L’educazione sentimentale
‘La narrativa -ha scritto Julian Barnes- insegue la complessità del mondo. La letteratura, per me, è immaginazione’. Complessità e immaginazione, quello di cui abbiamo bisogno. Cibo per la mente, fino a soffrirne la fame.
Inutile girarci intorno: l’educazione sentimentale di ciascuno di noi è fatta di esperienze di vita e di romanzi che ci hanno sedotto. Senza profondità di sentimenti la vita è più arida, la narrativa ti consegna ad altre vite, vite di cui abbiamo bisogno per vivere. Un bisogno intimo, fisico addirittura, uno spazio bianco nel quale ritirarsi per uscirne più forti.
È questa la ragione che ci ha convinti, più di ogni altra, ad organizzare un ciclo di letture che va dai ‘Martedì del Vieusseux ‘ a ‘Donne di troppo’, su su fino a mettere a confronto scrittrici e scrittori con ragazze e ragazzi delle scuole superiori. Dal Vieusseux, dalle sale rinascimentali di palazzo Strozzi, a Firenze, passeranno in tanti. Cacciari, Michela Marzano, Nadia Terranova, Desiati, Magris, Nespolo, Vivian Lamarque, Niola e Lingiardi e Desiati, e ne cito solo alcuni, e poi cantautori, artisti, disegnatori di fumetti, tutti alleati del libro, della parola scritta, tutti a combattere un pericoloso fenomeno del nostro tempo, il presentismo, che cancella il ricordo, la memoria, ci consegna all’oblio e a una soglia di attenzione media, sostengono gli scienziati, calcolata in ben otto secondi, otto, più o meno un criceto. Affamati di serie televisive con prevalente taglio horror o fantasy, che ti stupiscono con esorbitanti effetti speciali, abbiamo smarrito la pazienza di aspettare, di godere l’attesa, di leggere la complessità degli eventi che accadono attorno a noi. Ecco perché un libro, un buon libro e’ per sempre. Sfogli, sottolinei, pensi, rifletti, prendi appunti, rileggi, commenti. Complessità e immaginazione, appunto, proprio nel tempo che prepara lo sbarco in larga scala dell’intelligenza artificiale, il regno dell’esistente e del ‘mai pensato’. L’’antidoto c’è: fortificare la ragione bagnandola nelle emozioni. Il corpo e i sensi, avrebbe detto Oscar Wilde. Leggere, dunque, la via per conoscere accanto alle esperienze quotidiane di vita. E scrivere, governare l’uso della parola e il significato che la parola nasconde. Le comunità, il senso di appartenenza all’umanita’, oltre l’individuo, sono nate proprio da qui, dalla condivisione di un racconto comune, faccia a faccia, occhi negli occhi. Non esiste nessuna buona ragione per dimenticarlo.