Il Riformista (Italy)

L’Inter in mini fuga incontra la nuova Roma targata DDR

Juve, la più temibile delle inseguitri­ci. Milan terzo incomodo

- Alberto Gaffuri

Per parlare di fuga, forse, è un tantino presto. Certo è che il successo dell’Inter nel Derby d’Italia contro la Juventus ha scavato un mini-solco tra la squadra di Milano e la sua più immediata (e temibile) inseguitri­ce. Quattro punti, almeno sulla carta, non sono granché. Da qui alla fine del campionato, del resto, c’è tutto il tempo per recuperare. Considerat­a la partita in meno che i neroazzurr­i di Simone Inzaghi hanno sui bianconeri - oltre che sul Milan terzo incomodo - lo strappo d’inizio 2024 assume il sapore di un primo, vero, tentativo, di salutare tutte le altre contendent­i e provare a rincorrere lo scudetto numero 20. Qualcosa, in questo senso, lo si capirà già sabato. Alle 18, infatti, all’Olimpico si incontrera­nno la capolista e una Roma che, dall’avvento in panchina di Daniele De Rossi in poi, sembra avere cambiato marcia. Tre vittorie su altrettant­i match dicono molto circa la ritrovata vena dei gialloross­i che, dopo aver vinto con Verona, Salernitan­a e Cagliari, hanno nel mirino quella zona Champions che se arrivasse un bel risultato contro Lautaro Martinez e compagni non sarebbe una bestemmia evocare.

Al cospetto di una Juve pronta a difendersi dalla metà in giù del campo e a ripartire non appena fosse possibile, l’ultima Inter vista a Milano ha messo in mostra tutto il suo repertorio, con un Hakan Calhanoglu in formato trascinato­re e una squadra capace di girare a mille spinta da un San Siro gremito da oltre 75mila spettatori.

La 251° edizione di Inter-Juventus, insomma, non ha affatto tradito le attese, con qualche occasione sprecata di troppo anche sul versante torinese – dal canto suo, la Beneamata ha fallito con Nicolò Barella prima e Marko Arnautovic poi l’occasione di arrotondar­e l’1-0 conclusivo - e la sensazione che l’Inter sia al momento carica al punto giusto per sferrare l’attacco finale, o quantomeno per mettere in cascina tanto fieno prima dell’arrivo della primavera.

Da parte sua, Inzaghi getta acqua sul fuoco. Nel suo ruolo, peraltro, non potrebbe essere diversamen­te, anche perché all’appello mancano ancora 15 delle 38 giornate in cui è divisa la Serie A e, di conseguenz­a, i punti in palio sono davvero tanti, così come non mancano i possibili inciampi lungo la via che porta alla succession­e del Napoli campione d’Italia 2022-2023. Inzaghi che, beninteso, non sarà seduto in panchina nella Città eterna a causa della squalifica seguita all’ammonizion­e rimediata proprio nell’ultimo turno giocato.

Se i neroazzurr­i viaggiano spediti, la Juve, seppur andata ko nello scontro diretto, non è da meno, con il Diavolo un passo indietro ma comunque lì, pronto ad approfitta­re di qualsivogl­ia battuta a vuoto per rifarsi sotto al binomio di testa.

Questa, in fondo, è un po’ anche la filosofia di Massimilia­no Allegri che, certamente non soddisfatt­o per il mancato aggancio alla vetta, sa bene che i -4 punti dall’Inter e i +4 dal Milan non consentono a nessuno dei tre di abbassare la guardia.

I rossoneri, a Frosinone, un po’ si sono spaventati. Andata in vantaggio con il solito Olivier Giroud, la truppa di Stefano Pioli è dapprima stata recuperata e successiva­mente addirittur­a sorpassata quando il cronometro faceva scoccare il minuto 65. I gol Matteo Gabbia e Luca Jovic hanno permesso di rimettere le cose a posto.

In testa al campionato italiano, insomma, ci sono tutti gli ingredient­i per far sognare i tifosi, con la prova di forza dell’Atalanta a regalare un motivo in più per tenersi ben strette le prime posizioni valide per la Champions. Il 3-1 con cui la Dea ha battuto la Lazio è frutto di una supremazia netta in termini di tiri nello specchio della porta (19-7); la rete su rigore di Ciro Immobile all’83’, in questo senso, ha davvero potuto ben poco, se non addolcire un po’ la pillola. Alle sue spalle, però, la Roma incombe. All’esame di maturità contro l’Inter il compito di dire quale sarà la parte che la squadra di Paulo Dybala sarà chiamata a recitare di qui in avanti.

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Lautaro Martinez (FC Inter) e Gianluca Mancini (AS Roma)

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