No, era sacrosanto difendere gli obiettivi sensibili
Alessia Ambrosi / Deputata Fratelli d’Italia
Abbiamo assistito a troppe e sgangherate polemiche contro le forze dell’ordine dopo gli episodi di Pisa. Premettiamo: polemizzare è normale dialettica in una Nazione democratica. Quel che non mi pare tuttavia accettabile, da parte delle opposizioni di sinistra e grilline, è dipingere le forze dell’ordine come “parte”, quasi come “fazione”, mentre esse sono nucleo essenziale e del tutto apolitico della garanzia democratica della Nazione, di tutte le cittadine e i cittadini. Partire da parte loro da questo presupposto polemico così distruttivo mette infatti a mio avviso a repentaglio la tenuta e la saldezza delle nostre istituzioni democratiche. Ciò chiarito, qualche parola va detta anche sui fatti di Pisa. E su un aspetto poco evidenziato, ossia che i ragazzi che manifestavano senza autorizzazione con intenzioni minacciose verso obiettivi sensibili che era invece sacrosanto dovere difendere da parte dei tutori dell’ordine. Mi porrei - al riguardo - anzi qualche domanda. Questi ragazzi manifestanti da chi erano mandati lì? Chi dava loro istruzioni, magari dall’alto, sugli obiettivi sensibili da raggiungere? Chi è che – davvero – ha cercato fino in fondo l’incidente? Il mio personale punto di vista al riguardo è che le opposizioni abbiano cercato di cavalcare in tutti i modi “l’incidente” per poi poter orchestrare una campagna furibonda con il solo obiettivo di tentare di mettere in difficoltà il nostro governo. E qui torniamo al punto di partenza: le polemiche sono naturalmente legittime, solo bisogna chiedersi se così facendo non si rischia di arrecare un enorme danno alla nostra Nazione, minandone uno dei pilastri, uno dei capisaldi più preziosi. Mentre è normale che si attacchi un partito, ritengo in Italia si debba raggiungere la necessaria maturità democratica di mettere sempre al riparo, anche nella polemica più torrida, anche nello scontro più duro, ciò che rappresenta la purezza delle nostre opposizioni. Altrimenti si rischia di ripiombare in pieni Anni 70, quando durante le manifestazioni si attaccavano poliziotti e carabinieri assurdamente identificandoli con la “destra” e con i “fascisti” proprio mentre essi si occupavano solo di mantenere l’ordine democratico a tutela di tutti. Con tutto il corollario che naturalmente conosciamo e che rischierebbe di farci ripiombare indietro in un clima che davvero francamente non vorremmo rivivere, pena una involuzione drammatica di tutta la nostra società. Pierpaolo Pasolini scrisse tanti anni fa pagine bellissime in cui – da solo, contro il conformismo della sinistra dell’epoca – disse che era dalla parte dei poliziotti in divisa perché figli dell’Italia proletaria, contro i viziati “figli di papà” che manifestavano per abbattere “lo Stato borghese”. Ecco, anche oggi considero quelle parole sacrosante, e per quanto mi riguarda condivisibili appieno. Siamo con i poliziotti, con i carabinieri, a tutela e in difesa dell’ordine democratico. Non abbiamo bisogno di provocazioni, di manifestazioni minacciose e violente. La democrazia è una cosa seria, e va difesa dalla parte delle istituzioni.