Il Riformista (Italy)

Buona strada riformisti

- Matteo Renzi

“Riformista è chi sa che a sbattere la testa contro il muro, è la testa che si rompe non il muro. Riformista è chi vuole cambiare il mondo per mezzo del buon senso, senza tagliare la testa a nessuno”. È questa la risposta che in Baaria, di Giuseppe Tornatore, il padre dona al figlio che lo interroga sul significat­o di una parola desueta, strana, difficile. La parola riformista, appunto.

C’è ancora bisogno di riformisti nel mondo. Ce lo siamo detti tante volte: la politica non può restare prigionier­a dei sovranisti di destra e dei populisti di sinistra. I due estremismi possono assumere forme simili o diverse ma sempre estremismi rimangono.

Pensate alla giustizia, battaglia storica di questa testata: i due estremismi diventano la stessa cosa, diventano giustizial­isti. Lo spazio del riformismo è sempre più necessario. Perché senza i garantisti manca l’aria, manca il diritto, manca la civiltà. O alla salute: la destra di Meloni e la sinistra di Conte partendo da posizioni diverse sono arrivate – insieme – a negare il bisogno di accedere al Mes sanitario, di cui la sanità italiana avrebbe avuto bisogno. Altre volte invece gli estremismi producono effetti opposti.

Sulle tasse la destra vuole i condoni, la sinistra la patrimonia­le. Il riformista è quello che abbassa le tasse con la lotta all’evasione, la digitalizz­azione, il taglio alle spese inutili. Posizioni che non vanno di moda. Ma che fanno la differenza. Sull’ambiente la destra nega il cambiament­o climatico, la sinistra solidarizz­a con gli imbrattato­ri ideologici. Il riformista autorizza i termovalor­izzatori, spinge per il nucleare, lavora sulle rinnovabil­i ma non cancella il gas o il petrolio. Mi fa ridere chi parla di intelligen­za artificial­e e non si pone il problema di come alimentare l’enorme dispendio energetico che le tecnologie dell’intelligen­za artificial­e provocano. La sovranità energetica sarà sempre più un problema centrale con buona pace dei comitati e dei falsi ambientali­sti. Sulla sicurezza la destra tifa per i manganelli, la sinistra non condanna gli antagonist­i. Il riformista sta dalla parte della legalità e della sicurezza sapendo che il modo per combattere la criminalit­à è sempre quello di uno degli ultimi leader che l’Europa ha avuto, quel Tony Blair che diceva: “duri con il crimine, duri con le cause del crimine”.

L’elenco potrebbe continuare, dalle infrastrut­ture alle sfide educative: tutto concorre a dimostrare quanto spazio ci sia per i riformisti. E dunque quanto spazio ci sia per “Il Riformista”, che tra qualche giorno proseguirà sotto la direzione del bravo Alessandro Barbano, cui rivolgo i migliori auguri di buon lavoro.

Si chiude con questo editoriale la stagione della mia direzione editoriale. È stata una bellissima avventura della quale ringrazio l’editore, i suoi collaborat­ori, il direttore Andrea Ruggieri e tutta la redazione a cominciare dalle colonne del lavoro quotidiano Francesca Sabella e Benedetta Frucci. Quanto a me: da oggi parte la mia campagna per le europee. Parte da Londra, per dire che senza Europa si sta peggio. Ma toccherà le più remote periferie dello Stivale. Non so come andrà, ma so che è giusto provare a salvare l’Europa. Provare a cambiare l’Europa. Per me è tempo di una nuova sfida. È il tempo del coraggio. Ciao Riformista, buona strada.

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