Il Sole 24 Ore

Dirigenti Pa, stretta più soft Servizi locali, sì per un voto

- Davide Colombo Marco Rogari

dalla durata quadrienna­le e prorogabil­i di due anni «per una sola volta». È questa una delle ultime novità sulla dirigenza pubblica approvate ieri, dopo diversi restyling, dall’Aula del Senato che ha dato l’ok, con più di un ritocco, a tutti gli articoli della delega Pa tranne gli ultimi due sui quali è mancato il numero legale. Con la maggioranz­a che ha rischiato addirittur­a di andare sotto (si è salvata per un solo voto) su una modifica al capitolo dei servizi pubblici locali su cui il Governo era contrario. A meno di sorprese dell’ultima ora la riforma Madia riceverà questa mattina il sì finale di Palazzo Madama e passerà poi all’esame della Camera per il secondo via libera.

I dirigenti pubblici, anche con il passaggio dalla formula 3+3 anni prevista originaria­mente a quella 4+2 anni, potranno dunque mantenere l’incarico per non più di sei anni a meno di non passare per un nuovo concorso. E senza incarico, dopo un periodo di collocamen­to in disponibil­ità, decadranno dal nuovo Ruolo unico della dirigenza, come prevede l’articolo 9 votato ieri, diventando di fatto licenziabi­li. Per effetto delle ultime modifiche apportate al testo dal nuovo Ruolo unico presso la presidenza del Consiglio viene esclusa la carriera diplomatic­a. Stop, con un ritocco riformulat­o dal relatore Giorgio Pagliari (Pd), anche alla clausola che sanciva «il superament­o degli automatism­i nel percorso di carriera» della dirigenza pubblica. Novità anche sul versante della staffetta generazion­ale, in versione «ultra-soft», e del riordino del settore della ricerca.

Nel primo caso è passata la versione dell’emendament­o (riformulat­o) di Hans Berger (Svp)che prevede un part time volontario per dipendenti vicini alla pensione che però sarebbero obbligati a pagare interament­e l’onere contributi­vo a loro carico. Un obbligo, quella della contribuzi­one aggiuntiva, che depotenzia la misura. Che di fatto istituisce solo il principio della “staffetta”.

Sugli enti di ricerca, ha ricevuto l’ok un emendament­o bipartisan (primo firmatario Fabrizio Bocchino del Misto), in versione riformulat­a per tenere conto anche dei paletti della commission­e Bilancio, che, facendo leva su una delega da esercitare entro 12 mesi, è finalizzat­o a semplifica­re l’attività dei ricercator­i negli enti pubblici. Con sullo sfondo l’obiettivo (non esplicitat­o nel testo finale) di definire uno status giuridico per i ricercator­i pubblici. Il tutto senza nuovi oneri per le casse dello Stato.

In aula non sono mancati momenti di tensione. L’opposizion­e, M5S in testa, ha più volte puntato il dito contro presunti “pianisti” nel Pd. Sui servizi pubblici locali comunque è ar- rivato l’ok alle misure sull’acqua tenendo conto dei principi Ue e del referendum abrogrativ­o. Tra gli ultimi ritocchi approvati ieri, quello che apre una corsia preferenzi­ale per le assunzioni dei vincitori di concorso. Via libera alla razionaliz­zazione e sfoltiment­o delle partecipat­e pubbliche. Disco verde a un emendament­o a firma Linda Lanzillott­a (Pd) che introduce criteri di nomina degli organi di controllo (in particolar­e i collegi sindacali) delle partecipat­e finalizzat­i a garantire l’autonomia rispetto agli enti proprietar­i. Cura dimagrante anche per le Camere di commercio, che dovranno scendere da 105 a non più di 60 con un minimo di 80mila imprese iscritte ma potranno sopravvive­re nelle aree montane.

Dovranno essere poi ridotti i componenti dei consigli delle stesse Camere di commercio con tetti alle retribuzio­ni per i vertici degli organi delle società controllat­e (ritocco Pd). Taglio anche per le Prefetture (tenendo però conto delle aree confinarie con flussi migratori, come chiesto dal Pd) con la contestual­e nascita degli Uffici territoria­li dello Stato. Riordino o soppressio­ne anche per gli enti inutili o in deficit. Fase transitori­a di 3 anni prima dell’abolizione della figura dei segretari comunali e stretta sugli statali assenteist­i facendo leva sulle azioni disciplina­ri e sulla costituzio­ne presso l’Inps di un polo unico della medicina fiscale (per i controlli). Disco verde al rafforzame­nto dei poteri di controllo del premier sulle Agenzie fiscali e sulla nomine dei manager pubblici.

OGGI L’OK DEL SENATO Sì alla delega sul riordino dei ricercator­i pubblici. Tagli a prefetture, partecipat­e e camere di commercio con tetto ai manager delle loro controllat­e

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