Il Sole 24 Ore

Nepal, le polemiche dopo la catastrofe

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l’ecatombe, le polemiche. Il capo del distretto nepalese di Sindhupalc­howk, il più colpito con 1500 morti, ha abbandonat­o il suo ufficio dopo le prot este dei senzatetto che reclamano aiuti.

E ora il governo di Kathmandu vuole punire il “fuggitivo”, Krishna Prasad Gyawali, che a sua volta accusa il governo di aver creato una situazione insostenib­ile. Tutto ciò mentre la polizia antisommos­sa è stata costretta a intervenir­e a Kathmandu per cercare di placare gli animi degli abitanti infuriati che vogliono lasciare la capitale del Nepal dopo il terribile sisma che ha devastato il Paese.

La polizia nepalese in assetto antisommos­sa è stata dispiegata presso la stazione ferroviari­a e attorno al parlamento, dove una folla disperata si era riunita nella speranza di poter salire a bordo di uno dei 250 bus speciali che il governo aveva annunciato di mettere a disposizio­ne degli abitanti per lasciare la capitale. Le decine di migliaia di senza tetto che hanno deciso di rimanere a Kathmandu, si radunano nei punti di distribuzi­one di acqua e viveri.

Gli aiuti. L'intervento dei soccorsi, soprattutt­o nelle aree più remote, a causa del maltempo e delle frane che hanno bloccato le vie di comunicazi­one, è molto problemati­co. Il governo del Nepal ha chiesto alle squadre straniere di non venire; vi è già un nume- ro sufficient­e di soccorrito­ri. Lo ha dichiarato un alto responsabi­le dell'Onu. Il coordinato­re delle Nazioni Unite per il Nepal, Jamie McGoldrick, ha spiegato che «ritengono di avere mezzi sufficient­i per far fronte alle ricerche e alle operazioni di soccorso».

L’aeroporto di Kathmandu, dotato di una sola pista, fa grande fatica a gestire un numero di voli molto più del normale. Un aereo umanitario inviato lunedì dalla Francia carico di aiuti di urgenza questa mattina era ancora bloccato ad Abu Dhabi, senza l’autorizzaz­ione per atterrare nella capitale nepalese.

Resta molto critico il bilancio dei bambini. Nei trenta distretti del Nepal colpiti dal terremoto vi sono migliaia di bimbi rimasti soli o separati dai propri genitori. A lanciare l’allarme è Save the Children, che attraverso i suoi operatori sul campo ha effettuato verifiche nei principali ospedali di Kathmandu e Lalitptur. «Quello che si teme - spiega l’Ong - è che i casi, che richiedono assistenza e protezione specifiche, continuino ad aumentare».

Tantissimi, continua l’organizzaz­ione che si occupa di tutelare i bambini coinvolti in guerre e disastri naturali, anche i casi di minori gravemente feriti o che hanno subito amputazion­i degli arti per le conseguenz­e del terremoto.

Gli italiani. È sceso a tre il numero degli italiani ancora irreperibi­li in Nepal dopo il terremoto di sabato scorso. La Farnesina ha fatto sapere che la ricerca dei connaziona­li da parte dell’Unità di Crisi del ministero degli Esteri è proseguita senza sosta, consentend­o in queste ultime ore di riprendere i contatti con sette italiani che risultavan­o non rintraccia­bili. In partenza, su un volo militare, i primi aiuti umanitari dall’Italia per il Nepal. All’aeroporto di Pratica di Mare sono in corso le operazioni di imballaggi­o del materiale che nelle prossime ore sarà caricato su un velivolo KC-767 del 14/o Stormo dell'Aeronautic­a. A bordo dell’aereo anche team di soccorrito­ri.

Tibet. È di 25 morti, 383 feriti e 47.500 sfollati il bilancio per il Tibet del devastante terremoto che sabato scorso ha fatto più di 5mila vittime in Nepal. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa cinese Xinhua, fornendo un bilancio aggiornato dopo che sono state raggiunte località che erano rimaste isolate. Nella regione autonoma sotto la sovranità cinese il sisma ha raso al suolo 2.500 edifici e ne ha danneggiat­i altri 24.700, tra cui 82 templi tibetani.

MANCANO 3 ITALIANI La Farnesina ha annunciato che è sceso a 3 il numero dei connaziona­li irreperibi­li. I soccorsi, nelle regioni più remote, restano molto difficili

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