Sì, bisogna rispettare le specifiche normative
Un primo aspetto di quanto accaduto riguarda le norme che regolano l’attività di chi presta servizio nelle Forze Armate, in questo caso con altissime responsabilità. Norme che sono a tutela della funzione che il nostro esercito svolge, in ottemperanza dei principi costituzionali e delle leggi che li applicano. In questo, come in qualunque altro caso analogo, è compito del Ministero della Difesa applicare quelle normative, senza interferenze di carattere politico. E questo è quanto mi pare sia accaduto in questo caso. Chi sceglie la carriera militare credo debba anche sapere che, come è normale, deve poi rispettare le specifiche normative in materia ed anche i vincoli che quelle normative comportano. Spostandosi sul piano del giudizio politico il Generale Vannacci sta dando voce a posizioni che, a mio avviso, non si possono che definire di estrema destra. In molte democrazie occidentali fenomeni come questo sono in campo e non da oggi. Anche con un aspetto di progressiva radicalizzazione di nuovi gruppi e formazioni politiche via via che partiti e movimenti di destra assumono o si avvicinano a ruoli di governo e sono portati quindi a tenere posizioni politiche più moderate. È un fenomeno con cui anche noi riformisti e progressisti dobbiamo fare i conti. Se il nesso fra democrazia e giustizia sociale viene meno, un nesso fortissimo nella storia europea e per quello che è stato il movimento operaio in Europa occidentale, i ceti sociali più deboli sono esposti alle sirene del populismo. È questa la sfida fondamentale per chi vuole davvero contrastare i rischi per la qualità e la tenuta stessa delle nostre democrazie che vanno via via crescendo. Non basta denunciare posizioni evidentemente inaccettabili, come è certamente giusto fare, ma occorre dimostrare che una cultura politica che tiene insieme libertà, democrazia, solidarietà, affermazione dei diritti sociali e civili può affrontare concretamente le ingiustizie crescenti nelle nostre comunità e unire una maggioranza di cittadini sui valori della Costituzione, nata dalla Resistenza e dall’Antifascismo.
Infine la conflittualità nel centrodestra italiano sta via via crescendo. Come si moltiplicano segnali inquietanti che riguardano la cultura politica di chi oggi è chiamato a governare il Paese. La reazione a quanto accaduto a Pisa al corteo degli studenti, anche nel dibattito oggi alla Camera, ne è un esempio significativo. In questo scenario la Lega guidata da Matteo Salvini, immagino anche per ragioni di consenso elettorale e di competizione con altre forze politiche appartenenti alla stessa coalizione, ha scelto di assumere le posizioni più radicali. Questi continui scontri nella maggioranza di governo non sono un bene per il Paese, perché indeboliscono l’efficacia dell’azione di chi è chiamato a governare l’Italia in un momento molto delicato, per lo scenario internazionale e dal punto di vista economico e sociale, e questo rappresenta un danno per tutta la comunità nazionale.