Incidenti di Pisa, l’unica a pagare sarà l’ex dirigente della mobile Silvia Conti?
La funzionaria non ha avuto ruoli operativi nella gestione dell’ordine pubblico né a Pisa, né a Firenze Perché allora trasferirla?
Apagare per gli incidenti di Pisa sarà la dottoressa Silvia Conti, ormai ex dirigente del Reparto mobile di Firenze. Conti, prima donna nella storia a comandare quello che un tempo si chiamava “Celere”, è stata trasferita questa settimana all’Anticrimine della Questura di Pescara dove aveva già prestato servizio una ventina di anni fa. Un trasferimento quanto mai punitivo in quanto la dirigente andrà in pensione per raggiunti limiti di età il prossimo mese di settembre. Il dispaccio ministeriale del trasferimento, con decorrenza immediata, è arrivato martedì sera, senza alcun preavviso.
La mano del ministro Matteo Piantedosi è stata dunque durissima. Un atteggiamento che sembra accumunare i ministri del governo Meloni, ad iniziare da Guido Crosetto che ha deciso di sospendere per 11 mesi a metà stipendio il generale Roberto Vannacci per quanto scritto nel suo libro. “Era sempre in ufficio. La prima ad arrivare e l’ultima ad andare via. Quando non era in vacanza, veniva in ufficio anche la domenica”, ha detto ieri un collega. Prima di arrivare tre anni fa a Firenze, Conti aveva diretto la polizia stradale dell’Aquila. Entrata in polizia non giovanissima, nel 1994, ha prestato servizio alla Questura di Aosta e alla Scuola allievi agenti di Vicenza. È stata anche impiegata al Dipartimento della pubblica sicurezza presso la Direzione centrale per gli affari generali e le politiche del personale per la polizia. La funzionaria non ha avuto ruoli operativi nella gestione dell’ordine pubblico né per quanto riguarda Pisa, né a Firenze dove erano scoppiati altri scontri con la polizia durante il corteo non autorizzato (era stato preavvisato solo un presidio statico) pro Gaza di studenti e centri sociali lo scorso 2 febbraio.
Nel caso di Pisa, c’è una indagine della Procura sui poliziotti. Al vaglio le immagini e gli audio delle bodycam indossate da due capisquadra, che potrebbero aiutare a ricostruire cosa sia accaduto. A cominciare da come sia stato impartito l’ordine di contrastare gli studenti nel vicolo e se ci siano stati eccessi nell’eseguirlo da parte di alcuni poliziotti che hanno inseguito i ragazzi nonostante si fossero già allontanati. E ieri Piantedosi è intervenuto alla Camera per riferire sugli scontri. “Massima fiducia nelle forze dell’ordine, nessuna volontà del governo di reprimere il dissenso, condivisione delle parole del capo dello Stato”, ha detto Piantedosi. Il ministro non ha però fatto alcun cenno alla dirigente rimossa, parlando genericamente di verifiche che saranno fatte con “rigore e trasparenza”. “Il rischio di incidenti e scontri è pari a zero se i manifestanti non pongono in essere comportamenti pericolosi o violenti rispettando le regole”, ha ricordato Piantedosi. “La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha turbato anche me. Siamo aperti a ogni analisi e autocritica allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento. Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti e quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza”, ha ribadito il ministro. Ma cosa è successo quindi a Pisa? La sintesi del ministro è che gli episodi sarebbero scaturiti dal mancato rispetto delle regole. Per Piantedosi la manifestazione di Pisa era “in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla Questura”. Durante il corteo 17 manifestanti e 2 agenti sono rimasti contusi, e sono stati denunciati 4 maggiorenni con precedenti per violazione dell’ordine pubblico. La Questura, aggiunge Piantedosi, “ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico”. Secondo il ministro gli scontri, su cui sono in corso indagini dei carabinieri, si sono verificati perché “per garantire l’incolumità degli operatori di polizia, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti”. In precedenza gli agenti avevano tenuto la posizione “utilizzando i soli scudi, nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi”.
Perché allora trasferire Conti?