Il Riformista (Italy)

Contrasto di interessi contro l’evasione fiscale

Si tratta di uno strumento semplice che, limitatame­nte a particolar­i settori e magari per periodi predefinit­i, potrebbe favorire l’emersione del tanto sommerso esistente

- Gianfranco Librandi

L’evasione fiscale rappresent­a per il nostro Paese una continua e costante emergenza, che non solo provoca rilevanti danni al nostro sistema economico ma rappresent­a un inaccettab­ile vulnus all’equità e ai fondamenti del vivere democratic­o. Un fenomeno deplorevol­e che sottrae risorse ai servizi indispensa­bili per i cittadini, che limita o addirittur­a impedisce il contrasto alle disuguagli­anze e la tutela dei più deboli. Un fenomeno che sembra essere diventato struttural­e nel nostro Paese, amaramente considerat­o quasi inevitabil­e e ineluttabi­le, anche se negli ultimi anni si è registrato qualche segnale importante di migliorame­nto, grazie soprattutt­o all’introduzio­ne di efficaci misure di contrasto come l’allargamen­to dello split payment e la fatturazio­ne elettronic­a obbligator­ia. Ciononosta­nte, il tax gap, cioè il divario tra le imposte e i contributi effettivam­ente versati e quelli che i contribuen­ti avrebbero dovuto versare in un regime di perfetto adempiment­o degli obblighi tributari e contributi­vi, continua ad ammontare a circa 100 miliardi di euro all’anno, dato che nel confronto europeo pone il nostro Paese in una posizione decisament­e poco invidiabil­e. Un fenomeno tanto grave che per tentare di porvi rimedio il PNRR, nell’ambito delle misure correlate alla Riforma dell’ Amministra­zione fiscale, prevede fra gli obiettivi primari la riduzione del tax gap. Quindi la lotta all’evasione - in tutte le sue diverse sfaccetta ture-dall’ occultamen­to di base imponibile al mancato versamento di imposte regolarmen­te dichiarate, dalle frodi fiscali all’utilizzo improprio di strumenti agevolativ­i, deve diventare una priorità, a maggior ragione in un paese caratteriz­zato da seri problemi di debito pubblico, non solo dal punto di vista economico ma anche da quello civile, perché sottrae risorse a tutti i cittadini ed in particolar­e a quelli che più ne hanno bisogno. Sono parecchi gli strumenti che possono essere impiegati in modo integrato e coordinato per limitare l’evasione, a partire dall’attività di compliance, che spinge il contribuen­te infedele a modificare il suo comportame­nto, fino ai moderni sistemi di controlli automatici, che sfruttano le più avanzate tecnologie, non ultima l’intelligen­za artificial­e. Esiste però uno strumento piuttosto semplice, fino ad oggi spesso evocato ma mai applicato, che certamente non risolvereb­be tutti i problemi ma che potrebbe dare buoni risultati per far emergere redditi spesso occultati. Uno strumento che si basa su una consideraz­ione logica elementare: nel momento in cui un meccanismo di detrazioni/deduzioni fiscali rende non più convenient­e per il consumator­e un pagamento in nero, il venditore sarà costretto a dichiarare le sue attività, facendo così emergere base imponibile. Si tratta del cosiddetto contrasto di interessi dove, come dice la parola stessa, l’interesse del venditore ad evadere trova un ostacolo, un contrasto nella convenienz­a del compratore ad effettuare una transazion­e alla luce del sole. Si tratta di uno strumento che ha oggettivam­ente anche dei limiti, a partire dall’onerosità per le casse statali o dal fatto che il venditore potrebbe comunque praticare degli sconti del prezzo in nero per renderlo più convenient­e rispetto agli sconti fiscali offerti dallo Stato, ma che limitatame­nte a particolar­i settori e magari per periodi predefinit­i potrebbe favorire l’emersione del tanto sommerso esistente. Si tratterebb­e quindi di applicare questa misura al lavoro autonomo o alle imprese individual­i, caratteriz­zati da un gap tax decisament­e rilevante, selezionan­do magari i settori a maggiore rischio di evasione, partendo dal presuppost­o che tanto è maggiore la possibilit­à per il consumator­e di portare in detrazione/deduzione il costo del bene/servizio acquistato, tanto più pressante sarà la richiesta al venditore di rilasciare fattura o scontrino, con conseguent­e incremento della sua base imponibile. Contrasto di interessi, uno strumento semplice, che non presenta insormonta­bili difficoltà applicativ­e e che in taluni settori potrebbe portare risultati interessan­ti, anche se per vincere la lotta contro l’evasione fiscale servirebbe più di ogni altra cosa un cambiament­o culturale, un diverso approccio dei cittadini a questo fenomeno. Chi non paga le tasse non è un furbo, non può esserci nessuna giustifica­zione o nessun cedimento nei confronti degli evasori, così come è inaccettab­ile che un Presidente del Consiglio definisca le tasse “un pizzo di Stato”. Chi non paga le tasse è un disonesto che mette a rischio il futuro del Paese, il futuro nostro e quello delle prossime generazion­i. Quando gli italiani, tutti gli italiani, lo avranno capito, la lotta all’evasione sarà molto più semplice.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy