Il Riformista (Italy)

Giorgia Meloni la serial speaker che parla di tutto (ma sempre con le stesse parole)

- Paolo Guzzanti

Gioria Meloni è, sia detto senza alcuna avversione, una serial speaker: la metti davanti al microfono e lei ti chiede: “De che devo parlà?” Tu dici: “Relazioni italo-americane dopo l’incontro di stamattina con Biden”. E lei parte con mestiere aprendìdo en la calle, ma sempre con te stesse parole. Inevitabil­i. Incontrerà anche i canadesi, così come in questo giro partito da Kiev dove Macron le ha dato una buca che lei ha restituito spedendo a Parigi Tajani al suo posto, dove il presidente francese - tanto per dare una scarica d’adrenalina all’Unione - ha proposto di andare a fare tutti la guerra boots on the ground. Amen. Adesso gli americani. Che dire? C’eravamo - anzi ci siamo - sempre amati. Il che è vero a corrente alternata, ma adesso per fortuna è davvero il momento delle scelte irrevocabi­li e bisogna che tutti dicano da che parte stanno (pur con linguaggio non enfatico). Ma la presidente del Consiglio ha ripetuto - a Navalny ancor caldo - che noi, intesi come Italia, stiamo dalla parte dell’Occidente.

Va detto a merito della Meloni, alla quale gli americani riconoscon­o di essersi andata a lavorare Orban con la scusa che sono amici, di aver portato a casa il sì alla Svezia nella Nato. E poi Giorgia ha dato la solita lisciatina ai congressis­ti con cognomi italiani. E allora vai con gli Italo americani fra i luoghi comuni pericolosi­ssimi in cui devi essere capace di dire che “lo sviluppo di questa grande democrazia riconosciu­to da tutti nel nostro Paese è molto amato, guardato con grande attenzione e rispetto, e quindi i nostri legami bilaterali sono radicati nella storia della cultura, nell’identità di questa nazione, nella nostra cooperazio­ne economica che come ricordava col presidente Biden - è estremamen­te solida. Abbiamo condiviso lo stato eccellente delle relazioni tra le nostre nazioni, con contatti assidui, con il coordiname­nto estremamen­te proficuo in particolar modo nel momento come quello che stiamo attraversa­ndo”.

Pausa: un bel respiro. Tutto bene per carità, si tratta solo di dire che noi stiamo con gli Stati Uniti insieme all’Europa e che facciamo gli scongiuri alla sola idea che Trump possa succedere a Biden e chiedere, come ha fatto una settimana fa a Putin, di fargli la cortesia di invaderci e fare di noi quel c*zzo che gli pare “what the hell he wants”.

E meno male che Giorgia ha ripetuto che quando è iniziata l’aggression­e russa contro l’Ucraina in molti scommettev­ano (come probabilme­nte faceva proprio chi muoveva l’aggression­e), sul fatto che l’Occidente non sarebbe stato poi così capace a rimanere unito.

Per ora, regge.

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