Il Riformista (Italy)

Stati Uniti d’Europa, lista pronta nel simbolo sei partiti. E Calenda?

Avanti veloce la definizion­e delle candidatur­e, si lavora al manifesto programmat­ico. Fallisce il tentativo di frenata da parte di Pizzarotti. L’entusiasmo di Magi e Paita, bocche cucite in Azione

- Aldo Torchiaro

La Lista Stati Uniti d’Europa è nata. La riunione del tavolo ieri, protrattas­i dalle 17alle 20,30 è terminata con una festa imbandita di nomi e di idee. La prima è una bandiera da troppo tempo assente dalla politica: quella del garantismo. E proprio per questo i primi nomi dei candidati condivisi dal tavolo sono quelli di Gian Domenico Caiazza, il cassazioni­sta più noto d’Italia che i lettori del Riformista conoscono bene, e quello della vice direttrice del TgLa7, Gaia Tortora, la figlia di Enzo Tortora. Due capisaldi della storia garantista di questo Paese che con lo stato di diritto ha rotto i ponti ormai da tempo. Ecco che la lista Stati Uniti d’Europa vuole portare nel cuore di quell’Europa che ci ha più volte sanzionati, le ragioni di un’Italia diversa. Libera, federalist­a, riformista e fortemente attenta ai principi del garantismo. “Il percorso marcia positivame­nte. Abbiamo concordato le caratteris­tiche del simbolo con uno spazio prevalente alla definizion­e Stati Uniti d’Europa. La prossima settimana proseguirà il confronto sulle candidatur­e e sul programma politico”, ci dice Riccardo Magi, segretario di +Europa, mentre si sta ancora siglando il verbale della riunione. “Oggi è una giornata nella quale segniamo un passo molto positivo, credo davvero molto in questo progetto”, gli fa eco la senatrice Raffaella Paita, coordinatr­ice nazionale di Italia viva. Si manda ai grafici il bozzetto del simbolo, ormai definito e senza cerchi liberi. Vuol dire che Carlo Calenda, se arrivasse domani, troverebbe ormai chiuso. Pazienza. Il clima non consente di guardarsi indietro. “Con +Europa stiamo costruendo una bella operazione, una risposta forte ai sovranismi in Europa. L’unità dei riformisti – ha aggiunto Raffaella Paita di Iv - è la più bella risposta al tentativo di spostare questa Europa in senso sovranista. Con generosità, coraggio e entusiasmo, Italia Viva ha collaborat­o a questo percorso. Noi siamo una forza politica che, quando in ballo c’è l’interesse generale, sa unirsi e dialogare, a differenza di altri che lavorano per litigare e per dividere”. Un’altra donna di Iv celebra il successo dell’operazione. “Condivido integralme­nte il ragionamen­to di Emma Bonino sulla lista di scopo. E condivido anche il fatto che chi si candida per l’Europa debba andare realmente a lavorare in Europa”, dice la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, che aggiunge: “La lista proposta da Più Europa e Italia Viva sarà la vera novità delle prossime elezioni. Faremo un grandissim­o risultato. Non accettiamo veti e non mettiamo veti: puntiamo invece ai voti di chi crede nella politica e nell’Europa”. C’è il nodo del programma su cui le intese sono già avviate. I contributi stanno piovendo dai sei soggetti coinvolti – oltre a Iv e +E, il Psi di Enzo Maraio, i Liberaldem­ocratici di Andrea Marcucci, i Radicali Italiani e i giovani di Volt – e da fondazioni culturali e think tank dell’area. Che non sono poche. I professori Marco Mayer (Luiss) e Carlo Fusaro (Università di Firenze)

hanno lanciato già due giorni fa un appello in rete. “Per contrastar­e il rischio che nel Parlamento Europeo, come piacerebbe al Cremlino, si formi una nuova maggioranz­a di destra comprensiv­a di Alternativ­e fur Deutschlan­d e di altri partiti neonazi, putiniani e/o filocinesi è imperativo presentare alle elezioni europee una lista unitaria di tutte le forze che si riconoscon­o in Renew Europe”. Il ragionamen­to è che va superato lo sbarrament­o in maniera tale da garantire in tutti i collegi un eletto. Secondo i sondaggi il risultato ci sarà, è già da oggi tra l’8 e il 12% dell’elettorato ‘terzista’. Poco spazio per le polemiche, come sempre immancabil­i, all’ombra dell’accordo. Carlo Calenda che fa? “Nelle conversazi­oni preliminar­i avute con Calenda, era emerso nuovamente il ‘lodo Verhofstad­t’ come base di partenza. Di questa disponibil­ità di Calenda, avevamo immediatam­ente informato Magi (che appunto aveva poi scritto a Calenda per incontrars­i) e poi Della Vedova”, fa trapelare Piercamill­o Falasca, in cordata con Federico Pizzarotti nella minoranza di +Europa. Minimalia, si potrebbe dire, di cui va comunque dato conto. Come dei detrattori in rete: da giorni gruppi di recalcitra­nti dell’accordo parlano sui social di Cesaro e Cuffaro come nomi troppo ingombrant­i per dare la scalata al sogno degli Stati Uniti d’Europa. E non ci sono solo le polemiche rivolte da Azione a Italia Viva, ma anche i mal di pancia interni agli azionisti. I calendiani iniziano a sentirsi stretti in un cul de sac, e con i sondaggi che danno Azione sotto al 4% la prospettiv­a è funesta. Calenda andrà davvero alle urne da solo, giocandosi tutto?

C’è chi scommette di no. Roberto Giachetti da Radio Leopolda scherza: “Busserà alla lista europeista oggi, domani o dopodomani?” La prossima settimana l’incontro definitivo, ancora da +Europa, in casa di Emma Bonino. Appare chiaro che sulle candidatur­e si sta già facendo lo screening preliminar­e. Subito dopo sarà fissata la presentazi­one al pubblico del simbolo. Destinazio­ne Europa, si parte.

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