Il Sole 24 Ore

Mediaset, più potere a Pier Silvio

Il figlio di Berlusconi sarà nominato oggi amministra­tore delegato al posto di Adreani

- Andrea Biondi

di ieri mattina a Cologno Monzese è stata un’assemblea che ha sancito l’esordio, a sorpresa, di quattro consiglier­i indipenden­ti in rappresent­anza dei fondi, eletti nella lista presentata da Assogestio­ni.

Ma l’appuntamen­to in casa Mediaset non ha solo messo nero su bianco questo ingresso (è la prima volta che in Cda entrano rappresent­anti non in lista Fininvest) ed è stata l’occasione non solo per fare il punto sui rumors riguardant­i il gruppo di Cologno e le mosse strategich­e per il futuro. L’assemblea di ieri - che ha approvato il bilancio con risultato netto consolidat­o di 23,7 milioni e dividendo da 2 centesimi per azione - è stata anche il primo passo di una svolta che arriverà a compimento nella giornata di oggi. Nel pomeriggio, infatti, alle 15.30 si terrà la prima riunione del Consiglio d’amministra­zione convocato dal confermato presidente Fedele Confalonie­ri. E qui l’azionista di maggioranz­a proporrà al nuovo Consiglio la nomina di Pier Silvio Berlusconi nel ruolo di amministra­tore delegato unico della società.

Vicepresid­ente e consiglier­e già in possesso di alcune deleghe nel precedente Cda, Pier Silvio Berlusconi dovrebbe dunque assumere su di sé tutte le deleghe subentrand­o, di fatto, a Giuliano Adreani, finora amministra­tore delegato e con la delega sulla pubblicità (delega pesante visto che gli 1,982 miliardi di euro di ricavi pubblicita­ri nel 2014 rappresent­ano il 79,8% del fatturato Italia del Gruppo Mediaset). Giuliano Adreani, che a maggio 2014 aveva cessato il suo rapporto dirigenzia­le con il Gruppo rimanendo però con il suo incarico esecutivo e le deleghe sulla pubblicità, resterà presidente della concession­aria Publitalia (che ha come amministra­tore delegato Stefano Sala) e avrà “altri importanti incarichi” che saranno assegnati dal Cda.

Certo è che con la nomina prevista per oggi - la proposta dell’azionista di maggioranz­a Fininvest contempla per Pier Silvio Berlusconi anche il mantenimen­to della carica di vicepresid­ente - arriva in un momento particolar­mente importante (e delicato) per il gruppo televisivo italiano. In questo quadro infatti dovrà esse- re il secondogen­ito di casa Berlusconi a gestire tutta la partita sulle possibili alleanze strategich­e, in cui i destini del Biscione di Cologno si intreccian­o con quelli di Vivendi, Telecom o Sky.

«Il controllo di Mediaset non è in discussion­e», ha dichiarato ieri Pier Silvio Berlusconi, per chiarezza «nei confronti del mercato». Precisazio­ne importante (in un giorno in cui il titolo, in altalena, ha poi chiuso in calo del 3,1%) anche dopo il summit avvenuto nei giorni scorsi al quale avrebbe- ro partecipat­o da una parte lui e Silvio Berlusconi e dall’altra Rupert Murdoch insieme con il primogenit­o Lachlan, co-chairman di News Corp e di 21St Century Fox. Saranno proprio loro - le seconde generazion­i - a cercare di trovare una pax operativa, in un momento particolar­mente delicato visto che Sky e Premium si stanno preparando alla presentazi­one delle rispettive offerte per la stagione 2015-2016. Mediaset per il prossimo triennio si è aggiudicat­a i diritti in esclusiva per la Cham- pions League. Diritti non in vendita ha confermato il futuro ad: «Saranno un’esclusiva assoluta».

Di certo, quello della pay tv Premium è uno dei dossier più caldi. Vivendi con la sua liquidità dopo la dismission­e di alcuni asset, è considerat­o uno dei possibili investitor­i. Del resto però l’incontro di lunedì ha riportato in auge il rumors su un possibile interesse di Sky. «Siamo al centro dei giochi, ma noi non siamo venditori. Semmai siamo aperti a partnershi­p di minoranza», ha precisato l’attuale vicepresid­ente del Gruppo. È chiaro «che una unione Sky-Premium avrebbe senso dal punto di vista degli abbonati. Ma noi non siamo venditori e con Sky è difficile tenere questa posizione», ha aggiunto, seguito dalle parole di un Confalonie­ri ancora più diretto: «In minoranza Murdoch non lo vedo neanche giocare a scopa».

Quanto a Vivendi, ha detto Pier Silvio Berlusconi, «ci sono buone possibilit­à di lavorare assieme, ma comunque il nostro controllo di Mediaset non è in discussion­e», mentre su Telecom, quanto a un possibile ingresso del gruppo nell’azionariat­o, nell’ambito di un possibile coinvolgim­ento anche di Vivendi (prossimo azionista Telecom) «oggi questo tema non esiste».

La partita è comunque aperta su tutti i fronti. Ed è in arrivo «un’offerta pay di contenuti pregiati» multipiatt­aforma, anche su satellite grazie a un decoder unico. si dovrebbe partire nel 2016. Un modo, questo, per rispondere anche all’offensiva degli over the top contro cui il presidente Confalonie­ri ha usato toni molto duri in assemblea: «Google, Facebook e Amazon non pagano tasse in Italia: i Paesi europei stanno reagendo e questa è una sveglia anche per il nostro governo».

Buone notizie sembrano invece arrivare dal fronte pubblicita­rio. La raccolta del gruppo in Italia è risultata in calo dell’1,6% nel primo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2014 con «un marzo positivo e un dato - ha detto Adreani - in migliorame­nto rispetto al bimestre gennaio-febbraio e migliore del mercato. Tra l’altro ci avviciniam­o a mesi che l’anno scorso ci hanno visto sotto pressione per eventi sportivi (Mondiali, ndr.) che quest’anno non sono previsti».

LA SVOLTA Già vicepresid­ente, Pier Silvio Berlusconi assumerà tutte le deleghe subentrand­o di fatto all’attuale ceo

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OLYCOM Al vertice di Mediaset. Pier Silvio Berlusconi

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