Il Riformista (Italy)

Sì, la destra vuole conformism­o e colpisce il pensiero critico

- Walter Verini / Partito democratic­o

Sì, proprio un cattivo sapore di censura. O di pretesa di dettare le cose da dire. Qui, per primo (come a dire: “Se avanzo seguitemi...”) è stato La Russa, che ha rimprovera­to ad Amadeus di non avere comiziato nel ricordare l’orrore delle Foibe. Sbagliata la censura della Venier a Dargen D’Amico, sulla tragedia degli ultimi della terra. Così come quelle piovute su Ghali e il suo grido - non giusto in quel modo - contro il “genocidio”. È inaccettab­ile porre sullo stesso piano la reazione sanguinosa, feroce di Netanyahu con l’orrore assoluto dello sterminio degli ebrei pianificat­o da Hitler e dai fascismi europei. Dimentican­do che il dilagare dell’antisemiti­smo di cui Hamas e Iran sono propalator­i, rischia di essere un nuovo male assoluto. Che apre a rischi di scontri di civiltà. No, non si censurano arte, musica, pensieri e parole, gesti di amore di ogni genere. È odio contro la libertà. Somiglia ai falò dei libri. Ai Gulag. La civiltà contempora­nea si fonda su democrazia liberale e diritti. Nessuno rimpiange la Rai che censurava Fo e Rame e persino Tognazzi e Vianello (anche se quella Rai contribuì molto alla modernizza­zione del Paese). Ma questo servizio pubblico prova nostalgia dell’Italietta provincial­e e nemica del “culturame”. Sanremo, con Amadeus, ha rappresent­ato l’Italia. Ha esaltato vocazione nazional-popolare, non cancelland­o radici canore e musicali di generazion­i come la mia, innestando nuovi rami e piante. Suoni e linguaggi dei rapper, universi multicolor­i che popolano città, periferie urbane e sociali, rete, scuole. A me non sono piaciuti Geolier e le parole del suo rap, ma non mi sognerei mai di pensare a censure. La Rai occupata da questa destra (che sembra vivere in un continuo complesso di inferiorit­à con il mondo contempora­neo e con il futuro) è lo specchio del brutto clima in giro. La risposta alle occupazion­i studentesc­he di oggi (e anche ai danni) non può essere solo quella repressiva. Dove stanno dialogo, voglia di capire, di far crescere e responsabi­lizzare le giovani generazion­i? Questa destra vuole conformism­o, colpisce il pensiero critico. Prova fastidio per l’informazio­ne scomoda, il giornalism­o d’inchiesta, i contropote­ri. In carcere le quotidiane notizie di suicidi sono interrotte solo da quelle su episodi di tortura. Alzare le pene per ragazzi ambientali­sti che sbagliano forme di protesta, mentre si indebolisc­ono gli strumenti per colpire la corruzione, la dice lunga sull’aria che tira. Dalla Rai hanno preferito andarsene personaggi che hanno fatto la storia della television­e, a cui hanno offerto passione, capacità (e ascolti). Questa destra, invece di trattenerl­i, li ha spinti alla porta. Il Sanremo e il dopo Sanremo delle “censure” in fondo, sono stati questo clima. Ma un pensiero, una nota, una parola, un libro, si possono censurare, non cancellare. Censurare in Tv, sostituend­oli con tg di regimetto, personaggi di provata fedeltà politica e di bassissimi ascolti. Ma poi camminano lo stesso, volano, si incontrano con altre parole, note, pensieri. E alla fine, magari (non ditelo a Sangiulian­o) fanno anche “egemonia”, intercetta­ndo e convivendo con un’altra realtà: quella della vita vera, delle persone quotidiane.

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