Moncler svetta in Borsa Dieci anni fa la quotazione Storia di un successo italiano
Nato in Francia, il brand di abbigliamento invernale viene rilevato da Remo Ruffini nel 2003. Tre miliardi i ricavi dell’ultimo anno
Moncler è più di un marchio. È una storia nata a cavallo delle Alpi che diventa eccellenza italiana, è un brand che scalda ancora prima di essere indossato.
Nato a Monestier-de-Clermont, vicino Grenoble – a poche ore di treno da Torino – nel 1952, Moncler realizzava agli esordi il tentativo sartoriale di fare abiti adatti sacchi a pelo e capo spalla per proteggere dal gran freddo dei lavoratori della montagna. Gli anni del turismo invernale e degli sport sulla neve arriveranno più tardi. Permettendo a Moncler di vivere un’evoluzione unica nel suo genere: ha inventato uno stile, unico che va oltre la moda. Ha compiuto da poco dieci anni dall’esordio in borsa a Milano, vedendo quintuplicati in cinque dieci anni i suoi ricavi.
Gli anni del turismo invernale e degli sport sulla neve arriveranno più tardi. Permettendo a Moncler di vivere un’evoluzione unica nel suo genere: ha inventato uno stile, ha dettato la moda a partire dalle Olimpiadi invernali di Grenoble del 1968. Poi, come tutte le storie di montagna, conoscerà alti e bassi. Un fondovalle terminato nel 2003 quando Moncler viene acquisito dall’imprenditore italiano Remo Ruffini. E in questi ultimi vent’anni non ha mai smesso di scalare nuove vette: Moncler ha compiuto da poco dieci anni dall’esordio in Borsa a Milano, vedendo quintuplicati in cinque anni i suoi utili. Era esattamente Il 16 dicembre 2013 quando la società Moncler iniziava ad essere quotata a Piazza Affari. Le azioni sono state offerte a Euro 10,2 e il primo giorno – per stare sui termini della montagna – è partita subito coi fiocchi: le azioni sono aumentate sin dagli esordi del 46%. Il lavoro di riposizionamento del marchio, attraverso il quale i prodotti Moncler hanno assunto un carattere sempre più unico ed esclusivo, ha visto evolversi il brand dall’iniziale linea di prodotti d’uso prettamente sportivo, verso una linea versatile da indossare in qualunque occasione dove il capospalla, pur restando il capo identificativo del brand, viene gradualmente e naturalmente affiancato da prodotti complementari. Sotto guida di Remo Ruffini Moncler persegue una filosofia volta a creare prodotti dal design unico, di altissima qualità e in continua evoluzione ma al contempo sempre fedeli al DNA del marchio e guidati dal motto “nasce in montagna, vive in città”.
La costante ricerca negli anni di un dialogo diretto con i propri consumatori nel mondo, nel 2018 ha portato alla nascita di Moncler Genius, un inedito progetto creativo e comunicativo che ha ridefinito l’impatto e la rilevanza del marchio nell’era digitale attraverso collaborazioni con selezionati designer esterni capaci di parlare a pubblici diversi, progetti editoriali dedicati e lanci di collezioni mensili che hanno saputo portare sempre nuova energia. All’inizio del 2023, Moncler Genius si è evoluto in piattaforma di co-creazione, attraverso la collaborazione con diversi partner provenienti da molteplici settori, dall’arte al design, dall’intrattenimento alla musica, dallo sport alla cultura, portando nuovo significato al mondo del lusso. Se Moncler Genius è la dimensione del brand che si fa più interprete delle evoluzioni dei codici culturali delle nuove generazioni, Moncler Collection ha uno stile che richiama i capi più iconici mentre Moncler Grenoble è espressione di una vocazione più tecnica rivolta all’outdoor. Infine attraverso il suo Piano Strategico di Sostenibilità 20202025, Moncler conferma il suo impegno per uno sviluppo sostenibile e dimostra come responsabilità ambientale e sociale siano sempre più parte integrante del suo modello di business. Il Piano si focalizza su cinque priorità strategiche: cambiamenti climatici e biodiversità, economia circolare, catena di fornitura responsabile, valorizzazione della diversità e supporto alle comunità locali.
È giustamente orgoglioso, Remo Ruffini. Ha celebrato i vent’anni alla guida di Moncler S.p.A. nel 2023. I ricavi di gruppo per quest’ultimo esercizio sono vicini ai 3 miliardi di euro, un record che segna la crescita del 17% in un solo anno.
Il Presidente e Amministratore delegato, da noi raggiunto, riepiloga l’anniversario della quotazione in Borsa. “Il 2023 ha scandito il decimo anniversario dalla nostra quotazione alla Borsa di Milano”, dice Ruffini. “Oggi sono molto orgoglioso di celebrare questo importante traguardo con risultati record per il Gruppo: 2,98 miliardi di euro di ricavi, EBIT di 894 milioni di euro, e oltre 1 miliardo di euro di cassa netta. Questi risultati finanziari sono ben più di semplici numeri: sono la testimonianza di un decennio di pensiero al di fuori delle convenzioni, di una continua ricerca dell’eccellenza di prodotto, di un rapporto costante e diretto con il cliente, e di una strategia di brand senza compromessi che continua a guidare il nostro Gruppo e ad ispirare le nostre persone”. E guardando al futuro? “Il viaggio prosegue. In Moncler, continueremo a rafforzare le tre dimensioni del nostro marchio - Collection, Genius e Grenoble - mantenendo una connessione costante con le community esistenti e raggiungendone di nuove”, aggiunge Ruffini. Che prosegue: “Nel frattempo, Stone Island inizia un nuovo capitolo, pronta ad esprimere il suo pieno potenziale attraverso una strategia di brand engagement e di posizionamento del marchio altamente distintiva che abbiamo recentemente lanciato. Il contesto in cui operiamo rimane complesso e imprevedibile. Lo affronteremo rimanendo vigili, forti della nostra agilità e reattività. Allo stesso tempo, continueremo ad investire nella nostra organizzazione, nei nostri marchi e nel talento eccezionale all’interno del nostro Gruppo, con una visione di lungo termine e spingendoci verso vette sempre più alte”. Una storia nata in Francia ed evolutasi in Italia, quella di Moncler. Sviluppata dalla co-creatività di stylist internazionali per diventare leader globali nell’abbigliamento invernale con un unico segreto, non accontentarsi di fare qualcosa di nuovo ma cercare di ma cercare di fare sempre meglio. Non è forse anche così, con la forza delle idee e del fare impresa che si mescola oltre le frontiere, che si costruisce davvero l’Europa?