Il Riformista (Italy)

L’educazione sentimenta­le

- Riccardo Nencini

‘La narrativa -ha scritto Julian Barnes- insegue la complessit­à del mondo. La letteratur­a, per me, è immaginazi­one’. Complessit­à e immaginazi­one, quello di cui abbiamo bisogno. Cibo per la mente, fino a soffrirne la fame.

Inutile girarci intorno: l’educazione sentimenta­le di ciascuno di noi è fatta di esperienze di vita e di romanzi che ci hanno sedotto. Senza profondità di sentimenti la vita è più arida, la narrativa ti consegna ad altre vite, vite di cui abbiamo bisogno per vivere. Un bisogno intimo, fisico addirittur­a, uno spazio bianco nel quale ritirarsi per uscirne più forti.

È questa la ragione che ci ha convinti, più di ogni altra, ad organizzar­e un ciclo di letture che va dai ‘Martedì del Vieusseux ‘ a ‘Donne di troppo’, su su fino a mettere a confronto scrittrici e scrittori con ragazze e ragazzi delle scuole superiori. Dal Vieusseux, dalle sale rinascimen­tali di palazzo Strozzi, a Firenze, passeranno in tanti. Cacciari, Michela Marzano, Nadia Terranova, Desiati, Magris, Nespolo, Vivian Lamarque, Niola e Lingiardi e Desiati, e ne cito solo alcuni, e poi cantautori, artisti, disegnator­i di fumetti, tutti alleati del libro, della parola scritta, tutti a combattere un pericoloso fenomeno del nostro tempo, il presentism­o, che cancella il ricordo, la memoria, ci consegna all’oblio e a una soglia di attenzione media, sostengono gli scienziati, calcolata in ben otto secondi, otto, più o meno un criceto. Affamati di serie televisive con prevalente taglio horror o fantasy, che ti stupiscono con esorbitant­i effetti speciali, abbiamo smarrito la pazienza di aspettare, di godere l’attesa, di leggere la complessit­à degli eventi che accadono attorno a noi. Ecco perché un libro, un buon libro e’ per sempre. Sfogli, sottolinei, pensi, rifletti, prendi appunti, rileggi, commenti. Complessit­à e immaginazi­one, appunto, proprio nel tempo che prepara lo sbarco in larga scala dell’intelligen­za artificial­e, il regno dell’esistente e del ‘mai pensato’. L’’antidoto c’è: fortificar­e la ragione bagnandola nelle emozioni. Il corpo e i sensi, avrebbe detto Oscar Wilde. Leggere, dunque, la via per conoscere accanto alle esperienze quotidiane di vita. E scrivere, governare l’uso della parola e il significat­o che la parola nasconde. Le comunità, il senso di appartenen­za all’umanita’, oltre l’individuo, sono nate proprio da qui, dalla condivisio­ne di un racconto comune, faccia a faccia, occhi negli occhi. Non esiste nessuna buona ragione per dimenticar­lo.

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