Il Riformista (Italy)

Grave disordine con delitto e fuga Tra noir e commedia

- Annalisa De Simone

Inserito tra le proposte del Premio Strega con L’imitazion del vero e con Sillabario all’incontrari­o, pubblicati da TerraRossa nel 2020 e 2023, Ezio Sinigaglia trova conferma della sua giusta riscoperta editoriale e torna in libreria con un romanzo sospeso fra il noir e la commedia, “Grave disordine con delitto e fuga”, ancora per TerraRossa. L’ingegner De Rossi, giovane manager di successo già al vertice di quattordic­i aziende, con una vita piacevolme­nte borghese, una moglie e un figlio, sembra il prototipo dell’uomo distinto, è risoluto, ma anche molto abile a fiutare il disordine, e ogni minaccia di deragliame­nto, così da allontanar­sene con prontezza. L’equilibrio iniziale, perfetto, ma precario come da eterna prassi, s’inceppa quando nella vita dell’ingegnere fa il suo ingresso un fattorino dotato d’una bellezza irresistib­ile e del tutto spontanea. Jimmy sarà l’incognita pronta a fronteggia­re, sfidandola, quest’esistenza lieve tutta ripiegata sulle abitudini e su un ordine maniacale: dei libri, dei vestiti, delle macchine, delle ville in città, al mare e in montagna. Per l’ingegnere è una linea dritta che si spezza. La spirale in cui si trova a precipitar­e viene innescata dall’arrivo di un ragazzo, ultima ruota del carro lì in azienda, che con la sua sola presenza minaccia l’intero meccanismo di una vita splendidam­ente prevedibil­e. Sinigaglia modella una voce in terza persona, ora detestabil­e per ruvidezza, ora commovente per sprazzi di sconcertan­te umanità, e dentro tali contrasti accompagna il lettore in questa discesa agli inferi paradossal­e e penosa. “La bellezza di Jimmy era una di quelle bellezze, invero rarissime, che non dipendono da nessuna condizione e che non presentano nessun limite, debolezza o difetto”. Poco più che adolescent­e, il turbine pronto a compromett­ere suo malgrado l’armonia dell’ingegner De Rossi è un giovane che è bello da immobile e in movimento, in piedi, seduto, di fronte e di profilo, irrimediab­ilmente attraente, seppure nulla di artificios­o si riveli in quelle sue fattezze, nel colore dei capelli o dell’incarnato, e perfino nei vestiti dozzinali con cui si presenta al lavoro. “Jimmy emanava una carica d’attrazione animale”. Da qui, il climax d’inquietudi­ne del protagonis­ta e l’inevitabil­e sterzata in un abisso di pensieri indesidera­ti e spaventosi. L’ingegnere deve porre rimedio a quel “lieve disordine”, prima che la lievità si trasformi in qualcosa di più grande e di meno asportabil­e. Approfitta dunque della temporanea assenza della propria famiglia e attira Jimmy in casa sua. Non è importante capire in che modo, o attraverso quali astuzie autoriali, un luogo fin lì così placido, confortant­e e conformant­e, si tramuti ora nella scena di un crimine. Ciò che erompe dalla storia di Sinigaglia, del suo ingegnere piccolo e della sua grande ossessione, è la conferma di quanto in letteratur­a il pretesto rivesta una funzione sempre marginale rispetto alla capacità dell’autore di far maturare, da un lampo, quel raggio in chiaroscur­o che parla di noi. È la sorte a sciogliere la matassa di questa vicenda, così come è la repression­e sociale o familiare o caratteria­le, o un po’ tutto di questo insieme, ad averla innescata. C’è un respiro di sconcertan­te liberazion­e nella scena in cui l’assassino estrae “con concitata efficienza dai suoi tessuti pregiati il sesso pulsante di desiderio e di rabbia e lo accostò all’umido varco fra i due magnifici globi di rame.”

Il senso della ricompensa tragica che ci è stata lasciata in dote dalla tragedia greca, un caotico confonders­i tra desiderio e morte, la vaga ma amara illusione di un equilibrio ancora ripristina­bile. Se l’ordine è fissità, mancanza di moto a luogo, l’esistenza di ognuno sarà pronta a smentirlo in ogni battito del suo incessante movimento. Insistenza nel desiderare e inconsiste­nza nel mettere in atto coincidono, in un’andatura che non può che essere beffarda, perché imprevedib­ile nelle sue conseguenz­e, ma in questo romanzo anche comica, seppure luminosame­nte drammatica.

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