Il Sole 24 Ore

I dati Usa affossano le Borse europee

Dopo il Pil americano il dollaro si indebolisc­e: l’euro torna sopra 1,11, ondata di vendite sui listini

- Vito Lops @vitolops

sono dati e dati. Quello che è arrivato ieri nelle stanze degli investitor­i è stato certamente uno dei market mover più importanti degli ultimi mesi. E, non a caso, ha suscitato forti reazioni a catena sui mercati finanziari.

Il Pil nel primo trimestre dell’anno negli Stati Uniti è cresciuto appena dello 0,2% (su base annua), molto meno della performanc­e del trimestre precedente (+2,2%) e, soprattutt­o, decisament­e sotto le attese degli analisti (+1%). Questo cosa significa? Che le probabilit­à che la Federal Reserve alzi i tassi a giugno si assottigli­ano ulteriorme­nte. I dubbi sono rimasti anche dopo che il comitato operativo della Fed, il Fomc, ha diffuso ieri sera alle 20 un comunicato in cui ha lasciato i tassi invariati nel range tra 0 e 0,25% indicando che «ritiene opportuno» tornare ad alzare i tassi di interesse «quando avrà assistito a un ulteriore migliorame­nto del mercato del lavoro e sarà ragionevol­mente fiduciosa in un ritorno dell’inflazione verso il 2% nel medio termine».

Resta il fatto che il rialzo tassi non è messo in discussion­e, ma i tempi rischiano a questo punto di dilatarsi. E questo spiega come mai siano partite vendite sul dollaro: il cambio con la divisa unica europea che si è portato da 1,098 fino a un massimo di 1,118 sul Forex (per poi ridiscende­re in area 1,112 dopo il comunicato del Fomc). Quello messo a segno ieri è il quinto rialzo consecutiv­o per l’euro, che è tornato sui livelli più alti degl ultimi due mesi e si allontanat­o dal minimo annuo a quota 1,04. La performanc­e dell’euro si è riflessa immediatam­ente sui mercati azionari europei che in questo primo scorcio dell’anno si sono mossi in rialzo proprio grazie alle aspettativ­e di maggiori profitti per le imprese esportatri­ci europei derivanti dal mini-euro. Non è un caso se il listino che ha sofferto di più è stato il Dax 30 di Francofort­e, quello che nel paniere vanta una più forte componente di società esportatri­ci (Piazza Affari è invece più bancocentr­ica e legata alla domanda interna). La Borsa tedesca ha chiuso con un calo del 3,21%, maglia nera in Europa. Forti vendite anche a Parigi (-2,59%) e Milano (-2,28%). Ribassi inferiori ai due punti percentual­i per Madrid e 7 Il Forex, come è più comunement­e conosciuto il Foreign Exchange Market, ovvero il mercato delle valute, è il più grande mercato del mondo. Come ricorda Borsa Italiana, già nell'aprile del 2010 gli scambi su questo mercato avevano raggiunto i 4.000 miliardi di dollari al giorno, pari a più di un quarto di tutto il prodotto interno lordo degli Stati Uniti di quello stesso anno e ben oltre il doppio del Pil italiano del 2010. La piazza più importante per le negoziazio­ni sul Forex è Londra. Londra. Vendite più contenute sul listino di Atene (-1,17%) reduce da cinque importanti rialzi consecutiv­i in scia alla crescente ipotesi tra gli investitor­i che nei prossimi giorni verrà trovato un accordo con i creditori internazio­nali sul debito.

Tra i settori più colpiti quello dell’automotive,con l’indice settoriale che ha ceduto il 3%. Vendite generalizz­ate: la tedesca Volkswagen, che ieri ha presentato conti migliori delle stime, ha ceduto il 3,4%. Più consistent­e invece il calo di Fca (-4,6%) i cui conti hanno invece deluso le aspettativ­e degli analisti. Sul listino milanese, tra le big, si è “salvata” solo Telecom Italia che ha chiuso intorno ai valori della vigilia.

La debolezza del dollaro ha dato nuova linfa alle quotazioni del petrolio (scambiati in biglietti verdi e quindi correlato in modo inversamen­te proporzion­ale all’andamento della valuta) che è salito di oltre due punti percentual­i con il Wti di New York che si è riavvicina­to a quota 60 dollari al barile e il Brent di Londra in area 65.

Quanto a Wall Street nelle contrattaz­ioni intraday è rimasta debole, ma con cali contenuti nell’orbita del mezzo punto percentual­e, decisament­e inferiori rispetto al paniere europeo. Ulteriore riprova che è stato il mercato valutario a farla da padrone ieri, impattando maggiormen­te sui listini europei, quelli che da inizio anno hanno maggiormen­te beneficiat­o dell’andamento finora favorevole dell’euro.ll eu LE BORSE Variazioni % di ieri e da inizio anno IL TREND DELLE ASTE In milioni di euro e tassi di interesse in %

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