L’Ue non può ignorare le proteste degli agricoltori
Lotta ai cambiamenti climatici, tutela dei lavoratori e stabilizzazione del reddito agricolo devono coesistere
Non possiamo più ignorare le proteste degli agricoltori, che scendono in piazza per far sentire con forza la propria voce.
L’Europa deve cambiare approccio: è fondamentale assicurare la sostenibilità economica delle aziende, che sono sempre più a rischio. Gli agricoltori meritano una giusta remunerazione ed è il momento di condividere un modello innovativo per rafforzare l’agricoltura, che gioca un ruolo chiave nella transizione verso un futuro sostenibile. Lotta ai cambiamenti climatici, tutela dei lavoratori e stabilizzazione del reddito agricolo devono necessariamente coesistere.
Come Comitato europeo delle Regioni abbiamo chiesto all’Unione Europea di cambiare le modalità di assegnazione dei fondi agli agricoltori per proteggerli meglio dai crescenti rischi derivanti da eventi meteorologici estremi, fluttuazioni dei mercati e crisi globali. Le nostre raccomandazioni nascono dalla preoccupazione che la politica dell’UE non sia abbastanza efficace nell’arginare il numero di agricoltori europei che, in questi ultimi anni, sta abbandonando la propria attività.
Negli ultimi tre anni hanno cessato di esistere migliaia di imprese: chiudono perché l’Europa non è stata capace di creare un safety net, una rete di protezione per gli agricoltori. E ciò è particolarmente grave perché l’assenza di una safety net è una lacuna enorme per i tempi che viviamo, caratterizzati da incertezza, rapidità negli accadimenti e globalizzazione. Non colmare questa lacuna significa pregiudicare la piena riuscita del Green Deal, così come della strategia Farm to Fork. Intanto, è stato approvato all’unanimità dai membri del Comitato europeo delle Regioni - riuniti in plenaria presso l’emiciclo del Parlamento europeo - il mio Parere sulla “Gestione dei rischi e regolamentazione dei mercati: gli strumenti per rafforzare la sostenibilità dell’agricoltura europea”. Un Parere sul Risk Management che individua i possibili miglioramenti da apportare negli strumenti di gestione dei rischi e nel meccanismo della riserva di crisi previsto dalla nuova Politica agricola comune.
In particolare, ho evidenziato l’importanza di assegnare i finanziamenti dell’UE in base a criteri su misura e di promuovere prodotti assicurativi solidi per proteggere gli agricoltori dagli shock finanziari provocati da epidemie, conflitti e altre crisi, con impatti pesantissimi sui prezzi delle commodity agricole e dell’energia che hanno reso insostenibili i costi di gestione aziendale per gli agricoltori, rafforzando al contempo la resilienza del settore agricolo. Un Parere decisivo per il futuro dell’agricoltura europea, che traccia anche la nuova “road map” della Pac. Nonostante il climate change sia ormai a tutti evidente, le misure di Gestione dei rischi e tutela del reddito in agricoltura sono ritenute ancora marginali e soprattutto non meritevoli di un’immediata attenzione nell’attuale Pac, pensata e scritta in un contesto storico, climatico e di mercato profondamente diverso dai tempi che viviamo. Non occuparsi oggi di un nuovo modello di intervento, significa implicitamente rinunciare agli obiettivi della Pac per la protezione dell’ambiente, del paesaggio, della biodiversità e del benessere degli animali. Ogni trasformazione radicale presuppone la fine di un’epoca: il mondo che abbiamo conosciuto fino a dieci anni fa non c’è più ed è finito da tempo. È arrivato il momento di cambiare e di dare ai nostri agricoltori una prospettiva di politica agricola più sostenibile.