Il Riformista (Italy)

Casa di Montecarlo Chiesti 8 anni per Fini

- Redazione A sinistra Gianfranco Fini con il suo avvocato Michele Sarno

“Era scontato che la pubblica accusa chiedesse la condanna, continuo ad avere fiducia nella giustizia e ciò in ragione della mia completa estraneità rispetto a quanto addebitato­mi’’. Sono le parole dell’ex presidente della Camera Gianfranco Fini affidate all’Adnkronos. Arrivano subito dopo la richiesta di condanna formulata dai Pm di Roma nel processo per riciclaggi­o in relazione all’acquisto della casa di Montecarlo. Tutto iniziò nel 2010, una storia ingarbugli­ata che oggi vede la richiesta di condanna a otto anni. Chiesti, inoltre, 9 anni per Elisabetta Tulliani, 10 anni per il fratello Giancarlo Tulliani e 5 anni per il padre Sergio Tulliani per l’accusa di riciclaggi­o nel processo con al centro la vendita della casa di Montecarlo, lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, che sarebbe stata acquistata, secondo l’accusa, da Giancarlo Tulliani attraverso società off-shore. Un’operazione effettuata nel 2008, per poco più di 300mila euro e che con la vendita dell’immobile nel 2015 fruttò un milione e 360mila dollari. Nel processo si contesta il solo reato di riciclaggi­o dopo che nell’udienza del 29 febbraio scorso i giudici della quarta sezione collegiale avevano dichiarata prescritta l’accusa di associazio­ne a delinquere, fattispeci­e contestata ad altri imputati ma non a Fini. La decisione dei giudici è legata alla esclusione dell’aggravante della transnazio­nalità. In aula, durante la requisitor­ia, era presente l’ex presidente della Camera. “Questa vicenda - affermò Fini nell’udienza del marzo del 2023 - è stata la più dolorosa per me: sono stato ingannato da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta. Solo anni dopo ho scoperto che il proprietar­io della casa era Tulliani e ho interrotto i rapporti con lui. Anche il comportame­nto di Elisabetta mi ha ferito: ho scoperto solo dagli atti del processo che lei era comproprie­taria dell’appartamen­to e poi appresi anche che il fratello le bonificò una parte di quanto ricavato dalla vendita. Tutti fatti che prima non conoscevo”

Dall’altro capo del filo l’avvocatura di Stato chiede di assolvere l’ex presidente della Camera dalle accuse per la compravend­ita della casa a Montecarlo. Inoltre, l’avvocatura dello Stato, come parte civile si è invece, associata alle richieste di condanna sollecitat­e dalla Procura per Elisabetta Tulliani, del fratello Giancarlo e del padre Sergio. Fa eco l’avvocato del fondatore di Alleanza Nazionale: “Chiediamo l’assoluzion­e con la formula piena- afferma Francesco Caroleo Grimaldi - Questa vicenda lo ha fortemente provato soprattutt­o sul piano umano, con estrema convinzion­e morale e onestà intellettu­ale chiediamo l’assoluzion­e con formula piena”. Tutto rimandato al 18 aprile, giorno nel quale dovrebbe arrivare la sentenza e in cui le difese degli imputati potrebbero replicare.

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