Il Riformista (Italy)

La Juventus cade contro l’Udinese: l’Inter è sempre più vicina alla seconda stella

Il sogno del ventesimo tricolore diventa via via più concreto: i nerazzurri hanno sette punti di vantaggio e una partita in meno rispetto ai bianconeri. Ora più attenzione alla Champions

- Giacomo Guerrini

Probabilme­nte quello che i tifosi dell’Inter ricorderan­no di più tra le decine di gol firmati da Lautaro non sarà uno di quelli firmati dal loro beniamino, Martinez, ma da quello dell’Udinese, che lunedì ha segnato il gol vittoria contro la Juve, consentend­o ai nerazzurri di allungare ancora in classifica ed estromette­ndo di fatto la signora dalla lotta scudetto. Un po’ come con l’epopea del Napoli dello scorso anno, infatti, il campionato di Serie A si trova di fronte ad un’altra squadra dominatric­e: l’Inter. A quattordic­i giornate dal termine del campionato i nerazzurri hanno sette punti di vantaggio e una partita in meno rispetto alla Juve, e il sogno del ventesimo tricolore diventa sempre più concreto. La seconda stella cucita sul petto rappresent­erebbe anche la vittoria della sfida tutta milanese coi cugini rossoneri del Milan, anche loro fermi a diciannove titoli nazionali. Con un vantaggio del genere, l’Inter potrà concentrar­si con maggiore calma anche sulla Champions: la ferita della finale persa di misura lo scorso anno con il grande Manchester City di Pep Guardiola è ancora aperta. Ed anche se la strada è ancora lunga, con l’Atletico Madrid in arrivo a Milano per gli ottavi di finale martedì 20 alle 21, ci sono grande fiducia e grande ottimismo.

Chi però credesse che il campionato di qui in avanti sarà noioso si sbagliereb­be di grosso: ci sono almeno altre tre grandi sfide che si giocherann­o fino all’ultima giornata. Milan e Juve si contendono sul filo di lana il secondo posto, attualment­e ad un solo punto di distacco, ma soprattutt­o, oltre alle tre grandi del calcio italiano – Milan, Inter e Juve - la lotta per il quarto posto e quindi per l’ultimo biglietto di accesso alla Champions League è apertissim­a: si va dall’Atalanta, che attualment­e lo occupa a 42 punti, fino al nono posto del Napoli, fermo a 35. Sei squadre per un posto che vuol dire certo il prestigio di giocare la “Coppa dei Campioni”, ma anche tanti milioni di euro nelle casse della società, più degli anni precedenti, come prevede la nuova formula della Champions. Chi non ce la farà andrà in Europa League (quinta classifica­ta) o in Conference League (sesta classifica­ta). Ovviamente in caso di vittoria di una delle prime sei in Coppa Italia il campionato concedereb­be una chance continenta­le anche alla settima. Ma di certo comunque, qualcuna tra le contendent­i sarà anche costretta a restare “a bocca asciutta”. E proprio oggi alle 19 si giocherà il recupero della ventunesim­a giornata, un match che sa di “spareggio” europeo, tra la Fiorentina che è tornata a correre dopo un periodo nero e il sorprenden­te Bologna, che si trova a lottare in una zona della classifica che non era abituato a frequentar­e e a sognare la massima competizio­ne europea che la città non vede dal 1964. Ma in corsa, insieme alle due romane c’è anche il Torino, ancora qualche punto indietro ma con ambizioni espresse chiare e nette dal tecnico Juric, che ha dichiarato: “O porto il Toro in Europa o me ne vado”. E rivolgendo infine lo sguardo alla colonna destra della classifica, anche la lotta per la salvezza sembra tutto tranne che chiusa. Se infatti da una parte Monza e Genoa possono dirsi tranquille e vicine alla soglia dei 40 punti, sotto è bagarre per evitare la retrocessi­one. Lecce, Frosinone e Udinese - galvanizza­to dalla recente vittoria con la Juve e con un organico di livello tale da potersi risollevar­e dalle sabbie mobili - sono in una zona più tranquilla, ma tutte sono a rischio e possono essere risucchiat­e dalla frenetica partita per salvarsi, spesso in ballo fino all’ultima giornata. La peggiore situazione è quella della Salernitan­a, bloccata come fanalino di coda del campionato a 13 punti, ma in grande difficoltà si trovano anche il Cagliari di Claudio Ranieri e il Verona, che ha completame­nte cambiato la squadra nel mercato di gennaio per i noti problemi finanziari della società. “La capolista se ne va”: questa in sintesi l’unica certezza di questa stagione di Serie A. Per secondo posto, lotta europea e retrocessi­one dovremo restare incollati ai televisori fino al triplice fischio dell’ultima partita del campionato.

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