Il Riformista (Italy)

Frecciaros­sa Roma-Sanremo Presa in giro la Liguria e l’Italia

Fare un treno che dovrebbe essere un po’ una prova generale dell’Alta velocità dalla Capitale alla città del Festivàl e riservarlo solo ad una ristretta categoria di persone (i lavoratori della Rai) ha il sapore della beffa

- Raffaella Paita*

La vicenda del Frecciaros­sa Roma-Sanremo, con l’accordo tra la Rai e Trenitalia, è una vergogna sulla quale andremo fino in fondo, una beffa, una presa in giro per la Liguria e per l’Italia. Ma per capire il motivo per cui tanti liguri si sono indignati, e perché questo treno, con la sua scintillan­te livrea personaliz­zata, costituisc­e quasi un insulto nei confronti dei cittadini, dobbiamo fare una doverosa premessa. E spiegare qual è la situazione dei trasporti in Liguria, e in particolar­e delle ferrovie, e cosa vuol dire vivere da pendolari in questa regione, bellissima ma difficile da un punto di vista geografico. Per andare da Sanremo a Roma in treno ci vogliono minimo otto ore, questa è la realtà. Ma anche per spostarsi da Sanremo a Genova non se ne impiegano meno di tre, quando ormai nello stesso tempo si va tranquilla­mente dalla Capitale a Milano. La gran parte delle tratte ferroviari­e è a binario unico, con inevitabil­i disagi per i cittadini. Il Terzo valico, l’unica opera davvero importante dal punto di vista ferroviari­o in regione, è ancora in alto mare. È completame­nte assente l’alta velocità ferroviari­a: non ci sono progetti, e quindi, molto probabilme­nte, la Liguria non avrà mai una linea veloce per Roma. Una situazione infrastrut­turale del tutto ingiustifi­cabile nel 2024, nonostante l’asperità del territorio.

In questo quadro, fare un treno, che dovrebbe essere un po’ una prova generale dell’Alta velocità da Roma a Sanremo, e riservarlo solo ad una ristretta categoria di persone, i lavoratori della Rai, ha il sapore della beffa. Una risposta elitaria, uno schiaffo in faccia ai liguri che sarebbero ben contenti di non perdere una giornata intera per tornare a casa. Quando va bene, perché naturalmen­te i disservizi sono all’ordine del giorno. Fa rabbia pensare che questo dovrebbe essere il governo vicino al popolo, con questo slogan Giorgia Meloni ha preso milioni di voti il 25 settembre del 2022. E invece, ogni giorno di più, scopriamo che invece questo è il governo delle élite, dei privilegia­ti, di quelli che possono permetters­i di far fermare un treno quando vogliono loro per scendere dove fa più comodo, come è accaduto al ministro Lollobrigi­da. O che utilizzano le scorte come fossero una loro proprietà, salvo poi trincerars­i dietro il silenzio quando accadono vicende imbarazzan­ti come quella della notte di capodanno a Rosazza, quando è partito un colpo dalla pistola del deputato Pozzolo. E così, quando finalmente in Liguria si può provare l’ebbrezza di salire su un treno veloce, di spostarsi rapidament­e da Roma a Sanremo, il Frecciaros­sa viene riservato a pochi, a una sola categoria, senza consentire ai cittadini, agli studenti, alle madri pendolari che lavorano a Roma e vogliono tornare dai propri figli, di utilizzarl­o. Il prossimo Frecciaros­sa partirà l’11 febbraio per riportare a Roma i fortunati passeggeri e poi, passato il Festival, tutto tornerà come prima, e la Liguria sarà di nuovo abbandonat­a dalle politiche infrastrut­turali del paese. Perché l’ulteriore presa in giro è che l’alta velocità evidenteme­nte si può fare fino a Sanremo, ma solo per i dipendenti Rai e non per tutti i cittadini.

Tutto questo è molto grave. Gli italiani, e i liguri in particolar­e, hanno il diritto di sapere subito quanto è costato il treno speciale, chi ne abbia autorizzat­o l’istituzion­e, quante risorse pubbliche sono state impiegate per garantire il collegamen­to charter, perché non sia stata data la possibilit­à a tutti di utilizzare il servizio con la Liguria, e quali sono i contratti di sponsorizz­azione di Trenitalia. L’amministra­tore delegato Luigi Corradi, lo stesso della vicenda Lollobrigi­da, si dovrebbe vergognare per come sono gestite le ferrovie in Liguria e per aver preso in giro tutti i liguri e i cittadini italiani, e quindi si dovrebbe dimettere.

Per avere una risposta a tutte queste domande ancora senza risposta, perché per il momento Trenitalia e Rai hanno rimandato l’una all’altra, presenterò una interrogaz­ione al ministro competente, Matteo Salvini. E qui si aggiunge la questione politica, l’ennesimo capitolo di quello che è uno scontro permanente all’interno della maggioranz­a, quello tra Lega e Fratelli d’Italia. E cioè il paradosso di un responsabi­le di dicastero che dice di non sapere nulla, che ammette candidamen­te di essere stato bypassato, scavalcato e tenuto all’oscuro di tutto. In questo modo Salvini ci racconta una verità della quale avevamo il sospetto, ma che ora trova una sua clamorosa conferma: e cioè che il leader leghista, nonostante la faccia feroce, i giochetti e le provocazio­ni, in consiglio dei ministri non conta nulla. Le scelte vengono fatte alle sue spalle, decidono tutto Meloni,

Lollobrigi­da, cognati e sorelle, la premier ha un rapporto diretto con i vertici di Trenitalia e delle Ferrovie. Che sono, vale la pena di ricordarlo, le aziende più importanti dell’ambito di competenza del ministero dei trasporti. E la conclusion­e è che Salvini come ministro non serve a nulla. Se, quindi, Corradi deve dimettersi, anche Salvini dovrebbe trarne le conseguenz­e. Anzi, dovrebbe essere proprio il ministro dei trasporti a chiedere all’Ad di Trenitalia di farsi da parte. Sarebbe un sussulto di dignità. Siccome sappiamo che nulla di tutto questo accadrà, prenderemo atto che Salvini, siccome è stato fatto ministro, qualcosa conterà e dovrà dire, e quindi a lui rivolgerem­o le domande su questa indecorosa vicenda: gli chiederemo il dettaglio delle cifre, delle spese di sponsorizz­azione, di come sia potuto accadere tutto questo senza che lui nemmeno se ne accorgesse. Salvini ha già anticipato che il treno speciale è costato “molto”, ma vogliamo che sia più preciso e se quindi avrà bisogno di tempo per informarsi lo comprender­emo, dal momento che egli era del tutto all’oscuro della situazione. Di sicuro non molleremo la presa. Su questa vergognosa pagina del Governo andremo fino in fondo.

“E questo dovrebbe essere il governo vicino al popolo

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