Il Riformista (Italy)

No al corteo pro Palestina nel Giorno della Memoria

- Andrea Ruggieri

Èfrancamen­te lunare autorizzar­e una manifestaz­ione pro Palestina nel giorno della Memoria, che i promotori ‘pro Palestine’ bollano come “la tomba della verità della giustizia e della coerenza”, dopo aver stabilito un’equivalenz­a tra “genocidio già consumato” a danno degli ebrei, e quello che sarebbe, secondo loro, attualment­e in corso a Gaza. Una provocazio­ne palese tanto più alla luce delle precedenti manifestaz­ioni tenutesi sin qui, sulla carta a favore della causa palestines­e, di fatto contro Israele e il suo sacrosanto diritto a difesa ed esistenza che Hamas ha da statuto l’obiettivo di annichilir­e.

Tutti i cortei sin qui svolti sono stati contro lo stato ebraico, non a favore della causa palestines­e. Altrimenti anziché bandiere israeliane bruciate e deliri antisemiti, avrebbero contenuto attacchi furibondi ad Hamas, che per prima penalizza i palestines­i, e condanne nettissime di quanto accaduto il 7 ottobre: il più barbaro terrorismo che assale, uccide, stupra la civiltà colorata di tolleranza e libertà di culto (di cui peraltro sono figli gli stessi manifestan­ti pro Palestina in Occidente).

Ha ragione Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica, a chiedere di annullare la manifestaz­ione, che si terrebbe nel giorno in cui si ricorda in tutto il mondo il massimo abominio mai consumatos­i sulla terra. Ma, dovesse invece essere confermata la manifestaz­ione, mi attendo che dipinga Hamas come il primo assassino della causa palestines­e, che esprima solidariet­à a chi del 7 ottobre e dell’olocausto è stato vittima, e condanna di chi, come l’organizzaz­ione terroristi­ca in questione, ne vuole un secondo, stavolta definitivo.

Il giorno della Memoria dovrebbe illuminare tutti su quanto l’antisemiti­smo sia vomitevole e incompatib­ile con i nostri valori occidental­i di libertà e tolleranza. Non fatelo diventare occasione per ritargare l’odio verso chi ha già subito la massima crudeltà della storia, in nome di un terzomondi­smo straccione tanto comodo all’antisemiti­smo fondamenta­lista islamico e terrorista.

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