A segno l’asta BTp, volano i rendimenti del Bund
spinta del Quantitative easing della Bce continua ad agevolare la raccolta di fondi sul mercato primario da parte del Tesoro. Dopo essersi finanziato a breve scadenza per la prima volta con tassi negativi sul BoT semestrale, ieri Via XX Settembre ha piazzato con successo oltre 8 miliardi di titoli a lunga scadenza seppur con rendimenti in leggero rialzo. Nello specifico sono stati venduti 2,25 miliardi di euro di CCTeu con scadenza giugno 2022 ad un tasso dello 0,76% in leggero rialzo (+0,05%) rispetto al precedente collocamento e con una domanda pari a 1,57 volte l’offerta. A segno anche l'asta più importante a die- ci anni: sono stati collocati BTp con scadenza giugno 2025 per un ammontare di 2 miliardi di euro ad un tasso dell'1,4% (6 punti base in più rispetto al- la precedente asta). Bene anche il BTp a cinque anni. Il Tesoro ne ha venduti per 4 miliardi di euro ad un rendimento dello 0,63% (8 punti base in più rispetto all'ultimo colloca- mento simile).
Giornata di aste ma con esiti tutt’altro che buoni anche per la Germania. Berlino ha avuto qualche problema a collocare sul mercato primario i suoi nuovi bond quinquennali. Per i circa 4 miliardi di euro di titoli a scadenza 2020 in asta sono arrivate offerte per un ammontare inferiore: 3,64 miliardi. L'asta quindi è andata “tecnicamente scoperta”. Un inconveniente legato in parte affollamento sul mercato primario (oltre all’Italia anche il Portogallo ieri era impegnato in un collocamento di sindacato di titoli a 10 e 30 anni) e in parte al clima sfavorevole sui titoli di Stato dell’area euro travolti da un’improvvisa ondata di vendite. Ieri sono ri- saliti i rendimenti sia dei dei bond periferici che di quelli dei Paesi ad alto merito creditizio. Rilevante in particolare l’oscillazione del tasso Bund decennale che è risalito fino a quasi lo 0,3 per cento. Un movimento decisamente anomalo se si pensa che nella precedente seduta il tasso decennale tedesco aveva chiuso allo 0,16% e circa due settimane fa era sprofondato al suo minimo storico dello 0,07 per cento. Un simile rialzo hanno registrato anche altri titoli di Stato “rifugio” come i Gilt britannici o i Tbond americani e, di riflesso, tutto il mercato obbligazionario. Non è chiaro tuttavia cosa abbia scatenato questo storno. Tra gli investitori c’era molto nervosismo in vista del meeting della Federal Reserve di ieri sera e, benché la frenata del Pil Usa suggerisse tempi più lunghi per un rialzo dei tassi, il mercato ha venduto Tbond Usa e governativi europei. Un movimento in netto contrasto rispetto all’andamento delle valute (l’indebolimento del dollaro è coerente con la scommessa di tempi più lunghi per la stretta creditizia).
Spiegare questa contraddizione non è semplice a meno di non prendere in considerazione l’ipotesi di grossi ordini di vendita sul segmento dei governativi europei le cui valutazioni da più parti vengono giudicate eccessivamente alte per non dire a livello di «bolla speculativa». Ad oggi, calcola Bo- fA Merrill Lynch ci sono sul mercato titoli con tassi negativi per un controvalore totale di 2800 miliardi di euro. Obbligazioni su cui gli investitori, invece di incassare rendimenti, finiscono per pagare commissioni. Questa situazione, creat asi con con l a politi ca ultraespansiva della Bce, è da più parti definita insostenibile. Recentemente alcuni gestori molto seguiti come Bill Gross (ex guru di Pimco oggi a Janus Capital) hanno caldamente consigliato di vendere bund tedeschi. Ha fatto molto scalpore poi la posizione di Jeffrey Gundlach di Double Line Capital (fondo californiano che gestisce qualcosa come 63 miliardi di dollari) che ha dichiarato di voler prendere una grossa posizione ribassista sui governativi tedeschi.
LE VENDITE Il rendimento dei decennali tedeschi balza allo 0,30%: era allo 0,16% il giorno prima e lo 0,07% solo due settimane fa