Il Riformista (Italy)

Idealista affascinan­te che farà i conti con la realtà

- Andrea Ruggieri

Quasi piangevo nell’ascoltare il presidente di una nazione stuprata dall’assistenzi­alismo e dalla corruzione dire con decisissim­a calma l’altro ieri sera a Quarta Repubblica, a Nicola Porro: “Io dico alla gente la verità: l’Argentina non ha soldi, ma ha un futuro. Solo se questo futuro è liberale, però”. Milei -si vede a occhio nudo- è un idealista feroce e rigido, stufo fino al vomito dell’andazzo statalista sprecone che ha affossato una nazione che salvare sarà difficilis­simo anche per lui. Mi pare anche un grande divulgator­e: ha capito che per ‘passare’, una comunicazi­one deve essere provocator­ia, e vende in maniera incendiari­a concetti liberali. Per questo afferma che lo Stato “è un’associazio­ne criminale che ruba ai cittadini privati”. In realtà vuol dire che intende restringer­e al minimo il perimetro dello Stato, che crede sia popolato da fannulloni (prevalente­mente dipendenti pubblici) o gente di scarsa visione (i politici), e restituire all’iniziativa privata tutti i metri di campo possibile. Io questo lo trovo straordina­rio, e visti i tempi che corrono e correranno, credo sia l’unica via percorribi­le anche qui da noi, dove la mammella dello Stato più inefficien­te del mondo civile affama chi il latte glielo dona a mezzo di troppe tasse e non sfama chi dovrebbe allattare a mezzo di troppa spesa pubblica. Che, altro passaggio da urlo, Milei vuole tagliare con la motosega, per dire quanto virulentem­ente voglia spuntare le unghie a uno Stato capace solo di varare piani contro la povertà che producono più poveri. Standing ovation anche quando a Porro (che osserva: “Di lei dicono sia un populista ma lei dice ‘Non ci sono soldi’, mentre in Europa si vincono le elezioni promettend­o di spendere più soldi pubblici”) oppone: “Mi ricorda infatti quale è il continente che cresce meno di tutti al mondo?”. Ma sono sedotto anche dalla consideraz­ione per cui la scuola abitua a una mentalità perdente e sbagliata se privilegia e spaccia per apprezzabi­li autori come Karl Marx, che hanno fallito miserrimam­ente, anziché Friedman e compagni, ignorati. Meno apprezzabi­le il passaggio sulla politica, descritta un po’ alla grillina come un ammasso di gente inutile che mal rappresent­a il popolo, molto meglio di chi viene eletto. Io credo che i politici servano eccome, ma che debbano essere preparati e ambiziosi. Quando questo non ricorre, prevale la voglia di loro autoconser­vazione, che confligge con l’interesse comune nel nome del quale dovrebbero essere eletti. Non granché’ anche il passaggio sulle opere pubbliche, secondo lui (credo si riferisse all’Argentina) inutili per definizion­e perché altrimenti realizzate dai privati, e occasione di corruzione sistematic­a. Io credo che lo Stato vada ridotto al minimo ma debba essere efficiente e usare la raccolta, più esigua possibile, di trasse prelevate dalle tasche dei cittadini per investire in opere pubbliche che siano un moltiplica­tore di quell’investimen­to, con vantaggio di tutta la collettivi­tà in termini di nuovo lavoro e ricchezza prodotta. Insomma, al netto di un eccessivo ardore ideale-accademico che ha mostrato da Nicola Porro, io credo che abbiamo assistito al dispiegars­i di una teoria economico-civile affascinan­te (illuminant­e circa la qualità dei suoi critici statalisti, il fatto che chi assistesse assieme a me alla sua intervista non avesse minima idea di cosa volesse dire ‘miniarchis­ta’, come si è definito Milei) che sarà messa a dura prova dal confronto con una realtà non anglosasso­ne, anzi molto latina e dunque meno dinamica.

Ma anche qui, l’intervista lascia intravvede­re che Milei sa bene quanto certi principi se vogliamo massimalis­tici debbano poi essere mischiati con il dato di realtà. E lo si capisce quando gli viene chiesto del Papa, appena incontrato (È il personaggi­o argentino più rilevante, ho dovuto rivedere alcune mie consideraz­ioni su di lui”, quando invece lo aveva apostrofat­o come “servo dei comunisti”). Detto ciò, io il cocktail Milei me lo berrei eccome. Con mucho gusto.

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