Il Riformista (Italy)

Fare (e scegliere) meglio

- Andrea Ruggieri

Mentre scrivo, non si sa ancora chi abbia vinto le elezioni regionali in Sardegna (ennesima grande prova dell’efficienza della macchina pubblica). Di sicuro c’è che il centrodest­ra deve riflettere comunque vada. Se vince, sarà grazie a Soru, che toglie l’8% a sinistra. Se perde, lo fa contro una coalizione di estrema sinistra, senza centro, e con una candidata grillina: una partita che ci voleva poco a vincere. Probabile che Solinas non abbia lasciato un gran ricordo con la sua giunta, ma la Lega, sul cui impegno pesa il sospetto degli alleati, potrà dire: “Ve l’avevamo detto: cambiare era pericoloso”. Attese fibrillazi­oni nella maggioranz­a. Sommiamo a queste consideraz­ioni quella per cui il candidato di centrodest­ra è sindaco di Cagliari, ma a Cagliari prende una batosta dalla Todde, ed ecco il risultato politico della competizio­ne: Lega in difficoltà, e Giorgia Meloni ha imposto il candidato sbagliato. Il che però rivela un limite che non le avrei attribuito. La leader di Fratelli d’Italia è donna intelligen­te, capace di abbattere il pregiudizi­o che la attendeva al varco in Europa, sa che la postura di centro-destra più che di destra-centro è fondamenta­le: strano che invece ceda alla tentazione di emancipare personale politico delle origini anche se mostra dei limiti, anziché allargare il proprio campo, pensando a tutto il centrodest­ra, e a come massimizza­rne la capacità elettorale. Probabilme­nte è spinta da alcuni dei suoi che hanno una sorta di revanscism­o dopo una lunghissim­a traversata nel deserto. Comprensib­ile, figuriamoc­i. Ma non sufficient­e, se il suo candidato, a casa propria, prende una sberla da una candidata grillina che come programma ha la ‘Resistenza’ (sic). Chissà che quest’elezione, comunque finisca, non induca la Premier a diverse consideraz­ioni sulla sua stessa candidatur­a alle prossime europee, che se ci fosse tirerebbe acqua al mulino di Fratelli d’Italia ma dalle vasche di Lega e Forza Italia (buon lavoro ad Antonio Tajani, acclamato segretario di Forza Italia nel week end, e peccato che a Occhiuto non sia stato consentito di essere eletto vicario). Di là, a sinistra, Elly Schlein conferma la sua grillizzaz­ione, e anziché uno dei suoi imbarca una candidata cinquestel­le che si rivela competitiv­a, mentre i grillini vanno malissimo (incomprens­ibile che Conte si fiondi a Cagliari, infatti). Se Schlein avesse fatto le primarie e risolto l’enigma Soru, l’esito sarebbe stato forse migliore per lei, che non raccoglie un gran risultato in termini di voto di lista. Insomma, se a destra l’interesse particolar­e di bottega prevale su quello della coalizione, a sinistra prevale la grillizzaz­ione a scapito del partito democratic­o, per scelta del segretario del partito democratic­o stesso. Non credo a ricadute sul Governo. Ma fossi nel centrodest­ra riflettere­i: chi conosceva Truzzu, non l’ha votato. Meno polemica identitari­a, più fatti.

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