Maledetto (o benedetto) 90esimo minuto
Secondi letali, Juventus- Frosinone o il Cagliari che al novantaquattresimo ha riacciuffato il Napoli in vantaggio e già in odor di vittoria... il bello del calcio
“Le partite durano novanta minuti”, “Fino al triplice fischio dell’arbitro al novantesimo può succedere di tutto”. Luoghi comuni vecchi come il calcio. L’ultimo minuto di gara ha da sempre rappresentato una sorta di confine invalicabile, un momento mitico e iconico tanto da aver dato il titolo – Novantesimo minuto per l’appunto – alla trasmissione televisiva di maggior successo tra gli appassionati del pallone prima dell’avvento delle Pay Tv. Ma il calcio è cambiato, si gioca ancora “undici contro undici” e “il pallone è sempre rotondo”, ma i giocatori che scendono in campo possono arrivare fino a sedici e la sfera non è più di cuoio ma di materiali supertecnologici che la rendono leggera e dalle traiettorie imprevedibili. Perfino il vallo dell’ultimo minuto è crollato inesorabilmente sotto i colpi della modernità e delle esigenze di rendere omogenee le durate delle singole partite: così non ci sorprende più se un risultato cambia al novantatreesimo o se una squadra ribalta completamente il risultato (è accaduto) dopo il termine canonico della partita. Non c’è bisogno di andare indietro fino ai Mondiali del Qatar dove vennero concessi recuperi monstre dal sapore di tempo supplementare; per verificare quanto esposto è sufficiente seguire domenicalmente - anche in questo caso trattasi di eufemismo, visto che ormai si gioca tutti i giorni - il nostro campionato. Nell’ultima giornata ad esempio la Juventus, regina della classifica dei punti strappati all’overtime, è riuscita a piegare il Frosinone con un gol del difensore Rugani a una manciata di secondi dalla fine della partita, quando le lancette del cronometro segnavano il minuto 95; il Cagliari di Ranieri può sperare nella salvezza grazie anche a quella manciata di punti conquistata dopo il novantesimo minuto; e non dimentichiamo il pareggio ottenuto domenica al novantaquattresimo grazie alla rete messa a segno da Luvumbo che ha riacciuffato il Napoli in vantaggio e già in odor di vittoria. I minuti di recupero, insomma, un po’ come la vecchia telefonata della pubblicità, possono allungare la vita oppure accorciarla, come dimostrano le statistiche della nostra Serie A: sono trentaquattro i gol segnati a tempo scaduto su un totale di 669 e rappresentano oltre il 5% del totale. Come detto la Juve è regina con un saldo di +8, frutto di quattro pareggi trasformati in vittoria nei minuti extra, insieme al Cagliari con cinque punti ottenuti nel recupero c’è la Roma, bene anche Empoli (+3), Inter, Lazio, Torino tutte con due punti in più, Lecce e Milan con +1. Non è cambiato nulla a Bologna e Napoli, che tra punti presi e punti persi hanno fatto pari. Le dolenti note sono in particolare per il Genoa, capace di sperperare la bellezza di otto punti, e per Fiorentina e Udinese che hanno lasciato nei minuti extra quattro punti preziosi. Salernitana e Sassuolo hanno un saldo negativo di tre punti, il Monza di due mentre Frosinone, Verona e Atalanta hanno perso un punto a testa.
In questa stagione sono stati già stati ventinove i match il cui risultato è mutato in pieno recupero, da segnalare in particolare quattro giornate: la decima, la quattordicesima, la diciannovesima e l’ultima (ventiseiesima) tutte con tre partite con la rivoluzione in coda. Tra quelle che sono rimaste più impresse nella memoria degli appassionati c’’è sicuramente Inter-Verona del 6 gennaio con i nerazzurri in vantaggio al novantaquattresimo grazie alla rete di Frattesi e il gialloblù Henry capace di sbagliare il calcio di rigore del pareggio al centesimo minuto! E che dire di Monza-Juventus di inizio dicembre con i bianconeri raggiunti da Carboni un minuto dopo la fine del tempo regolare, capaci di passare nuovamente in vantaggio tre minuti dopo con Gatti? Tra le partite più pazze c’è sicuramente Cagliari-Frosinone del 29 ottobre con i sardi capaci di passare dallo 0 a 3 al 4 a 3 con le ultime due reti segnate dopo il novantesimo dallo specialista Leonardo Pavoletti. E proprio il bomber livornese – autore, tra l’altro, della rete a tempo scaduto che la passata stagione regalò la promozione agli isolani – conduce la classifica dei marcatori dell’ultimo secondo con tre centri, seguito dal leccese Piccoli fermo a quota due. Era il 13 dicembre del 1931 quando Renato Cesarini segnò al novantesimo il gol del 3 a 2 all’Ungheria. Non era la prima volta che l’oriundo in forza alla Nazionale italiana segnava allo scadere. Da allora nacque ufficialmente la “Zona Cesarini”. Un modo di dire che alla luce di quanto sta accadendo potrebbe cambiare per diventare magari, chi sa, la “Zona Pavoletti”.*