Juncker favorevole alle quote Paese per gli immigrati
meno di una settimana dal recente vertice europeo dedicato alla crisi nel Mediterraneo e al tema dell’immigrazione in Europa, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker è tornato a chiedere una modifica sostanziale della legislazione comunitaria in materia. Sulla stessa linea, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui chiede l’adozione di quote di immigrati per paese, in modo da alleviare la pressione su alcuni stati membri.
Juncker ha definito «insufficienti» le misure prese dai Ventotto in un vertice giovedì scorso. La settimana scorsa, il Consiglio europeo ha chiesto alla Commissione di riflettere a opzioni di ricollocazione degli stranieri già nell’Unione e di lanciare un progetto-pilota a titolo volontario per il reinsediamento degli immigrati ancora fuori dall’Unione. Nel contempo, i Ventotto hanno deciso di triplicare i fondi a favore dell’operazione Triton di controllo delle frontiere nel Mediterraneo centrale.
Per tutta risposta, l’ex premier lussemburghese, presente ieri in aula a Strasburgo in occasione di una sessione plenaria del Parlamento europeo, si è detto favorevole a «un sistema di quote in modo da ripartire geograficamente i rifugiati in tutta Europa». È significativo che la stessa assemblea abbia approvato - 449 voti a favore, 130 voti contrari e 93 astensioni – una risoluzione con un tenore simile in cui si chiede l’adozione di «quote obbligatorie» per paese dei richiedenti l’asilo.
Nei fatti sia il Parlamento che la Commissione stanno chiedendo la revisione del Principio di Dublino, secondo il quale la richiesta di asilo va presentata nel paese di prima accoglienza. Già nel 2013, Bruxelles aveva proposto una modifica di questa norma risalente al 2003, ma in quella occasione 24 paesi su 28 si erano detti contrari. Lo scenario è cambiato da allora. Secondo cifre ufficiali, il numero di passaggi illegali delle frontiere esterne del- l’Unione è aumentato del 160% tra il 2013 e il 2014.
Nel contempo, paesi che prima non volevano modificare il Principio di Dublino hanno rivisto le loro posizioni. La Germania è ormai favorevole all’adozione di quote per paese, perché solo nel 2014 ha ricevuto 203mila richieste di asilo, con un incremento rispetto all’anno precedente del 60%. Ciò detto, il capogruppo popolare Manfred Weber si è opposto a Juncker sull’idea di discutere apertamente della necessità di aprire le porte dell’Unione all’immigrazione legale.
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«Chiunque creda che bisogna aprire il mercato del lavoro all’immigrazione legale si illude», ha detto il deputato di origine bavarese. «Un giovane su cinque non ha lavoro nel nostro continente». Critiche alle posizioni della Commissione su questo fronte – dettate anche dalla necessità di contrastare l’invecchiamento della popolazione europea - sono giunte dai conservatori britannici, dall’estrema destra e dallo UK Independent Party (in piena campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento inglese).
La risoluzione parlamentare, che chiede anche di estendere il mandato di Triton ad operazioni di salvataggio, «va al di là delle differenze politiche», ha osservato il capogruppo socialista Gianni Pittella. A metà maggio, la Commissione dovrebbe presentare un pacchetto di misure per affrontare la questione dell’immigrazione, sia sul versante della crisi nel Mediterraneo, teatro di drammatici naufragi di migranti provenienti dall’Africa del Nord, sia sul fronte dell’arrivo legale di lavoratori stranieri.