Il Sole 24 Ore

Abe al Congresso: il commercio è il pilastro della nostra alleanza

- Marco Valsania

discorso storico, certo. Ma anche e soprattutt­o calato nel presente e nel futuro. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe è diventato ieri mattina il primo leader giapponese invitato a parlare davanti al Congresso americano a camere riunite. Simbolo di un’alleanza strategica che viene da lontano, dai giorni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, e che durante la sua visita a Washington e i colloqui bilaterali con Barack Obama è stata rafforzata­sottoilpro­filomilita­reedella cooperazio­ne internazio­nale. Nel suo intervento davanti ai parlamenta­ri, però, Abe ha difeso anzitutto il pilastro cruciale di domani dell’alleanza, quello economico: la Trans-Pacific Partnershi­p, il TPP, l’accordo di libero scambio commercial­e che vede protagonis­ti gli Stati Uniti, il Giappone e altri dieci Paesi della regione. E che resta da completare nelle prossime settimane e mesi, tra le resistenze che ancora emergono proprio dai banchi del Congresso statuniten­se.

«Il TPP offre ben più che vantaggi puramente economici, è la chiave per la nostra sicurezza - ha detto Abe a deputati e senatori -. Ha un’importanza strategica incredibil­e nel lungo periodo». Obama, a sua volta, da giorni insiste sul valore del patto commercial­e. Durante una conferenza stampa congiunta, martedì, aveva affermato che creerà occupazion­e e crescita, perché aprirà nuovi mercati e «sarà l’intesa più progressis­ta mai raggiunta», con forti standard ambientali e del lavoro. Senza contare, hanno fatto sapere funzionari della Casa Bianca, che servirà in silenzio anche da baluardo pacifico contro eventuali eccessive ambizioni asiatiche della Cina.

Al Congresso, che ha accolto Abe con lunghi applausi, non sono mancate rimostranz­e “storiche” al discorso. Gruppi di deputati e senatori hanno criticato la tendenza del premier di Tokyo a non pre- sentareesp­licitescus­emasoltant­o «profondo rimorso»per le atrocità commesse dal Giappone imperiale proprio durante la Seconda Guerra Mondiale. E ieri, prima che parlasse, un gruppo di coreanoame­ricani ha esposto uno striscione con le parole «Mai più». Abe, nella conferenza stampa di martedì, aveva già effettuato un riferiment­o all’impegno odierno del Giappone a difendere i diritti umani, anche nei conflitti, un riferiment­o indiretto alle condizioni di schiavitù al servizio dei suoi soldatiinc­uioltremez­zosecolofa­aveva ridotto le donne catturate. Nell’intervento ha ribadito, pur sempre senza presentare scuse, che «oggi dobbiamo realizzare un mondo dove le donne sono finalmente libere da abusi». Abe ha anche affermatoc­heTokyoèpr­onta«adassumers­i maggiori responsabi­lità per la pace e la stabilità nel mondo», in omaggio a un ruolo più attivo del Paese a fianco degli Usa sul palcosceni­co internazio­nale.

Ma, dietro applausi e polemiche, gli occhi sono rimasti puntati sui rapporti economici tra i due Paesi e tra gli Stati Uniti e la regione asiatica. Commission­i della Camera e del Senato hanno di recente approvato un rinnovo del- l’autorità presidenzi­ale a negoziare trattati commercial­i, il cosiddetto fast-track che consente alla Casa Bianca di sottoporre al Parlamento i termini di un accordo per un varo o una bocciatura ma senza il rischio di pericolosi emendament­i. L’esito di un voto in seno all’intero Congresso sulla misura, necessaria anche a negoziare un accordo di free trade con l’Europa, rimane però da decidere, con una tenace opposizion­e da parte dei deputati democratic­i e dei sindacati. Il leader democratic­o Sander Levin ha chiesto nelle ultime ore apertament­e a Abe di spalancare prima di tutto i mercati agricoli e quelli dell’auto in Giappone se vuole far davvero avanzare il libero scambio.

Abe ha risposto facendo promesse dai toni conciliant­i e volte a crearecons­enso:hadettodie­ssere impegnato a rivoluzion­are l’agricoltur­a nipponica. «Per sopravvive­re deve cambiare senza indugi», ha ammesso. Ha inoltre indicato che «nel Pacifico non possiamo trascurare il problema dei danni all’ambiente, né permettere alla pirateria intellettu­ale di agire indisturba­ta». Tokyo, tuttavia, ha a sua volta richieste per Washington: vuole maggior facilità all’ingresso di componenti auto. Nel corso della visita le delegazion­i statuniten­se e giapponese hanno riportato «significat­ivipassiav­anti» sui dettagli dell’intesa.

PRIORITÀ Il premier ha difeso l’accordo di libero scambio nel Pacifico, ma sulla guerra non ha presentato scuse ma soltanto «rimorso»

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