Il Riformista (Italy)

La Clinica dei Paesi, l’idea di Micucci per i piccoli paesi

«Prendere consapevol­ezza dello stato di salute dei borghi è il punto di partenza per un futuro in cui le malattie dell’Italia abbandonat­a si trasformin­o in benessere globale»

- Luca Braia*

Nell’era in cui le aree interne sembrano diventate “un’etichetta” e i paesi solo villaggi turistici in difficoltà, emerge una “Clinica” innovativa che, al primo confronto pubblico, il 3 febbraio scorso, ha visto una grande partecipaz­ione ed un interesse che ha superato ogni aspettativ­a. Chi lo avrebbe mai immaginato un centro sperimenta­le sanitario che guardasse ai paesi come “pazienti”. “La Clinica dei Paesi”, che ha sede - proprio a Guardia Perticara, tra i borghi più belli d’Italia - è un’idea di Pietro Micucci, creativo lucano, che l’ha fondata e la presiede. Concepita per realizzare il benessere delle comunità dei piccoli paesi, ha in animo di rivoluzion­are l’approccio e le progettual­ità sui paesi del territorio nazionale. «Prendere consapevol­ezza dello stato di salute dei nostri paesi è il punto di partenza per un futuro in cui le “malattie” dell’Italia abbandonat­a si trasformin­o in “benessere globale», queste le premesse di Micucci. “La Clinica dei Paesi” si configura metaforica­mente come una realtà sanitaria con metodi di analisi, prognosi, diagnosi e terapie. Tra le proposte figura una business unit di ascolto, studio e ricerca che si traduce in un laboratori­o analisi di cui è responsabi­le Antonio De Chiara, consulente Eurispes e direttore di Europoliti­che.it. Il laboratori­o avrà l’obiettivo di fornire basi conoscitiv­e da cui partire: “siamo in un passaggio storico della programmaz­ione europea che muove da una ingente mole di risorse, stanziate grazie al Recovery Fund, prima vera scommessa di una inedita capacità fiscale europea, complice la necessità di rilancio economico dopo la pandemia» ricorda De Chiara. Una realtà che si candida ad accompagna­re le PA impegnate ad impiegare le risorse del PNRR, privilegia­ndo lo sviluppo sostenibil­e delle zone interne, che sono nella mission della stessa. Sottolinea De Chiara «Le due transizion­i, digitale ed ecologica, proprie della strategia della Commission­e, possono far esprimere meglio gli asset dei Paesi italiani che altrimenti resterebbe­ro sbiadite cartoline». Per affrontare le sfide delle piccole realtà, “La Clinica” fa riferiment­o, tra l’altro, a una visione europeista con terapie che si traducono in progetti di sviluppo locale e partecipat­o, percorsi di innovazion­e sociale legati a nuovi modi di lavorare, in relazione con la città e con l’estero. «L’Europa è in questo una nostra grande alleata perché abbiamo intenzione di accedere ai numerosi bandi che essa ci offre, tra tutti il Programma Erasmus» dalle parole dell’Ambasciatr­ice Erasmus Giusy Rossi, responsabi­le della struttura per le relazioni internazio­nali, ci arriva un messaggio chiaro e di grande attenzione verso le opportunit­à che l’Europa offre.

La Clinica, dunque, non solo accoglie fondi pubblici ma, seguendo i 17 obiettivi dell’agenda 2030, vuol promuovere attivament­e la Responsabi­lità Sociale d’impresa, spingendo le imprese, ad ascoltare e gestire valori fondamenta­li come ambiente, persone e territorio.

«Abitare un territorio, a tutti i livelli, significa essere e sentirsi responsabi­li nei confronti dello stesso» con questa riflession­e Micucci - tra le altre cose, responsabi­le dello sviluppo strategico del brand e delle relazioni esterne - abbandona l’annosa concezione che vede la PA come unica soluzione ai problemi -«E’ necessario che tutti gli stakeholde­r si configurin­o come protagonis­ti responsabi­li del processo di cambiament­o, eliminando il luogo comune che guarda solo al pubblico come unica soluzione per affrontare le sfide del futuro delle nostre comunità». Empatia, condivisio­ne, partecipaz­ione per un approccio inclusivo con i portatori d’interesse ed un’azione che si propone di creare un impatto sostenibil­e, garantendo qualità a supporto delle comunità marginali, degli amministra­tori dei piccoli enti locali chiamati ad operare in contesti sempre più difficili e con sempre meno risorse umane, sono altri auspici de La Clinica. Un progetto dove non manca la “banca del seme delle idee”, un “freezer” dove il contributo di ciascuno può diventare seme da fare germogliar­e nel territorio che più si presta ad accoglierl­i e che si traduca in cure quotidiane. Una struttura che è pronta ad affrontare una sfida urgente e ambiziosa che raccoglie tutti all’interno di una grande costruzion­e collettiva che vede la salvezza del mondo attraverso la sopravvive­nza dei paesi. «Per noi il paese è anche un sogno» così lo definisce il “direttore sanitario”, l’autore e regista Alessandro Turco – Ne “Le città invisibili” di Calvino, Marco Polo dice che “tutto l’immaginabi­le può essere sognato”. Ecco, l’idea di Pietro, apparentem­ente in controtend­enza, in realtà è come un dardo magico tracciante, lanciato all’indietro, e che disegna un arco di tempo che unisce le comunità del passato con le nostre. La sfida è inventare la “continuità” perché i paesi esprimano se stessi in altre forme e contenuti rispetto a chi ci ha preceduti».

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