Il Riformista (Italy)

Cagliari-Torino, nel segno del ricordo di Gigi Riva

Sembra quasi un segno del destino che i primi a scendere in campo siano i suoi “discendent­i calcistici”

- Giacomo Guerrini

Sarà Cagliari-Torino, stasera alle 20.45, ad aprire la serie di incontri prevista dalla ventiduesi­ma giornata della Serie A. Sarà la prima volta del nostro campionato senza Gigi Riva, simbolo della squadra rossoblù e più in generale dell’intera Sardegna. Sui campi del nostro calcio si ricorderà ancora la figura di questo straordina­rio campione e sembra quasi un segno del destino che i primi a scendere in campo siano i suoi “discendent­i calcistici”. Sfogliando gli almanacchi torna alla mente il Cagliari scudettato che proprio contro il Torino concluse la sua cavalcata trionfale nel 1970: era il 26 aprile, la partita si disputò al Comunale e “Rombo di tuono” mise a segno due delle quattro reti con cui la squadra di Manlio Scopigno si sbarazzò facilmente dei granata. Per la cronaca il Cagliari si era laureato campione la settimana precedente, Riva fu capocannon­iere con 21 reti (ne aveva segnata una anche nel 2 a 0 casalingo) dell’andata. Erano altri tempi e adesso alla partita di stasera la formazione rossoblù chiede punti importanti per ottenere una difficile salvezza. Per la prima volta non ci sarà Riva ma c’è già chi ha pensato a far sì che la presenza di questa bandiera eterna non cessi di farsi sentire: in rete ha mietuto consensi la proposta di cambiare nome a Largo Felice che dovrebbe diventare per l’appunto Largo Gigi Riva. Per tanti sarebbe giusto che il naturale luogo di ritrovo dei tifosi rossoblù venisse intitolato a chi ha contribuit­o più di tutti al loro riscatto e alle loro gioie.

“Era un uomo che ha scelto di rappresent­are coloro che nella penisola erano conosciuti come pastori, banditi, ignoranti, poveri e affamati - si legge nella motivazion­e della richiesta già sottoscrit­ta da quasi duemila persone sul sito Change.org Lui ci ha portati sul tetto d’Italia dimostrand­o che potevamo essere campioni, che avevamo una dignità. Lui che non aveva più una famiglia, qui ne ha trovata una gigantesca perché per noi era un parente, uno di casa, uno a cui si vuole bene, sempre e per sempre. L’unico che è riuscito ad unirci tutti”. Un altro personaggi­o entrato definitiva­mente nel cuore degli isolani è senza dubbio Claudio Ranieri, tornato in Sardegna, per riportare la squadra in A e adesso salvarla. A far crollare i suoi tentenname­nti, quando stava decidendo se tornare o meno nel club che lo aveva lanciato come tecnico, fu una telefonata del figlio di Riva. “Mio padre sarebbe contento tu tornassi”, gli disse. Fu sufficient­e perché i dubbi di “Sir Claudio” svanissero in un lampo. E ieri il tecnico rossoblù non ha parlato nella conferenza stampa pre-gara come avviene invece di consueto. Era ancora tempo di silenzio e di omaggio a un uomo straordina­rio entrato nella storia di un popolo. Stasera all’Unipol Arena sarà portato nel cuore di ogni tifoso sardo, i giocatori invece hanno solo un modo per onorarlo. E sanno bene come.

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