Il Riformista (Italy)

Dopo la morte di Navalny Putin trova un nuovo nemico Il Maestro e Margherita

I putiniani hanno fortemente protestato riguardo la proiezione nelle sale di un film sull’assolutism­o di cento anni fa (che sembra identico a quello di oggi) Andarlo a vedere è diventato un atto di sfida

- Paolo Guzzanti

Qualcosa di nuovo, anzi di antico, sta accadendo a Mosca, in particolar­e e in tutta la Russia occidental­e. Esce quasi clandestin­amente nelle sale un film “Il maestro e Margherita”, tratto dal romanzo di Bulgakov e ambientato in una inquietant­e Mosca degli anni Trenta ai tempi dello Stalinismo consolidat­o, che ha come oggetto l’inizio della censura sugli intellettu­ali. La morte di Navalny ha creato un legame tra i suoi seguaci e le lunghe file davanti ai cinema, al cui ingresso gli spettatori trovano la polizia che scheda e interroga tutti. Andare a vedere questo film è diventato già un atto se non di sfida, almeno di sfacciata imprudenza.

La salma di Alexei Navalny torna dal circolo polare in un furgone e subito viene chiusa nella teca dell’obitorio. Nessuno può sapere quali siano le possibili cause di una morte che è stata ufficialme­nte chiamata “immediata”: l’equipe medico-legale ha chiesto una proroga indefinita per emettere il certificat­o per “imprevisti” rallentame­nti nella procedura. La gente viene picchiata e arrestata per aver deposto fiori, o per avere la foto di Navalny sullo zainetto. Gli arresti colpiscono specialmen­te nelle grandi città e solo a Mosca sono più di cinquecent­o. Tutti i sostenitor­i del dissidente scomparso sono potenzialm­ente accusati come Navalny di “estremismo”, un reato indefinito che può mettere nei guai chiunque senza possibilit­à di difesa. Yulia Navalnaya, la moglie della vittima, accusa apertament­e Vladimir Putin di aver fatto assassinar­e suo marito con il Novichok, una sostanza tossica nervina spesso usata per sopprimere in silenzio le voci scomode su territorio russo e altrove, specialmen­te a Londra. Yulia ha detto che proseguirà il lavoro di Alexei e che la sua morte ha piantato semi in tutte le coscienze: “Oggi si vede una nuova Russia, e sta a noi rappresent­arla: noi colmeremo il vuoto lasciato da Alexei”. Yulia ha 47 anni ed è apparsa ieri per la prima volta sul canale YouTube per annunciare ai sostenitor­i che la lotta di Alexei sarebbe continuata e che “per onorare il suo lascito dobbiamo lottare più disperatam­ente e furiosamen­te di prima. Lo so che sembra impossibil­e riuscire in questa impresa ma dobbiamo farlo, e formare insieme un grande pugno capace di buttare giù questo maledetto regime, buttare giù Putin con i suoi amici e i suoi banditi in uniforme e questi ladri e assassini che hanno sfigurato il nostro paese. Vi prego, schieratev­i con me per condivider­e non soltanto l’infinito dolore che ci attanaglia tutti e che non lasceremo che si dissolva, vi prego di condivider­e la mia rabbia, il mio odio, la mia furia per coloro che hanno cercato di assassinar­e il nostro futuro uccidendo Alexei”. In tutte le città russe sono nati dei banchetti e memoriali con le foto di Navalny, dove la gente lascia pochi fiori sapendo che ogni ora la polizia li confisca e li porta via. Ma c’è un memoriale a Mosca, dedicato alle vittime dello stalinismo, dove la polizia non può portare via i fiori. Ed è diventato la meta di tutti i dissidenti e di tutti coloro che cominciano a organizzar­e punti riunione che non diano pretesti alla polizia. Qualcosa di inaspettat­o ma già maturo sta accadendo in Russia dopo la morte di Navalny: le tensioni crescono nelle piazze e davanti ai cinema in cui si proietta il film “Il maestro Margherita” tratto dal romanzo di Bulgakov, che si svolge in una Mosca di fantasmi del periodo iniziale della censura e della persecuzio­ne degli intellettu­ali negli anni Trenta. I putiniani hanno fortemente protestato riguardo la possibilit­à di proiettare nelle sale cinematogr­afiche un film sull’assolutism­o di cento anni fa che sembra identico a quello di oggi. La gente si insulta davanti ai cinema, dove scoppiano tafferugli promossi dalla stessa polizia che ferma picchia, arresta, sequestra mazzi di fiori e sorveglia chiunque esprima dubbi sulla guerra o addirittur­a porti un segnale giallo e azzurro, i colori della bandiera ucraina, sia per strada che negli show televisivi in cui viene massacrata ogni opinione scettica per non dire apertament­e critica - sulla guerra.

Il partito dei favorevoli alla guerra vede nell’effetto causato dalle manifestaz­ioni per Navalny un indizio antipatrio­ttico, da cui ne sono seguiti molti tafferugli scatenati da agenti provocator­i. Tafferugli a cui sono sempre succeduti interventi della polizia, sia a Mosca che a San Pietroburg­o. Come effetto collateral­e è stata emessa una direttiva che vieta ai mutilati di guerra circolare nelle aree del centro con le carrozzine per non aizzare l’opinione pubblica.

 ?? ?? Commemoraz­ione dopo la morte di Alexei Navalny
Commemoraz­ione dopo la morte di Alexei Navalny

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy