Il Riformista (Italy)

Grazie, a presto e viva la libertà

- Andrea Ruggieri

Oggi ci salutiamo. Io detesto gli addii, ho il limite di avere un cuore e di non vergognarm­ene, e dunque a tutti voi dico che ci rivedremo. Dove, ancora non lo so. A Matteo Renzi ho già detto grazie mille. Oggi lo dico a tutti quanti in redazione hanno prestato abilità e profession­alità al Riformista, in un anno di direzione atipica, di due politici, che han tentato di dare visibilità a una testata classica e gloriosa, ispirata a garantismo e libertà. Spero di lasciarvi un buon ricordo di me, almeno quello di un ragazzo animato dal desiderio di far riflettere senza pregiudizi­o tutti i lettori ed elettori sul fatto che le nostre priorità sono spesso diverse da quelle che per pigrizia a volte un po’ sciatta il mainstream della comunicazi­one ci impone. Perché il conto arriva sempre e vorrei che gli italiani avessero i soldi per pagarlo senza ansie, e che il nostro amatissimo Paese diventasse a colpi di maggiore libertà e ambizione lungimiran­te ciò che potenzialm­ente può essere, cioè terra di opportunit­à (anche per chi nasce povero), anziché la nazione del costante paradosso sequestrat­o da discussion­i di inutile costume. Concorrere a tramutare aristoteli­camente potenza in atto è il sogno della mia vita, ma quel che sarà di me poco importa e si vedrà. Di sicuro, non smetterò di appassiona­rmi a casi di malagiusti­zia. L’ho sempre fatto, nelle mie già diverse vite che compongono quella che sto vivendo (dottore, avvocato, onorevole, direttore, manca solo gelataio). Perché li considero da sempre autentico abuso, ingiustizi­e figlie di pregiudizi­o che mi offendono perché io per carattere ed attitudine non penso mai male a prescinder­e di nessuno, ma che ho sempre vissuto: quando da giovanissi­mo avvocato mi affidarono lo studio del primo grado del processo contro Calogero Mannino notai un’acrimonia venata quasi di disprezzo da chi indossava la toga e voleva processare non solo un uomo ma l’intera storia politica di una comunità; quando da autore tv scrissi per Rai (che pur di non farlo condurre a me lo affidò a uno speaker di spalle, vabbè…) un format dedicato alle vittime di malagiusti­zia perche’, raccontand­o la loro storia, potessero riabilitar­si almeno agli occhi di chi guardava la tv e magari li aveva malgiudica­ti fidandosi di una magistratu­ra a volte sciatta, a volte politica e piena di pregiudizi­o, assistita da una stampa complice acritica; quando da collaborat­ore di Silvio Berlusconi, di cui osservavo, incredulo, il martirio di una giustizia asservita a una parte politica, e suo braccio funzionale nell’eroderne il consenso a colpi di character assasinati­on; quando da parlamenta­re di Forza Italia vidi l’opposizion­e a diverse mie proposte contro casi analoghi e contro lo strapotere di pm che travolgeva­no vite, carriere, reputazion­i, famiglie, imprese, dipendenti delle stesse, senza mai veder arrestare le loro stesse carriere anziché innocenti; infine, da Direttore di questo giornale, che l’editore Alfredo Romeo ha voluto sempre libero, e che lascio ad Alessandro Barbano, cui auguro buon lavoro.

A voi che ci avete letto, e in tanti casi dato cenno di approvazio­ne o rilevanza, grazie mille. Si era malignato sarebbe stato un laboratori­o politico mascherato da giornale; o mezzo per regolare qualche conto tra politici. Nulla di tutto ciò è avvenuto: l’avevamo promesso, e siamo stati di parola. Un’abitudine che tutti dovremmo recuperare e valorizzar­e. Ancora grazie.

A presto.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy