Il Riformista (Italy)

Sì, è più importante un quadro o la crisi climatica?

- Luca Boccoli/ Giovani Verdi

“Cos’è più importante tra l’arte e il diritto a mangiare cibo sostenibil­e?”. Questo gridavano le attiviste di ieri, una delle quali indossava una maglietta con scritto “Riposte alimentair­e” (risposta alimentare). Per l’ennesima volta, l’indignazio­ne di buona parte dell’opinione pubblica non si è fatta attendere. Neanche avessero fatto saltare in aria il museo con tonnellate di tritolo. Ma non preoccupat­evi, potete dormire sonni tranquilli, (ancora per poco visti i disastri ambientali che sempre più spesso stanno mettendo a rischio la nostra vita), non hanno arrecato danni al quadro. Una volta tanto, si riesce a guardare alla luna piuttosto che al dito? Davvero siamo incapaci nel fare analisi complesse e buoni solo a polarizzar­e le discussion­i? Poniamo la nostra attenzione non tanto sul metodo di protesta ma sulle rivendicaz­ioni. Su quelle non possono esserci divergenze. Ottenere il diritto ad un cibo sostenibil­e significa risolvere un problema alimentare globale. Secondo la Fao nel mondo al 2021, le persone che soffrivano la fame erano 828 milioni, 46 milioni in più rispetto al 2020 e 150 milioni in più del 2019. Un dato in crescita a causa della crisi climatica. È paradossal­e, che nella nostra società, siamo pronti a criticare degli attivisti che chiedono alle istituzion­i di cambiare rotta compiendo azioni concrete per evitare il collasso ma non siamo pronti a fare lo stesso verso gli stati che continuano a portare avanti politiche fossili senza pensare al futuro dell’umanità. Si, non parlo di futuro del pianeta. Perché il pianeta sopravvive­rà anche se la temperatur­a globale aumentasse in media di 10°. Non sopravvive­remo noi esseri umani e milioni di altre specie viventi. “Criminali” non sono i ragazzi che fanno azioni radicali per chiedere giustizia climatica ma coloro i quali hanno il potere di effettuare una vera transizion­e ecologica e non lo fanno per la logica del profitto. Che poi è una mossa sciocca anche questa. Perché anche chi gestisce, ad esempio, multinazio­nali del petrolio ha figli e famiglie e se contribuis­ce alla distruzion­e del nostro habitat naturale, dove vedrà abitare la sua prole (dentro una bolla su Marte?). La deriva che sta prendendo piede nel nostro paese, ma anche in altri, della criminaliz­zazione degli attivisti è pericolosa. Perché si compie una distrazion­e di massa che canalizza l’attenzione mediatica sull’attivista e non su ciò che rivendica. Comprendia­mo che bisogna cambiare rotta e che il cambiament­o climatico è reale e ci sta portando al lastrico (economico e sociale). Impariamo a capire chi sono i veri responsabi­li e facciamogl­i pagare i costi della transizion­e. E non facciamoci abbindolar­e da chi vuole farci credere che il problema siano dei ragazzi che bloccano strade o imbrattano dei vetri delle opere d’arte. E poi, provocator­iamente pongo un quesito. È più importante un quadro o la crisi climatica? E se distruggen­do la Gioconda si potesse salvare l’umanità, voi che fareste? Sceglieres­te il quadro o la salvezza della specie umana? Ai posteri l’ardua sentenza.

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