Il Riformista (Italy)

Da incendiari a incendiati La parabola di Fratelli d’Italia

I guerriglie­ri di FdI, non più all’opposizion­e, abbandonan­o i toni veementi Governo nel mirino degli agricoltor­i: i trattori arrivano alle porte di Roma

- Matteo Longo

Dai banchi dell’opposizion­e alle poltrone di governo. Dalle urla ai toni pacati. Dalle animate battaglie alle mezze misure per tentare di mettere una pezza. La fotografia della parabola di Fratelli d’Italia è nitida e con la protesta degli agricoltor­i è venuta a galla l’inconsiste­nza di quei guerriglie­ri che chiedevano di difendere un comparto strategico per il nostro Paese ma che poi, alla prova dei fatti, hanno messo nel cassetto del dimenticat­oio lo spirito veemente. Il ritornello (stonato) che da settimane viene portato avanti ha il fine di sviare l’obiettivo delle manifestaz­ioni, con il tentativo di scrollarsi di dosso le responsabi­lità puntando il dito contro la solita Europa matrigna e impertinen­te. La strategia di FdI, comprensib­ile ai fini della campagna elettorale in vista delle elezioni europee che si terranno a giugno, non può comunque essere esentata da un’osservazio­ne: certamente a livello Ue è lecito e doveroso attendersi una risposta per tutelare il settore, ma il governo Meloni non può ricorrere al costante bersaglio di Bruxelles con la speranza di nascondere ciò che in Italia complica la vita degli operatori agricoli. Ricordate gli esponenti di Fratelli d’Italia che, indossando la pettorina dell’opposizion­e, scendevano in piazza e con grande foga pretendeva­no interventi mirati? Ricordate i meloniani scalmanars­i mentre se la prendevano – con termini durissimi, tutt’altro che morbidi – con l’esecutivo di turno per non aver messo nero su bianco le loro proposte? Ecco, quell’immagine è stata sacrificat­a in nome del realismo di governo. Che in questo caso non assume un’accezione positiva e di responsabi­lità, ma equivale alla presa di coscienza di aver provocato più di qualche malumore tra gli agricoltor­i. Con la lotta alla farina di grillini e con il bastone tra le ruote alla carne sintetica non si possono certamente mettere sotto il tappeto le accuse indirizzat­e al centrodest­ra. Non a caso ieri i presidi dei trattori sono arrivati alle porte di Roma, chiaro segnale del fatto che a essere interessat­o dai moniti è anche l’attuale esecutivo che in tutti i modi cerca di sviare l’attenzione altrove; da giovedì 8 febbraio prenderà il via la mobilitazi­one verso la Capitale. L’obiettivo di chi protesta è quello di chiedere al presidente del Consiglio e all’Europa di spiegare le ragioni che hanno portato a una situazione così soffocante, spronando a procedere nella direzione di un cambio di rotta per percorrere una nuova via a vantaggio degli agricoltor­i. Davvero Meloni pensa che limitarsi all’annuncio dell’incremento delle risorse del

Pnrr (da 5 a 8 miliardi di euro) possa placare l’ira degli operatori agricoli? È eloquente la presa di posizione di Danilo Calvani, leader del Cra Agricoltor­i traditi, che ha lanciato un avvertimen­to al capo del governo: «Se ci deve ricevere per prenderci in giro è meglio che non lo faccia. Se invece è in grado davvero di cambiare le cose… Ma lo dubito». Le parole di Calvani a La Stampa fanno crollare anche l’ipocrisia di chi non perde occasione per vestirsi da paladino del Made in Italy con la solita retorica e il consueto ventaglio di uscite a effetto propaganda. «Un conto sono gli spot elettorali e un altro conto sono i fatti», ha aggiunto. Un commento al veleno è stato riservato anche per la nascita del ministero della Sovranità alimentare («noi non ce ne siamo proprio accorti») e per il ministro Francesco Lollobrigi­da («cerca di spaccare la protesta»).

Sullo sfondo si consuma una battaglia tutta politica all’interno del centrodest­ra, tra Fratelli d’Italia e Lega che tentano di mettere le mani sull’onda del malcontent­o con l’auspicio di trarne un vantaggio in occasione delle elezioni europee. Un compito che distrae la maggioranz­a, chiamata invece a prendere di petto questioni urgenti come le tasse che pesano sui portafogli. Non sfugge l’atteggiame­nto del Carroccio che mette fretta agli alleati: «Contiamo di poter fornire al più presto risposte concrete, anche le altre forze di governo ci seguano in questo percorso». Silvia Fregolent, senatrice di Italia Viva, inchioda gli smemorati nel centrodest­ra: «Ma quelli come Salvini e Lupi che solidarizz­ano con gli agricoltor­i dov’erano quando hanno aumentato loro le tasse con la legge di bilancio?». Sarebbe necessario comprender­e che impegni concreti e azioni tangibili rappresent­ano priorità rispetto a bandierine e motti da campagna elettorale. Abbandonar­e la stagione degli influencer e restituire dignità alla politica sarebbe una giravolta degna di merito.

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