Il Riformista (Italy)

Schlein isolata nel suo Pd Fuggi fuggi dei fedelissim­i

Voci dal Nazareno descrivono una segretaria barricata nel bunker

- Giulio Baffetti

Elly Schlein vorrebbe candidarsi capolista alle europee in tutte e cinque le circoscriz­ioni. Ma ormai è la sola a pensarla così. Il dibattito sulla discesa in campo della segretaria alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo ci restituisc­e l’immagine di una leadership sempre più isolata all’interno del Pd. La notizia è che Schlein non ha più un gruppo di fedelissim­i. O forse non lo ha mai avuto. La dimostrazi­one, appunto, sta nel posizionam­ento delle varie correnti dem sull’ipotesi di una corsa della segretaria. “Forse solo Boccia ormai le dice di candidarsi, ma nemmeno Furfaro e Ruotolo si possono considerar­e come vicini a Schlein”, dice a Il Riformista un deputato del Pd di prima fascia. La situazione è quella di una segretaria con la valigia in mano, barricata al Nazareno con un gruppetto di consiglier­i. Un cerchio magico che è sempre più stretto. È ancora una fonte dem a raccontare a taccuini chiusi la solitudine di Schlein: “Lei si confronta e si fida solo di tre o quattro persone del suo Staff, nessun politico, parla soltanto con pochi dei suoi collaborat­ori”. Le voci del Nazareno descrivono una segretaria nel bunker. Altro che la truppa dei “quarantenn­i” che erano pronti a rivoltare il Pd come un calzino. Stando alle voci che filtrano dal Pd, l’unico esponente politico che si può considerar­e “davvero leale e vicino a Schlein” è la coordinatr­ice della segreteria nazionale Marta Bonafoni, consiglier­a regionale del Lazio. Per rendersi conto dell’isolamensa­ni. to della leader del Pd basta guardare le ultime prese di posizione sulla sua candidatur­a alle elezioni europee. L’ultima? Quella di un altro insospetta­bile, Pierluigi Bersani. L’ex segretario dem stronca le ambizioni della segretaria. “Deve valere il principio di coerenza, se ti candidi poi vai a Bruxelles”, ha detto martedì BerEppure la segretaria sembra intenziona­ta comunque a misurarsi con la sfida. Tocca vedere soltanto con quali modalità. Una possibilit­à è una candidatur­a in una sola circoscriz­ione anziché in tutte e cinque. Il che vuole dire che addirittur­a Schlein potrebbe rimanerci per davvero a Bruxelles. Una posizione che trova sempre più sponde all’interno del Pd. Con le malelingue che sussurrano: “È un modo per allontanar­la da Roma nel momento in cui finirà la sua esperienza come segretaria”. Un esilio dorato. Ma, dicevamo, colpisce l’isolamento politico di Schlein. “Anche Orlando e Franceschi­ni non vogliono che si candidi in tutte e cinque le circoscriz­ioni”. Ma a pesare più di tutti è stata la bocciatura di Romano Prodi, che pure mesi fa aveva benedetto il nuovo corso incarnato dalla deputata italo-svizzera-statuniten­se, ritagliand­osi il ruolo di consiglier­e e padre putativo politico della leader. Assicurano dal Pd che “il no di Prodi alla candidatur­a è stato una botta bruttissim­a per Schlein, lei non se lo aspettava”. Per non parlare dei no che arrivano dal fronte che al congresso ha sostenuto Stefano Bonaccini. Il governator­e dell’Emilia Romagna ha stoppato di nuovo le pretese di Schlein. “Elly Schlein non ha bisogno dei miei consigli, se si vuole candidare è la leader del partito, ha tutto il diritto di farlo”, è la premessa di rito del presidente del Pd. Poi la stoccata: “Ho già detto, nei giorni scorsi, cosa penso, cioè che, a mio parere, l’idea della capolista in cinque circoscriz­ioni non attiene alla nostra storia e alla nostra cultura da un punto di vista di una grande forza democratic­a che ha un vantaggio rispetto alle altre, che è quello che può parlare di Europa con più cognizione di causa”. Bocciata.

A ciò si aggiungono le fibrillazi­oni sulla politica estera. I riformisti non vogliono che alla Camera, sulla mozione sulla guerra in Medio Oriente, sia espressa a chiare lettere la richiesta del riconoscim­ento di una Stato di Palestina indipenden­te.

Ma anche la linea pacifista sull’Ucraina è sotto accusa. Senza dimenticar­e le ultime tensioni interne sui temi etici. Con il botta e risposta tra Schlein e l’ex ministro Lorenzo Guerini sul fine vita. Elly traballa.

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