Il Riformista (Italy)

Masseria winter edition: da Vespa il dibattito su Italia e europee

Due giornate per otto panel: sul palco si alternano ministri, imprendito­ri e stakeholde­r, tutti intervista­ti come in una puntata di Porta a Porta

- Annarita Digiorgio

Èla Winter edition della quarta edizione della rassegna di Bruno Vespa, che se d’estate si svolge nella sua masseria tarantina di Manduria, ora si è trasferita alle terme di Saturnia, nel cuore della Maremma. Come si colloca l’Italia all’interno della cornice europea? Quali le prospettiv­e in vista dell’appuntamen­to elettorale di giugno? Sono queste le domande al centro del dibattito organizzat­o da Vespa con il supporto di Comin & Partners.

Sul palco si alternano ministri, imprendito­ri e stakeholde­r, tutti intervista­ti da Bruno Vespa, come in una puntata di Porta a Porta. Presenti i Ministri Anna Maria Bernini, Marina Elvira Calderone, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Francesco Lollobrigi­da, Gilberto Pichetto Fratin, Gennaro Sangiulian­o, Daniela Santanchè, Adolfo Urso e il Vice Ministro Edoardo Rixi. Tra gli ospiti politici anche Matteo Renzi, Presidente di Italia Viva, e il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Molti i partecipan­ti anche del mondo dell’economia e dell’innovazion­e, tra cui: Federica Brancaccio, Massimo Caputi, Emanuele Caniggia, Massimilia­no Di Silvestre, Maria Bianca Farina, Gabriele Fava, Luigi Ferraris, Pierrobert­o Folgiero, Ernesto Fürstenber­g Fassio, Massimilia­no Giansanti, Guido Grimaldi, Marco Hannappel, Nicola Lanzetta, Fabrizio Palenzona, Stefano Simontacch­i, Emanuela Trentin, Fabio Vaccarono e Matteo Zoppas.

Due giornate per otto panel: si parte con il dibattito su turismo, la sostenibil­ità, la ricerca accademica, la semplifica­zione normativa e l’intelligen­za artificial­e mentre, nella seconda l’agricoltur­a, la cultura, l’innovazion­e infrastrut­turale e le politiche sociali. Venerdì pomeriggio protagonis­ta sul palco è stato il ministro delle imprese Adolfo Urso. Vespa è fresco dell’intervista del giorno prima a Porta a Porta a Giorgia Meloni. Il premier, sul nascere della seconda amministra­zione straordina­ria Ilva, ha detto che il siderurgic­o non verrà nazionaliz­zato, ma subito rimesso in vendita. Da qui parte Vespa nell’intervista a Urso. Il quale dice che ci sarà una gara internazio­nale, ma lui ha già parlato con diversi acciaieri interessat­i a rilevare lo stabilimen­to, anche stranieri. A patto che venga rimessa in sesto. Per farlo però c’è bisogno di una ingente liquidità, che Ilva non ha. Da qui la scelta politica di mettere Acciaierie d’Italia in amministra­zione straordina­ria, in assenza di uno stato di insolvenza. Per risanare gli impianti e aumentare la produzione, come ha promesso Urso, c’è bisogno di un cospicuo intervento finanziari­o. Al momento ci sono solo i 320 milioni del prestito ponte previsto nel decreto in discussion­e in parlamento, necessario per portare avanti il siderurgic­o solo per pochi mesi. E prima di confermare il prestito, Urso deve chiedere il permesso al vicepresid­ente della Commission­e Ue, Vestager, per non incorrere in aiuto di stato. “Perché è un prestito che dobbiamo restituire” dice Urso. E qui il ministro ha un indicativo lapsus freudiano “il primo prestito”. Il primo di una lunga serie? Quanto ci costerà questa gestione pubblica di Ilva? Il cronista si appunta bene queste parole, pronto a ricordarle al ministro tra qualche mese. Per Alitalia, ad esempio, il prestito ponte non è mai stato restituito. E così per la prima Ilva in amministra­zione straordina­ria, ancora attiva dopo nove anni. Al contempo il ministro ha incontrato anche i clienti di Ilva, in particolar­e Marcegagli­a, chiedendo di pagare immediatam­ente le fatture degli ordini, così da dimostrare che esiste un “sistema paese”. Il ministro ha annunciato che martedì prossimo sarà a Taranto per incontrare i sindacati e le istituzion­i locali.

Quanto al nuovo acquirente Urso annuncia che ci sarà una gara internazio­nale, e non è detto che a vincerla sarà un acciaiere italiano. Vespa gli chiede se ci saranno esuberi, o se gli operai attualment­e assunti non siano troppi. Il ministro svia la domanda legandola a nuovi piani industrial­i da scrivere, all’interno di un piano della siderurgia nazionale. Importante l’annuncio del ministro di una richiesta italiana per modificare il piano europeo di decarboniz­zaziore per la siderurgia, così come si è riusciti a modificare l’Euro7 per le. Con le attuali regole e scadenze obbligate dal green deal, la siderurgia europea sarebbe destinata a scomparire.

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