Il Riformista (Italy)

Champions League si allargano i cordoni Addio alla fase a gironi

A cascata le modifiche riguardera­nno anche l’Europa League e la Conference. L’Italia potrebbe portare fino a 11 squadre

- Alberto Gaffuri

C’è una riforma, ed è quella della Champions League e degli altri due tornei europei, l’Europa League e la Conference League, che vuole modificare, e non soltanto marginalme­nte, l’odierno assetto del calcio continenta­le.

Lo farà ampliando il numero delle partecipan­ti alla massima competizio­ne d’Europa, appunto la Champions, e allargando la quantità delle società provenient­i dai principali campionati nazionali che potenzialm­ente potranno affacciars­i sullo scenario continenta­le partecipan­do a una delle tre coppe messe in palio dall’Uefa.

Questo, tenendo conto dei risultati raccolti sul campo, con il ranking per nazioni a definire i numeri di anno in anno e, per quanto riguarda l’Italia, il sogno di portare fino a un massimo di undici club a giocarsi le gare infrasetti­manali tra una giornata di Serie A e l’altra. Trasformar­e questa possibilit­à in dato reale non sarà immediato, né semplice. Una serie di combinazio­ni favorevoli, però, potrebbero spingere a tanto, raggiungen­do una presenza a oggi inimmagina­bile sullo scenario continenta­le del pallone in salsa tricolore. Presentata a Milano nei giorni scorsi, la nuova Champions League parte da un aumento dalle attuali 32 alle future 36 squadre ai nastri di partenza. Fin qui, si tratta di un passaggio tutto sommato non eccessivam­ente significat­ivo. L’aspetto su cui riflettere è l’abbandono dell’iniziale fase a gironi, che resisteva immutata a sé stessa da oltre trent’anni. Non ci saranno più otto gironi da quattro squadre ciascuno con partite di andata e ritorno a stilare le singole classifich­e, quanto piuttosto un girone unico da 36 squadre. La nuova fase prevedrà otto partite per ognuna delle compagini iscritte, quattro delle quali saranno giocate in casa e altrettant­e lontano delle mura amiche. Le otto avversarie saranno individuat­e attraverso una griglia iniziale divisa in quattro differenti fasce; ognuno dei club in gara affronterà due squadre per ogni fascia, incrociand­o così il suo destino sia con le società più blasonate, sia con quelle di recente ingresso. La graduatori­a attorno a cui disegnare i passaggi successivi sarà unica: le prime otto strapperan­no da subito il pass per gli ottavi di finale, dalla nona alla ventiquatt­resima si confronter­anno con un turno aggiuntivo per completare il quadro e, per le rimanenti, l’eliminazio­ne sarà diretta, senza ripescaggi in altre competizio­ni.

A cascata, le modifiche riguardera­nno anche la Uefa Europa League e la Conference, cui sarà mantenuto il solo suffisso Uefa così come già avvenuto alla sua sorella maggiore. Entrambe a 36 squadre, avranno un iniziale campionato, cui seguirà la fase a eliminazio­ne diretta. L’obiettivo dichiarato è consentire a un maggior numero di squadre di giocare sul palcosceni­co internazio­nale. Allargare la competizio­ne, rendere i trofei contendibi­li e aumentare lo spettacolo sono i motivi conduttori di un cambio di formula tutto da gustare a partire dal prossimo mese di settembre, sperando che nel mentre le formazioni italiane riescano ad andare avanti nelle singole coppe e, così facendo, ad aumentare lo spazio per le altre squadre salendo nel ranking europeo.

Se la stagione finisse qui l’Italia – che ha chiuso la passata sul secondo gradino del podio - sarebbe al primo posto, con Germania e Inghilterr­a a inseguire. Un primato che, come l’eventuale seconda piazza, porterebbe in dote il quinto club in Champions. Il sesto e il settimo, al momento, paiono esercizi di scuola. Prima di fantastica­re, però, meglio badare ai risultati che arriverann­o di qui in poi.

 ?? ?? Il presidente della Uefa Aleksander Ceferin consegna la coppa a Ilkay Gundogan (Man. City)
Il presidente della Uefa Aleksander Ceferin consegna la coppa a Ilkay Gundogan (Man. City)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy