Sì, è un modello iniquo, divisivo, sperequativo e anche pericoloso
L’autonomia differenziata approvata in Senato, nel testo proposto dal Ministro Calderoli con le modifiche che le opposizioni sono riuscite a fare approvare durante i lavori in Prima Commissione Affari costituzionali, è una legge fatta male e pasticciata, che non potrà essere comunque attuata fino a quando non verranno determinati i LEP (livelli essenziali delle prestazioni).
È una legge affetta da un cortocircuito letterale e normativo, perché da un lato dichiara che dalla sua attuazione non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e, dall’altro, afferma che i LEP verranno equamente garantiti su tutto il territorio nazionale. Sono due principi che evidentemente si scontrano l’uno con l’altro considerato che il Ministro Calderoli si è ben guardato dall’inserire al suo interno una norma per indicare con quali risorse verranno “equamente” garantiti i LEP su tutto il territorio nazionale.
È chiaro infatti che imponendo l’invarianza finanziaria (cioè l’esclusione di nuovi o maggiori oneri di finanza pubblica) il Governo dovrà attingere ad altre risorse per garantire i medesimi LEP anche nei territori economicamente svantaggiati, depredando – come ha già fatto – le risorse che per Legge sono già destinate alle regioni del SUD per compensare e ridurre il divario economico, sociale e strutturale esistente nel Paese (come il Fondo Sociale di Coesione e il Fondo di Perequazione).
Attaccando queste risorse – come è già avvenuto con il Fondo di Perequazione che è stato depredato nel primo anno di governo Meloni, che lo ha ridotto dai 4,4 miliardi iniziali a soli 800 milioni – non si garantiranno uguali prestazioni sul territorio nazionale ma si attuerà una politica predatoria a discapito delle Regioni svantaggiate, che non solo non riceveranno nuove risorse ma verranno private anche di quelle che erano già destinate a loro. Una coperta troppo corta che, comunque la si tiri, lascia scoperto più di ciò che vorrebbe coprire.
Non si illudano neppure le regioni del Nord, quelle che pensano che con l’autonomia differenziata potranno gestire direttamente il gettito dei loro tributi esclusivamente in favore dei loro abitanti: ciò non avverrà per la semplice ragione che, dovendo il Governo garantire una equa attuazione dei LEP in tutto il territorio nazionale, scatteranno dei meccanismi di ridistribuzione, anche se parziale, delle entrate. La legge Calderoni dunque ha una forte connotazione separatista, i cui effetti rischiano di portare alla disgregazione del principio di unità dello Stato nella misura in cui verrà consentito alle regioni di legiferare autonomamente in materie nelle quali sarebbe stato necessario, prima di attuare l’autonomia, stabilire principi comuni e validi per tutte le Regioni, tracciando una cornice normativa all’interno della quale l’autonomia non si sarebbe tradotta in un inaccettabile sentimento separatista.
Quattro anni fa, durante la Pandemia, un cittadino bergamasco – Ettore Consonni – ammalatosi di Covid, non trovando posto presso gli ospedali della Lombardia, ricevette le cure che gli salvarono la vita grazie al suo ricovero presso l’Ospedale Civico di Palermo. Questo ricovero d’urgenza, con tanto di trasporto su un aereo di Stato, fu possibile grazie alle disposizioni vigenti che costituiscono l’attuazione del principio di solidarietà economica sociale e sanitaria che vige tra tutte le Regioni.
Con le norme sull’autonomia differenziata di Calderoli un simile trattamento non sarebbe stato possibile. Difatti, se ogni regione dovrà investire nei LEP le risorse che derivano dal suo gettito tributario parametrandole al suo fabbisogno, cioè al numero dei suoi abitanti, che cosa succederà quando non ci sarà posto in una Regione ed un malato dovrà essere preso in cura da un’altra regione, con altri LEP, altre risorse ed altro fabbisogno?
Questo è solo un esempio tra i tanti che potremmo fare sul modello Italia che ne verrà fuori con l’entrata in vigore della Legge Calderoli ed è un modello che non ci piace perché è iniquo, divisivo, sperequativo e, come dimostreranno i fatti, anche pericoloso perché, in mancanza di risorse che rendano effettivo l’impegno di attuare in modo uguale i LEP su tutto il territorio nazionale, alimenterà una deriva separatista ed indipendentista.