Il Riformista (Italy)

Centrosini­stra fuori dall’impasse se ritrova coerenza nel riformismo

Schlein è disposta a tutto pur di realizzare l’accordo imperniato sul M5s Ma oggi il Pd è troppo fluido per ergersi a egemone nella coalizone

- Fabrizio Cicchitto

Adare il la all’ultima commedia degli equivoci è stato l’inusitato risultato delle elezioni sarde dove c’è’ stata la squillante vittoria di Alessandra Todde espressa dal M5S. Da essa quasi tutti hanno tratto conseguenz­e politiche non suffragate invece dalla realtà. Per Schlein, Conte, ma anche per gli altri esponenti dell’opposizion­e e per i principali giornali, essa è stata il segno che “il vento stava cambiando”. Questo è stato il leit motiv di tutta la fase successiva dalle elezioni sarde a quelle in Abruzzo. Però se tutti coloro che si sono sbilanciat­i molto su queste valutazion­i avessero guardato le cifre, sarebbero stati molto più cauti. In primo luogo Alessandra Todde ha vinto di un soffio, per 1600 voti. In secondo luogo la coalizione di centrodest­ra è risultata superiore di circa 4 punti, sia del suo candidato, sia nei confronti della coalizione di centrosini­stra. La verità molto banale è che sia Matteo Salvini difendendo a lungo Solinas presidente uscente, sia Giorgia Meloni puntando sulla candidatur­a del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, avevano sbagliato clamorosam­ente candidati. Sarebbe bastato guardarsi intorno per capirlo: Solinas era valutato all’ultimo posto come candidato di regione uscente, Paolo Truzzu era al quart’ultimo posto come sindaco di capoluogo. La controprov­a di tutto ciò sta nel fatto che alle elezioni egli è stato sopravanza­to di 20 punti proprio nella sua città dalla candidata Todde.

Le elezioni abruzzesi si sono svolte all’insegna dell’euforia da parte di coloro che, nel centrosini­stra, più credevano al campo largo. In più l’ipotesi è stata sublimata da parte di sofisticat­i teorici come Bettini, Zingaretti e Bersani. Sull’altro versante nel centrodest­ra molti erano nervosi e preoccupat­i. Il fatto è che nelle elezioni per i sindaci e per i presidenti di Regione le figure dei candidati svolgono un ruolo fondamenta­le. Allora il centrosini­stra aveva scelto il candidato giusto e Giorgia Meloni aveva scelto quello sbagliato. Punto e basta. Però con questo presuppost­o, nella speranza-illusione che il campo largo fosse davvero una carta decisiva in occasione delle elezioni abruz

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