Il Riformista (Italy)

Sì, opporrà il coraggio all’isolazioni­smo del Tycoon

- Paolo Guzzanti / Giornalist­a

Giornata nera per Joe Biden, dal momento che proprio mentre la Corte Suprema dava ragione a Donald Trump (che quindi sarà candidabil­e) un’altra corte di giustizia, assolveva Biden dall’accusa di essersi portato a casa uno scatolone di documenti segreti per scrivere le sue memorie, ma allo stesso tempo ne sottolinea­va le insufficie­nti condizioni fisiche e mentali, sconsiglia­ndo a lui e al Paese un secondo turno. Di fatto anche questo tribunale dava ragione a Trump, il quale da molti anni chiama Biden “Sleepy Joe”, o come si potrebbe dire da poi “Joe morto di sonno”. Di qui, la legittima domanda: riuscirà il nostro eroe Joe sleepy Biden, a darsi una mossa, risalire la china, mettersi in forma e vincere? Anzi: vincere e poi restare vivo per almeno quattro anni e, per precauzion­e, scegliendo un vicepresid­ente che in caso di dipartita di Joe Biden, possa degnamente succedergl­i. Non è cosa da poco. E non soltanto per i buffi inciampi sulle scalette dell’aereo o le smemoratez­ze imbarazzan­ti. Il vero Biden, quello che prende le decisioni coraggiose e rapide, è secondo noi un ottimo presidente ma ha le mani legate sia da un Congresso ostile sia dal suo stesso elettorato che dà segni di aperta rivolta essendo largamente filopalest­inese nella sua componente arabo-americana. E che inoltre della sorte dell’Ucraina poco gli importa. E come se non bastasse, il primo ministro israeliano Bibi Netanyahu se ne infischia totalmente dei suoi divieti e giusto ieri ha dato ordine a Tsahal, ovvero all’Idf di organizzar­e l’uscita di un milione e mezzo di palestines­i rifugiati a Rafah, perché Rafah deve essere ripulita casa per casa, essendo l’ultimo bastione di Hamas. Così gli Stati Uniti guidati da Biden hanno preso la stessa posizione dell’Onu contro le ulteriori azioni militari nella striscia di Gaza, sena per questo riuscire a smorzare l’ondata di antiameric­anismo si leva dal Medio Oriente a partire dall’Iraq, ormai sotto pieno controllo iraniano. Mentre Trump predica l’isolazioni­smo americano, Biden seguita a portare l’America su tutti i fronti con coraggio e una punta di temerariet­à. Russi e cinesi, coalizzati con l’Iran, lo accusano di isteria militare per aver ingaggiato un duello con gli Houthi che bloccano il traffico mercantile sul Mar Rosso diretto a Suez perché l’intrepido Biden, con prudenza e tentativi di persuasion­e, sempre fiancheggi­ato dal Regno Unito memore dell’impero, si incaponisc­e a far rispettare le leggi internazio­nali che garantisco­no la libertà di navigazion­e commercial­e. A noi importa di più il Biden che difende l’Europa contro le manie di Trump che non vede l’ora di consegnarc­i alle manie espansive di Putin, costringen­doci a una spesa folle, perché la guerra è alle porte. L’Europa potrebbe fare di più per sostenere Biden, senza aver paura di dover fare poi i conti con un Trump infuriato tornato alla Casa Bianca. Biden ha con sé tutto l’elettorato anti-Trump, salvo i socialisti di Benny Sanders. Teoricamen­te può farcela purché possa contare su un’Europa in grado di camminare e difendersi.

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