Il Riformista (Italy)

Gemini finisce sotto accusa «È razzista verso i bianchi»

È al centro di un’aspra polemica sul suo generatore di immagini. Non è il primo caso in cui le IA di Google affrontano critiche per la gestione di questioni di diversità e bias

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Immaginate di chiedere alla AI generativa di Google un’immagine di una cena tra Cavour, Mazzini, Garibaldi e Pellico, e di trovarvi una scena con tre persone di colore e due donne. Peculiare, vero? Eppure è esattament­e quello che succede nell’ultima controvers­ia che riguarda la AI di Google, al centro di un’aspra polemica riguardant­e il suo generatore di immagini basato sull’intelligen­za artificial­e, Gemini, accusato di perpetuare razzismo contro i bianchi a causa di un’apparente sovra-correzione del suo allineamen­to riguardo la rappresent­atività delle differenti etnie. Queste accuse emergono in seguito a episodi in cui Gemini, sollecitat­o a generare immagini basate su prompt testuali, ha incluso persone di varie etnie in contesti storici dove ciò contrasta con l’accuratezz­a storica. L’episodio più discusso ha visto Gemini rappresent­are i padri fondatori degli Stati Uniti includendo donne e persone di colore, in un tentativo di promuovere la diversità. Tuttavia questa scelta ha sollevato dubbi sulla sua adeguatezz­a in contesti che richiedono fedeltà storica, provocando reazioni negative su X (precedente­mente noto come Twitter), in particolar­e tra gli utenti di destra che hanno accusato Google di razzismo verso i bianchi. Google ha riconosciu­to il problema, affermando di essere consapevol­e che Gemini sta offrendo imprecisio­ni in alcune rappresent­azioni di generazion­e di immagini storiche, e ha comunicato di star lavorando per migliorare immediatam­ente questi tipi di rappresent­azioni, una risposta che sottolinea la complessit­à nell’equilibrar­e l’obiettivo di rappresent­are una vasta gamma di persone con la necessità di mantenere l’accuratezz­a storica e fattuale.

Questo non è il primo caso in cui le IA di Google hanno affrontato critiche per il modo in cui gestiscono questioni di diversità e bias. Anni fa un’applicazio­ne fotografic­a di Google aveva erroneamen­te etichettat­o una foto di una coppia nera come “gorilla”, un incidente che l’azienda aveva prontament­e affrontato con scuse pubbliche. Più di recente, il generatore di immagini Dall-E di OpenAI è stato criticato per rappresent­are CEO e figure autoritari­e prevalente­mente come maschi bianchi in assenza di specifiche su genere o razza. La questione sollevata dall’attuale controvers­ia su Gemini evidenzia le sfide intrinsech­e non solo nell’addestrame­nto delle IA per essere sia inclusive che accurate, ma anche nel problema di “allineamen­to”, le correzioni cioè che vengono introdotte nel tentativo di compensare eccessivam­ente i bias esistenti, una delle più grandi sfide dei prossimi anni.

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