Da incendiari a incendiati La parabola di Fratelli d’Italia
I guerriglieri di FdI, non più all’opposizione, abbandonano i toni veementi Governo nel mirino degli agricoltori: i trattori arrivano alle porte di Roma
Dai banchi dell’opposizione alle poltrone di governo. Dalle urla ai toni pacati. Dalle animate battaglie alle mezze misure per tentare di mettere una pezza. La fotografia della parabola di Fratelli d’Italia è nitida e con la protesta degli agricoltori è venuta a galla l’inconsistenza di quei guerriglieri che chiedevano di difendere un comparto strategico per il nostro Paese ma che poi, alla prova dei fatti, hanno messo nel cassetto del dimenticatoio lo spirito veemente. Il ritornello (stonato) che da settimane viene portato avanti ha il fine di sviare l’obiettivo delle manifestazioni, con il tentativo di scrollarsi di dosso le responsabilità puntando il dito contro la solita Europa matrigna e impertinente. La strategia di FdI, comprensibile ai fini della campagna elettorale in vista delle elezioni europee che si terranno a giugno, non può comunque essere esentata da un’osservazione: certamente a livello Ue è lecito e doveroso attendersi una risposta per tutelare il settore, ma il governo Meloni non può ricorrere al costante bersaglio di Bruxelles con la speranza di nascondere ciò che in Italia complica la vita degli operatori agricoli. Ricordate gli esponenti di Fratelli d’Italia che, indossando la pettorina dell’opposizione, scendevano in piazza e con grande foga pretendevano interventi mirati? Ricordate i meloniani scalmanarsi mentre se la prendevano – con termini durissimi, tutt’altro che morbidi – con l’esecutivo di turno per non aver messo nero su bianco le loro proposte? Ecco, quell’immagine è stata sacrificata in nome del realismo di governo. Che in questo caso non assume un’accezione positiva e di responsabilità, ma equivale alla presa di coscienza di aver provocato più di qualche malumore tra gli agricoltori. Con la lotta alla farina di grillini e con il bastone tra le ruote alla carne sintetica non si possono certamente mettere sotto il tappeto le accuse indirizzate al centrodestra. Non a caso ieri i presidi dei trattori sono arrivati alle porte di Roma, chiaro segnale del fatto che a essere interessato dai moniti è anche l’attuale esecutivo che in tutti i modi cerca di sviare l’attenzione altrove; da giovedì 8 febbraio prenderà il via la mobilitazione verso la Capitale. L’obiettivo di chi protesta è quello di chiedere al presidente del Consiglio e all’Europa di spiegare le ragioni che hanno portato a una situazione così soffocante, spronando a procedere nella direzione di un cambio di rotta per percorrere una nuova via a vantaggio degli agricoltori. Davvero Meloni pensa che limitarsi all’annuncio dell’incremento delle risorse del
Pnrr (da 5 a 8 miliardi di euro) possa placare l’ira degli operatori agricoli? È eloquente la presa di posizione di Danilo Calvani, leader del Cra Agricoltori traditi, che ha lanciato un avvertimento al capo del governo: «Se ci deve ricevere per prenderci in giro è meglio che non lo faccia. Se invece è in grado davvero di cambiare le cose… Ma lo dubito». Le parole di Calvani a La Stampa fanno crollare anche l’ipocrisia di chi non perde occasione per vestirsi da paladino del Made in Italy con la solita retorica e il consueto ventaglio di uscite a effetto propaganda. «Un conto sono gli spot elettorali e un altro conto sono i fatti», ha aggiunto. Un commento al veleno è stato riservato anche per la nascita del ministero della Sovranità alimentare («noi non ce ne siamo proprio accorti») e per il ministro Francesco Lollobrigida («cerca di spaccare la protesta»).
Sullo sfondo si consuma una battaglia tutta politica all’interno del centrodestra, tra Fratelli d’Italia e Lega che tentano di mettere le mani sull’onda del malcontento con l’auspicio di trarne un vantaggio in occasione delle elezioni europee. Un compito che distrae la maggioranza, chiamata invece a prendere di petto questioni urgenti come le tasse che pesano sui portafogli. Non sfugge l’atteggiamento del Carroccio che mette fretta agli alleati: «Contiamo di poter fornire al più presto risposte concrete, anche le altre forze di governo ci seguano in questo percorso». Silvia Fregolent, senatrice di Italia Viva, inchioda gli smemorati nel centrodestra: «Ma quelli come Salvini e Lupi che solidarizzano con gli agricoltori dov’erano quando hanno aumentato loro le tasse con la legge di bilancio?». Sarebbe necessario comprendere che impegni concreti e azioni tangibili rappresentano priorità rispetto a bandierine e motti da campagna elettorale. Abbandonare la stagione degli influencer e restituire dignità alla politica sarebbe una giravolta degna di merito.