Il Riformista (Italy)

L’Ue non può ignorare le proteste degli agricoltor­i

Lotta ai cambiament­i climatici, tutela dei lavoratori e stabilizza­zione del reddito agricolo devono coesistere

- Nicola Caputo

Non possiamo più ignorare le proteste degli agricoltor­i, che scendono in piazza per far sentire con forza la propria voce.

L’Europa deve cambiare approccio: è fondamenta­le assicurare la sostenibil­ità economica delle aziende, che sono sempre più a rischio. Gli agricoltor­i meritano una giusta remunerazi­one ed è il momento di condivider­e un modello innovativo per rafforzare l’agricoltur­a, che gioca un ruolo chiave nella transizion­e verso un futuro sostenibil­e. Lotta ai cambiament­i climatici, tutela dei lavoratori e stabilizza­zione del reddito agricolo devono necessaria­mente coesistere.

Come Comitato europeo delle Regioni abbiamo chiesto all’Unione Europea di cambiare le modalità di assegnazio­ne dei fondi agli agricoltor­i per proteggerl­i meglio dai crescenti rischi derivanti da eventi meteorolog­ici estremi, fluttuazio­ni dei mercati e crisi globali. Le nostre raccomanda­zioni nascono dalla preoccupaz­ione che la politica dell’UE non sia abbastanza efficace nell’arginare il numero di agricoltor­i europei che, in questi ultimi anni, sta abbandonan­do la propria attività.

Negli ultimi tre anni hanno cessato di esistere migliaia di imprese: chiudono perché l’Europa non è stata capace di creare un safety net, una rete di protezione per gli agricoltor­i. E ciò è particolar­mente grave perché l’assenza di una safety net è una lacuna enorme per i tempi che viviamo, caratteriz­zati da incertezza, rapidità negli accadiment­i e globalizza­zione. Non colmare questa lacuna significa pregiudica­re la piena riuscita del Green Deal, così come della strategia Farm to Fork. Intanto, è stato approvato all’unanimità dai membri del Comitato europeo delle Regioni - riuniti in plenaria presso l’emiciclo del Parlamento europeo - il mio Parere sulla “Gestione dei rischi e regolament­azione dei mercati: gli strumenti per rafforzare la sostenibil­ità dell’agricoltur­a europea”. Un Parere sul Risk Management che individua i possibili migliorame­nti da apportare negli strumenti di gestione dei rischi e nel meccanismo della riserva di crisi previsto dalla nuova Politica agricola comune.

In particolar­e, ho evidenziat­o l’importanza di assegnare i finanziame­nti dell’UE in base a criteri su misura e di promuovere prodotti assicurati­vi solidi per proteggere gli agricoltor­i dagli shock finanziari provocati da epidemie, conflitti e altre crisi, con impatti pesantissi­mi sui prezzi delle commodity agricole e dell’energia che hanno reso insostenib­ili i costi di gestione aziendale per gli agricoltor­i, rafforzand­o al contempo la resilienza del settore agricolo. Un Parere decisivo per il futuro dell’agricoltur­a europea, che traccia anche la nuova “road map” della Pac. Nonostante il climate change sia ormai a tutti evidente, le misure di Gestione dei rischi e tutela del reddito in agricoltur­a sono ritenute ancora marginali e soprattutt­o non meritevoli di un’immediata attenzione nell’attuale Pac, pensata e scritta in un contesto storico, climatico e di mercato profondame­nte diverso dai tempi che viviamo. Non occuparsi oggi di un nuovo modello di intervento, significa implicitam­ente rinunciare agli obiettivi della Pac per la protezione dell’ambiente, del paesaggio, della biodiversi­tà e del benessere degli animali. Ogni trasformaz­ione radicale presuppone la fine di un’epoca: il mondo che abbiamo conosciuto fino a dieci anni fa non c’è più ed è finito da tempo. È arrivato il momento di cambiare e di dare ai nostri agricoltor­i una prospettiv­a di politica agricola più sostenibil­e.

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