La lista di Santoro insidia Pd e M5S Ma c’è il nodo su raccolta firme e candidati
Il movimento «Pace Terra Dignità» può rosicchiare voti a dem e grillini «No» di De Magistris, Lucano sceglie Avs: chi correrà per le Europee?
La raccolta delle 150mila firme è senza dubbio impresa ardua, ma l’occasione è troppo ghiotta per tirare i remi in barca e arrendersi ai nastri di partenza. La lista «Pace Terra Dignità» - creatura di Michele Santoro, già demiurgo televisivo di successo vuole tirare dritto e sperare nel sostegno popolare, consapevole delle insidie lungo il percorso ma altrettanto convinta dello spazio creatosi in Italia alla luce della guerra tra Ucraina e Russia e delle fiamme che avvolgono il Medio Oriente. L’orizzonte è quello delle elezioni europee. Il vettore ha un obiettivo chiaro: portare la parola «pace» al centro della campagna elettorale. Un’impronta che risulta differente rispetto all’atteggiamento di Partito democratico e Movimento 5 Stelle, cui potrebbe rosicchiare diversi voti. La posizione di «Pace Terra Dignità» (che potrebbe rivelarsi una spina nel per dem e grillini) è di assoluta non belligeranza, il che si riflette ad esempio nella netta contrarietà all’invio di navi militari nel Mar Rosso. Non solo. Il governo di Giorgia Meloni è accusato di seguire la linea della Nato, in particolare degli americani, in chiave anti-Russia. La lista invece respinge l’esigenza di prendere le parti di Kiev o di Mosca. «Siamo per la pace, siamo per una posizione di non belligeranza, di non guerra», è il mantra della lista lanciata da Santoro. Non c’è solo l’ostacolo della raccolta firme: forti perplessità sono rivolte anche verso gli «uccelli del malaugurio» e la postura della stampa. Il motivo? Il ragionamento è tanto logico quanto sferzante: un conto è l’opinione pubblica che si manifesta contro la guerra, un altro conto è renderla visibile. Non a caso il movimento è nato dall’esigenza di colmare un vuoto politico e mediatico. Sullo sfondo resta l’interrogativo principale: «Pace Terra Dignità» quanti voti può catalizzare concretamente? Quella del 3% o 4% sembra essere una soglia difficile. Ma molto dipenderà dalla capacità di intercettare quella parte di elettorato «pacifista», che magari non si sente rappresentata dai tradizionali partiti. Altro tema, le personalità su cui la lista potrebbe scommettere. Tante le voci. Una - come potenziale candidato alle prossime elezioni europee - era quella su Luigi De Magistris, che però ha scelto di prendersi una sua autonomia per un periodo: proprio nei giorni scorsi ha comunicato di aver lasciato l’incarico di portavoce di Unione Popolare, parlando di «non più rinviabili ragioni di natura professionale e personale, su cui si sono aggiunte riflessioni anche politiche». Per caso dietro si nasconde il progetto di guidare la città di Napoli? Sta di fatto che, salvo ripensamenti, non correrà per una poltrona a Bruxelles. Un’altra figura precedentemente accostata alla lista di Santoro era quella di Mimmo Lucano, ma l’ex sindaco di Riace alla fine ha preferito accettare la candidatura da indipendente che gli è stata offerta dall’Alleanza Verdi-Sinistra. L’impegno era quello di costruire un percorso unitario, poi improvvisamente ha preferito sposare la causa rossoverde di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Ma le porte di «Pace Terra Dignità» non sono chiuse, pronte anzi a essere spalancate – in nome di un discorso più unitario – qualora si riuscisse a centrare l’obiettivo della raccolta firme.