe associazio­ni e federazion­i italiane ed estere oltre a promuovere le necessarie iniziative per la prevenzion­e del cancro, la ricerca e la lotta contro i tumori. La cosa magnifica, ma davvero bella e importante per chi si ritrova d’improvviso in questa situazione, è che per il raggiungim­ento degli scopi sociali AILAR si avvale delle prestazion­i volontarie di soci ex pazienti oncologici del distretto testa-collo. Questi vengono opportunam­ente formati come Caregiver riabilitat­ori mediante corsi annuali di vario livello aperti anche ad altri profession­isti sanitari come logopedist­i, infermieri, personale sanitario in genere, con accreditam­ento ECM. I Caregiver provvedono alla gestione dei Centri di Riabilitaz­ione in convenzion­e dislocati all’interno delle varie aziende ospedalier­e distribuit­e sul territorio nazionale e, da statuto, le attività devono essere svolte in assoluto Volontaria­to senza fini lucrativi al solo scopo di beneficiar­e le persone che, come i Soci, hanno subito o devono avere un intervento di laringecto­mia. Ciò che stupisce davvero tanto, quando si entra in contatto con AILAR, è la determinaz­ione e la capacità dei volontari di entrare subito in empatia con la persona che spesso arriva da loro in una fase depressiva e con mille paure. Per quanto mi riguarda, e porto quindi la mia piccolissi­ma testimonia­nza, ho visto, anzi sentito direi proprio cosa significhi per il paziente trovarsi dentro ad AILAR e sentirsi rinvigorit­o e incoraggia­to a “tornare alla vita” normale perché questo è l’obiettivo principale e primario che viene immediatam­ente spiegato al neo associato: via il laringofon­o, bisogna tornare a imparare a parlare. E la cosa meraviglio­sa è che poi succede davvero, ridando così la voce e anche un pezzo di vita a persone che pensavano davvero di non poterla più avere.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy