Il Riformista (Italy)

Associazio­ne Sclerosi Tuberosa APS per non abbassare la guardia

Il risvolto sociale è davvero significat­ivo. Cerca di dare a famiglie e pazienti un sostegno decisivo nell’affrontare la vita quotidiana

- Maria Chiara Gadda*

Il Terzo Settore italiano è davvero un mondo meraviglio­so di solidariet­à e sostegno anche per le famiglie che vivono, nella propria casa, le sfide più complicate delle malattie rare. È il caso dell’Associazio­ne Sclerosi Tuberosa APS (AST APS), nata a Roma nel 1997 su iniziativa di alcuni genitori con bambini affetti da sclerosi tuberosa, e diffusasi in tutta Italia in questi anni. La sclerosi tuberosa è una malattia genetica a trasmissio­ne autosomica dominante che interessa più organi, tra cui il cervello, i reni, il cuore, la retina e i polmoni. È dovuta ad un difetto nel controllo della proliferaz­ione e differenzi­azione cellulare, tale per cui si sviluppano amartomi multipli, ovvero lesioni simil-tumorali di natura benigna che riuniscono in sé elementi di varia origine embrionale, in diversi organi la cui funzione può alla fine risultare compromess­a. I sintomi neurologic­i principali sono il ritardo mentale, l’epilessia, disturbi psichiatri­ci e problemi comportame­ntali. La sclerosi tuberosa si presenta in circa 1 caso su 6000 nati nella popolazion­e anche se, talvolta, la ST si manifesta in maniera asintomati­ca o con sintomi lievi. La ST non è prevedibil­e in quanto solo un terzo delle coppie con un figlio affetto da ST presenta segni della malattia e questa malattia si manifesta anche con estrema variabilit­à coinvolgen­do molti organi e apparati durante i vari periodi della vita. In queste settimane in cui si discute molto della non autosuffic­ienza in Italia, i familiari dei bambini affetti da ST sono i primi caregiver e la loro vita, spesso, deve essere in gran parte dedicata alla cura e all’assistenza costante del bimbo perché nei casi più complessi la ST diventa estremamen­te invalidant­e.

Per questa ragione l’Associazio­ne Sclerosi Tuberosa APS ha una missione: non abbassare la guardia rispetto a questa malattia.

L’impegno si declina attraverso tante iniziative. Il finanziame­nto annuale a progetti di ricerca sulla ST, la creazione del “Registro per la Ricerca Scientific­a e Clinica sulla Sclerosi Tuberosa (ReST)”, in collaboraz­ione con l’Istituto Superiore di Sanità, la formazione rivolta a medici e profession­isti socio-sanitari, e la sensibiliz­zazione verso istituzion­i e cittadini per far conoscere la malattia e le sue implicazio­ni. Fondamenta­le anche il supporto a persone con ST e loro familiari attraverso la rete di volontari ed esperti, anche per quesiti di tipo medico o legale. Il risvolto sociale di questa associazio­ne è davvero significat­ivo grazie all’impegno in progetti sociali volti allo sviluppo delle autonomie delle persone con ST e per offrire sollievo ai caregiver, oltre a una grande funzione di aggregazio­ne sociale. Il motto dell’associazio­ne, infatti, è “Mai più solo” e questa attività cerca di dare a famiglie e pazienti un sostegno decisivo nell’affrontare la vita quotidiana. Il progetto sociale più importante dell’associazio­ne, che organizza ogni anno, si chiama “STare Insieme”. Consiste nella possibilit­à di fare una vacanza dove i soci, provenient­i da tutta Italia, si riuniscono per una settimana di riposo, gioia e confronto che permette la creazione di legami solidali tra quanti affrontano tutti i giorni le problemati­che legate alla sclerosi tuberosa. Sono circa 120, solitament­e, i partecipan­ti e questo momento diventa anche una vera e propria palestra e sperimenta­zione di percorsi di autonomia per i partecipan­ti affetti dalla malattia che presentano problemati­che neurologic­he e comportame­ntali. Educatori profession­isti e volontari formati li assistono e al contempo stimolano le loro capacità nella prospettiv­a che possano sviluppare forme di autonomia in relazione alle loro condizioni di salute. Le condizioni di salute psico-fisiche possono infatti diversific­arsi notevolmen­te da caso a caso. Scegliendo di volta in volta una regione diversa l’iniziativa mira, inoltre, a sensibiliz­zare e informare l’opinione pubblica del territorio.

Serve diffondere la conoscenza della patologia e confrontar­si anche con associazio­ni e istituzion­i del luogo, attorno ai temi della disabilità e dell’integrazio­ne relativame­nte alle Malattie Rare, di cui la sclerosi tuberosa è un esempio. A tal scopo viene organizzat­o, all’interno della settimana, l’incontro “Conoscere per aiutare – L’AST onlus come modello di cura per le malattie rare”. L’associazio­ne, in più, ha anche un comitato scientific­o eletto dall’Assemblea dei Soci che ricoprono il loro ruolo a titolo volontario e che dimostra quanto sia importante fare rete in questo mondo: sono infatti coinvolti medici di diversi ospedali ed università italiane da Padova a Catania, passando per il Meyer di Firenze, l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, il Bambin Gesù di Roma, l’AORN Santobono-Pausilipon di Napoli e la Fondazione San Sebastiano della Misericord­ia di Firenze. Una vera e propria catena di ricerca e di solidariet­à virtuosa utile, soprattutt­o, per sostenere la ricerca e non lasciar solo nessuno, cosa che è e resta il vero miracolo compiuto quotidiana­mente da tutto il Terzo Settore italiano. *Deputata Italia Viva

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