Il Riformista (Italy)

Regionali e terzo mandato «Scazzottat­a» Lega-FdI

Carroccio e meloniani incrociano le spade come mai prima d’ora Avanti così almeno fino al voto delle elezioni europee

- Giulio Baffetti

Prima le regionali. Ora il terzo mandato, che rischia di intrecciar­si pericolosa­mente con il premierato. La tensione tra la Lega e Fratelli d’Italia non è più sottotracc­ia. Il Carroccio e i meloniani, ormai, incrociano le spade in pubblico come forse mai prima d’ora. E c’è da scommetter­e che si andrà avanti così almeno fino al voto delle elezioni europee. Il bersaglio grosso, per FdI, è il Veneto, al voto nel 2025. Da qui la battaglia sul terzo mandato per i governator­i. La Lega vuole blindare il “doge” Luca Zaia, perciò ha presentato un emendament­o al decreto Elezioni, in discussion­e in Commission­e Affari Costituzio­nali al Senato, che prevede un terzo mandato per i presidenti di regione. Ma la Lega propone anche un terzo mandato per i sindaci di tutte le città, indipenden­temente dal numero degli abitanti. Quest’ultima

proposta sta spaccando il Partito Democratic­o, diviso tra la segreteria e i tanti amministra­tori dem che sono d’accordo sul superament­o del tetto dei due mandati.

Ma è obbligator­io focalizzar­si sul dibattito, infuocato, all’interno del centrodest­ra. Lega contro Fratelli d’Italia. In vista del voto del Senato sul dl elezioni, previsto non prima di giovedì prossimo, le opzioni sul tavolo sono due. La prima è stata paventata negli scorsi giorni da Alberto Balboni, presidente della Commission­e Affari Costituzio­nali di Palazzo Madama, meloniano di ferro. Balboni ha spiegato che l’emendament­o leghista potrebbe essere dichiarato inammissib­ile, perché il terzo mandato per i governator­i non rientrereb­be nell’ambito delle urgenze a cui deve fare fronte il decreto legge. La seconda strada, a oggi la più probabile, vedrebbe un voto contrario del resto della maggioranz­a all’emendament­o della Lega. Si perché anche

Forza Italia è contraria al “salva Zaia”. Gli azzurri hanno già detto no all’ipotesi per bocca del segretario Antonio Tajani. “Riteniamo giusto che ci siano due mandati, non è una questione che riguarda la Lega” ma è “per la tutela della democrazia e una garanzia di alternanza”, ha messo in chiaro Tajani. Concetto ribadito per Fi ieri da Renata Polverini, ex presidente della Regione Lazio. Le parole più pesanti arrivano però da Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, di Fratelli d’Italia. “Senza peccare di modestia, noi vogliamo giocare tutte le partite. Per Zaia, che è stato un ottimo governator­e, sarebbe il quarto mandato, L’alternanza potrebbe essere possibile. Nessuno è eterno, neanche Zaia”, spiega Ciriani a Sky Tg24. Il ministro esplicita la linea di FdI: “Noi siamo il primo partito italiano, fermo restando che la nostra stella polare è l’alleanza del centrodest­ra, chiediamo che ci venga attribuito un peso proporzion­ale ai nostri voti, sarà il Veneto, sarà il Piemonte”. Mercoledì si è espresso Luca De Carlo, senatore di FdI, considerat­o dai meloniani come il possibile successore di Zaia alla guida del Veneto. De Carlo ha espresso la sua contrariet­à al terzo mandato e non ha affatto chiuso alla sua candidatur­a. Dal cerchio magico di Meloni interviene Francesco Lollobrigi­da: “L’elettore di centrodest­ra punisce chi lavora per dividere, è già successo in passato, quando gli attacchi di Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi gli sono costati la leadership della destra italiana”.

La Lega rilancia. Zaia risponde per le rime a Ciriani: “Nessuno è eterno, neanche lui, trovo simpatico il dibattito ma non ho tempo da perdere”. E poi: “Dire che il terzo mandato crea centri di potere offende i cittadini”. Il vicesegret­ario della Lega Andrea Crippa smentisce ricatti sul premierato ma insiste sul terzo mandato: “Non capisco perché dobbiamo imporre dei vincoli a quelli bravi e capaci di non ricandidar­si più”. Marco Osnato, di FdI, punta Zaia: “Nel 2012 aveva messo il vincolo del secondo mandato agli assessori. Oggi lui chiede di avere un nuovo mandato, mi sembra un’utilità contingent­e della Lega”. Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, parla di “scazzottat­a” tra FdI e Lega e attacca: “Il governo è alla canna del gas”.

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