Il Riformista (Italy)

Centralism­o democratic­o nel 2024? Seppellito da tempo, non serve una parodia

- Mario Lavìa

«Compagni, non sarei sincero se vi dicessi che sono rimasto persuaso...». Con questa locuzione un po’ involuta Pietro Ingrao diventava ufficialme­nte e pubblicame­nte il principale dissidente nel Partito comunista italiano, ruolo che in un certo senso mantenne sino alla fine della sua vita politica. Era il 1966, una vita fa, ed era una novità in un partito dove il dissenso era sempre rimasto sotto il tappeto, come la polvere. Il dissidente, nella sinistra, ha sempre avuto un suo fascino:

C’è una voglia di colpetto di freno alla libertà, un malcelato fastidio per chi intralcia le decisioni assunte quello del coraggio di dire con il risultato di essere buttati partito faceva parte. Invece ai qualcuno cacci qualcun’altro, la no dentro partiti educati a sentire fuori (e pure Ingrao, ironia della tempi non era per niente facile questione riguarda la libertà di risuonare solo i sì. Ingrao, Riccardo storia, approvò la cacciata). dire «non sono d’accordo» e se coscienza sui temi etici, terreno Lombardi (nel Psi, dove L’ultimo dissidente fu Armando lo si diceva nelle riunioni questo forse ancora un tantinello nebuloso pure tutto era più chiaro, anche Cossutta contro Enrico Berlinguer non doveva essere comunicato ma di certo da considerar­e uno come lui era emarginato), e sul giudizio sul socialismo «fuori»: si chiamava «centralism­o libero da odiose misure ritorsive prima Antonio Giolitti che era reale: giravano i rubli di Mosca democratic­o». Sembra mille di carattere politico. talmente in dissenso da lasciare contro il segretario del Pci ma anni fa. Eppure ancora oggi nella La disciplina di partito intesa il Pci nel 1956, e prima ancora Cossutta il filosoviet­ico perse lo sinistra c’è un più o meno piccolo come quella che si adotta in una Valdo Magnani e Aldo Cucchi (i stesso, e di brutto. In anni più grumo «comunista» (detto caserma è figlia dell’idea rivoluzion­aria «magnacucch­i» venivano spregiativ­amente recenti, finito quel partito, anche senza polemica), una voglia di secondo la quale «il chiamati) espulsi a sinistra ci si aprì alle correnti colpetto di freno alla libertà, un partito ha sempre ragione» per perché rei di criticare il Pci «da organizzat­e, alle opzioni malcelato fastidio per chi intralcia cui o sei d’accordo o te ne vai (o destra» e per questo definiti da diverse, ai voti parlamenta­ri in le decisioni assunte. Una volta vieni emarginato o «declassato»). Togliatti «due pidocchi nella criniera dissenso: persino Rifondazio­ne il dissenso era tutto politico. di un cavallo». E nel 1969 comunista, l’ultima trincea di Sulle questioni internazio­nali Ma nel 2024 non si sente davvero ci fu il gruppo del Manifesto quella storia, dovette sopportare soprattutt­o. Oggi che nel Pd coesistono bisogno del centralism­o che aveva «osato» organizzar­si le minoranze interne. Nessuno dieci linee su qualunque democratic­o che peraltro è seppellito all’interno del partito per esternare veniva espulso anche se votava problema, e che dunque anche da tempo. Tantomeno di un dissenso nettissimo contro il governo di cui il suo tecnicamen­te è impossibil­e che una sua parodia.

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