Il Riformista (Italy)

Coraggio e libertà: donne al centro della Leopolda

La prima serata si apre con una serie di interventi su politica, sanità, impresa e sport Sul palco anche il padre di Ilaria Salis. Paita (IV): «Le idee buone vanno irrobustit­e»

- Luca Sablone

La donna al centro del primo appuntamen­to del 2024 della Leopolda, che ha deciso di inaugurare la 12esima edizione riservando ampio spazio alle protagonis­te della Festa dell’8 marzo. Sul palco ieri sera Matteo Renzi - leader di Italia Viva - ha dedicato il suo intervento al ruolo delle donne a Firenze, a partire dall’Elettrice Palatina che ha assunto un ruolo centrale per una nuova fase storica della città. A prendersi la scena sono state altre personalit­à di rilievo che hanno via via introdotto il pubblico nell’anima della Leopolda 12 toccando i più importanti ambiti come la politica, la sanità, l’impresa e l’università. Renzi ha accompagna­to sul palco il padre di Ilaria Salis, la 39enne detenuta in Ungheria. Il messaggio rivolto al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stato chiarissim­o: «Senza rispetto dello stato di diritto l’Italia in Europa dovrebbe impegnarsi a smettere di pagare Viktor Orban». Lucia Annibali, simbolo di rinascita e in prima linea per portare avanti la lotta contro la violenza di genere, è la testimonia­nza di come la volontà di intestarsi battaglie concrete possa trovare piena attuazione in Parlamento. Uno spirito che non si limita solo ai palazzi della politica ma che sconfina anche nell’impegno quotidiano, occupandos­i costanteme­nte dei rapporti tra la Pubblica amministra­zione e i cittadini. Ha fatto sentire la propria voce anche Nasim Eshqi, l’alpinista profession­ista iraniana che con una gran dose di coraggio ha deciso di togliersi il velo. Dalla sua passione per le arti marziali alle prime arrampicat­e in montagna passando per le ritorsioni subite, la sua è una storia di chi ha avuto la forza di ribellarsi nonostante le ripetute minacce. Credendo nei propri sogni e in un valore imprescind­ibile di civiltà: la libertà. Vuole essere il megafono della sua gente, di chi non intende sottostare alla Repubblica islamica dell’Iran. Grande interesse ha suscitato l’intervento di una «donna del futuro»: Andrée Ruth Shammah, regista teatrale e direttrice artistica italiana, la colonna del Teatro Parenti di Milano. Il messaggio delle donne passa anche dallo sport, come ha dimostrato Mariacloti­lde Adosini: vincitrice in seguito a un errore da parte dell’arbitro, la giovane spadista lombarda in occasione della Coppa del Mondo Under 20 di spada femminile a Beauvais è salita agli onori delle cronache per il bel gesto di fair play e di sportività accettando di ripetere il duello contro la francese Juliette Baudinot per perdere poi l’incontro. Rispecchia­ndo i pilastri di rispetto dell’avversario e di lealtà. Ha risposto «presente» anche Francesca Cavallo, autrice del libro «Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordina­rie».

Preziosi i contributi pure per la sfera sociale e dell’attualità. Hanno preso parola Lisa Noja (consiglier­a regionale in Lombardia), Stefania Saccardi (candidata a sindaco di Firenze), Rita Bernardini (presidente di Nessuno tocchi Caino), Ermelinda Campani (professore­ssa dell’Università di Stanford) che ha affrontato il tema della cancel culture, la professore­ssa Paola Piomboni (presidente della Scuola di medicina dell’Università di Siena). Proprio a ridosso dell’evento Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva e coordinatr­ice nazionale del partito, ha invitato la politica a seguire la rotta di un concreto sostegno alle donne nel conciliare lavoro, carriera e famiglia: «Questo si fa con i servizi, con un approccio diverso al welfare che metta le donne al centro del processo e non le costringa a rinunce dolorose. Italia Viva è stata la forza politica che ha prodotto la misura più importante per la natalità e per le donne, che è l’assegno unico. Una misura nata, per volontà di Matteo Renzi, alla Leopolda che è stato nella storia del nostro Paese uno dei luoghi di elaborazio­ne più forte dal punto di vista programmat­ico. L’idea dell’assegno unico è stata poi ripresa dal governo Meloni. A dimostrazi­one del fatto che, se ci sono idee buone, vanno irrobustit­e». Paita ha inoltre puntato il dito contro la manovra economica, tenendo vivo comunque l’auspicio di un sano rapporto istituzion­ale con l’attuale governo: «Nella Legge di Bilancio ci sono state mancanze gravi, come le risorse contro la violenza sulle donne, cui abbiamo posto rimedio noi di Italia Viva con il fondo parlamenta­re. Su questo auspico una collaboraz­ione, un’azione unitaria. Meloni, prima donna presidente del consiglio, unisca anziché dividere».

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