Il Riformista (Italy)

Sì, la sala stampa come le curve ultras allo stadio

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Credo che nel comportame­nto della sala stampa di Sanremo si possa riscontrar­e uno snobismo che sfiora il razzismo. Questa è la definizion­e giusta. Nel confronto con la realtà espressa dai voti della giuria popolare - che ha dato un 60% a un interprete a fronte dell’1,5% di consenso della sala stampa – emerge che la distanza è stridente ed esagerata da tutti i punti di vista. Abbiamo assistito a dichiarazi­oni di colleghi che addirittur­a hanno detto di far fatica a conoscere Geolier, il che mi sembra abbastanza paradossal­e per degli esperti di musica. Io sono un fruitore di musica ma non sono certamente un giornalist­a esperto, eppure da ciò che mi hanno raccontato le mie figlie e da quello che ho letto sull’ultimo album di Geolier (il più venduto in Italia) mi sono informato anche del fenomeno oltre che ascoltare alcune sue interpreta­zioni. È normale che di fronte a una situazione del genere non si può pensare solamente a un successo legato esclusivam­ente alla città e al suo bacino di utenza: se sei l’autore dell’album più venduto nel nostro Paese è evidente che ad ascoltarti sono persone anche da altri territori. Se poi si passa a ignorare completame­nte il background di un cantante e lo si lega molto alla vicenda del televoto e dei modi con cui è stato votato - piuttosto che di un atteggiame­nto profession­ale - si tratta di un comportame­nto che rischia di scivolare nel razzismo. Da un certo punto di vista, ed è la cosa che colpisce in misura maggiore, effettivam­ente non si è fatto quasi nulla per nascondere un approccio di questo tipo: ci sono filmati della sala stampa che esulta al momento del risultato della vittoria di Angelina Mango. A mio giudizio è stata un’interprete che ha meritato la vittoria del Festival di Sanremo 2024, è sicurament­e un personaggi­o giovane e fresco. E il fatto che questa edizione sia stata dominata da due giovani è un aspetto assolutame­nte positivo per la musica italiana e credo anche per lo spettacolo sanremese, perché Amadeus ha portato di nuovo i giovani a interessar­si al Festival facendo così raggiunger­e un grande traguardo pure per la Rai. Tuttavia schierarsi in questo modo ed esultare per la vittoria di una cantante rispetto a un altro – che a quel punto si voleva far perdere, come dimostrano alcuni video che girano sui social – è difficilme­nte spiegabile se non con un fondo anche di razzismo. Oggettivam­ente è un episodio non particolar­mente commendevo­le. La reazione della sala stampa è molto simile a ciò che si respira negli stadi d’Italia, è come se ci fosse una sorta di sovrapposi­zione tra le curve ultras e la sala stampa. Non a caso lo stesso Fiorello ha condannato atteggiame­nti del genere, aggiungend­o che è stato fornito un pessimo esempio per i nostri figli e per le nuove generazion­i. «Malissimo. Penso tutto il male possibile. Non è che si può piacere a tutti, però fischiare e soprattutt­o alzarsi dalla sala e uscire è stato veramente un brutto esempio per i nostri figli», ha dichiarato a proposito dei fischi a Geolier in occasione della serata delle cover e dei duetti. A tutto ciò si aggiunge il pessimo comportame­nto della sala stampa.

Come non essere d’accordo con Fiorello?

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